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L’Ue contro Musk: “Su X disinformazione sul conflitto tra Israele e Hamas”

Il giorno dopo l’attacco di Hamas contro Israele, a Times Square, i manifestanti filo-palestinesi e attivisti di “Palestina Libera” sono scesi in piazza. La stessa cosa hanno fatto i manifestanti filo-israeliani, condannando l’attacco terroristico. Le due fazioni, con cori e slogan, hanno dato voce alla spaccatura ideologica che il conflitto, da quando esiste, ha sempre incarnato. La piazza è divisa, così come l’opinione pubblica. E in un’altra piazza, quella digitale di X (e in generale dei social), va in scena la stessa polarizzazione. Così Elon Musk, proprietario di X, è già finito al centro delle polemiche.

La piattaforma, dall’inizio del conflitto, è inondata da video di guerriglia tratti da videogiochi, immagini di festeggiamenti in Algeria, foto falsificate di personaggi pubblici con bandiere palestinesi, come quella di Cristiano Ronaldo. “L’attacco a Israele era il primo vero test per il Twitter di Elon Musk ed è clamorosamente fallito”, ha detto a Bloomberg Mike Rothschild, studioso di teorie del complotto e fake news.

L’accusa dell’Ue

L’Ue ha ammonito Musk, accusato di diffondere contenuti “illegali e disinformazione” attraverso la sua piattaforma, a seguito degli scontri tra Israele e Hamas. Il commissario al mercato unico Thierry Breton, in una lettera ufficiale a Musk, lo esorta a “garantire una risposta tempestiva, accurata e completa” entro le prossime 24 ore.

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“Abbiamo indicazioni che la vostra piattaforma viene utilizzata per diffondere contenuti illegali e disinformazione nell’Ue”, si legge nella lettera. “La legge sui servizi digitali stabilisce obblighi precisi in materia di moderazione dei contenuti. Ciò è particolarmente rilevante quando si tratta di contenuti violenti e terroristici che sembrano circolare sulla vostra piattaforma. Abbiamo, da fonti qualificate, segnalazioni di contenuti potenzialmente illegali che circolano sul suo servizio nonostante le segnalazioni delle autorità competenti”.

Il commissario Ue sottolinea che bisogna mettere in atto “misure di mitigazione proporzionate ed efficaci per affrontare i rischi per la sicurezza pubblica e il dibattito pubblico legati alla disinformazione”. Poi Breton mette in guardia Musk, sottolineando che X potrebbe essere sanzionata se, a seguito di un’indagine, venissero scoperte inosservanze.

Il retroscena

Elon Musk è finito al centro della polemica sul social per aver condiviso un post in cui suggeriva ai suoi 150 milioni di follower di seguire due account (WarMonitors e Sentdefender) definiti “ottimi” per avere una “copertura in tempo reale” del conflitto. Ma è stato segnalato da molti utenti che su WarMonitors si trovano commenti antisemiti. Inoltre, i due account pare che non siano nuovi nella diffusione di fake news: si legge su Wired Us che sui due profili, a maggio 2023, circolava la notizia falsa (una foto generata con l’Ai) dell’attacco al Pentagono, che ha fatto crollare la borsa di Wall Street, perdendo 85 punti per poi risalire poco dopo. Musk si è accorto dell’errore e ha cancellato il suo post.

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