Dominica
Money

La minuscola isola caraibica che offre “passaporti d’oro” a miliardari e oligarchi

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Dal 1993, la minuscola nazione dell’isola caraibica di Dominica ha permesso agli stranieri di acquistare la cittadinanza nel tentativo di attrarre maggiori investimenti nell’economia locale. Il prezzo per ottenere il passaporto è di 100.000 dollari da investire in un fondo governativo o di 200.000 dollari in un progetto immobiliare approvato dal governo: una proposta assai vantaggiosa per i miliardari e i ricchi investitori che cercano un documento di viaggio migliore o una via d’uscita dal proprio Paese.

Le autorità di Dominica definiscono il programma come lo schema di investimento “più veloce, più duraturo e più conveniente” al mondo. Sostengono inoltre di eseguire “controlli di due diligence” su tutti gli investitori. Ma una nuova indagine transfrontaliera, denominata “Dominica: Passaporti per i Caraibi”, ha scoperto che il Paese ha concesso passaporti ad almeno tre oligarchi russi che sono stati successivamente sanzionati e a un controverso investitore in criptovalute ora ricercato a Singapore.

L’indagine

L’indagine congiunta è frutto di una collaborazione transfrontaliera tra l’Organized Crime and Corruption Reporting Project, l’organizzazione no-profit Government Accountability Project con sede a Washington D.C. e più di una dozzina di testate giornalistiche, tra cui Forbes. L’indagine è iniziata dopo che il Government Accountability Project ha ottenuto i nomi di circa 7.700 persone che avrebbero acquistato passaporti di Dominica negli ultimi anni. Questi nomi sono stati ottenuti da documenti ufficiali pubblicati dal governo di Dominica e integrati da alcuni documenti emersi e da documenti societari. Sono stati poi passati al setaccio da giornalisti di oltre 20 Paesi.

I funzionari dominicensi non hanno risposto alle numerose richieste di commenti. Ma in una conferenza stampa tenutasi il 18 settembre scorso, il primo ministro del Paese, Roosevelt Skerrit, ha denunciato quello che ha definito “un tentativo da parte di alcuni di distruggere il programma di cittadinanza tramite investimento, collaborando con giornalisti internazionali e alcuni giornalisti locali per diffondere un sacco di malignità, disinformazione sul programma, il tutto nel tentativo di distruggerlo”.

E Dominica non è la sola a offrire la cittadinanza tramite investimento. Almeno altre quattro isole caraibiche offrono programmi simili, così come diversi Paesi in Europa e in Medio Oriente, tra cui la Turchia. Ma ciò che distingue Dominica è che da tempo subisce le critiche dei governi occidentali per il suo atteggiamento permissivo rispetto all’esigenza di garantire che sospetti criminali e persone politicamente esposte non ottengano passaporti dal Paese.

Le reazioni

In un rapporto del 2019, il Dipartimento di Stato americano ha definito la due diligence di Dominica “permissiva” e ha dichiarato che il Paese “non sempre nega la cittadinanza a coloro che sono segnalati come sospetti”. Un rapporto successivo, pubblicato nel 2022, ha dichiarato che “Dominica talvolta rilascia i passaporti nonostante le informazioni negative emerse durante i controlli”. Il Regno Unito, che aveva in precedenza consentito l’accesso senza visto ai cittadini dominicensi, il 19 luglio scorso ha introdotto l’obbligo di visto.

In una dichiarazione, il segretario agli Interni del Regno Unito, Suella Braverman, ha affermato che il programma di investimento per la cittadinanza di Dominica ha “mostrato un chiaro ed evidente abuso del sistema, inclusa la concessione della cittadinanza a individui notoriamente a rischio per il Regno Unito”.

“Dominica non dispone di altre risorse oltre al turismo. Ecco perché lo fanno”, afferma Reaz Jafri, avvocato specializzato in diritto tributario e con clientela privata dello studio legale Withersworldwide, che si occupa di immigrazione. “Sono relativamente poco costosi. Le persone lo fanno principalmente per ottenere un buon documento di viaggio. Se la due diligence più severa valesse 10… credo che questi paesi caraibici si collochino probabilmente intorno a 5 o 6”.

In cifre

Nonostante le controversie, il programma ha costituito un enorme fonte di ricavi per il governo dominicense sin dalla sua istituzione nel 1993. Skerrit, che ricopre la carica di primo ministro dal 2004, ha annunciato nel 2020 che il Paese avrebbe raccolto dal programma 1,2 miliardi di dollari solo nei tre anni precedenti. Nell’esercizio finanziario 2021-22, l’esercizio più recente di cui sono disponibili i dati completi, Dominica ha ricevuto dal programma di cittadinanza tramite investimento 459 milioni di dollari dei Caraibi orientali (170 milioni di dollari statunitensi) – il 54% dei ricavi totali.

E l’interesse per tale programma è in aumento: secondo lo studio legale londinese Henley & Partners, che assiste i clienti nell’ottenimento della residenza e della cittadinanza tramite investimento, le domande di cittadinanza dominicense tramite investimento sono aumentate del 729% nel 2020, del 131% nel 2021 e del 13% nel 2022.

Anche senza poter accedere al Regno Unito, la cittadinanza dominicense offre un vantaggio fondamentale per i malintenzionati a rischio di sanzioni o per chi cerca di fuggire dal proprio Paese di origine: un documento di viaggio “pulito”. I passaporti dominicensi consentono l’accesso a 132 Paesi, tra cui Cina, Unione Europea e Singapore, con esenzione dal visto, con obbligo di visto all’arrivo o con obbligo di visto elettronico.

Il caso dei tre oligarchi russi

Forbes ha scoperto che tre oligarchi russi sanzionati hanno ottenuto il passaporto dominicense, e tra costoro figurano i ricchi magnati del settore immobiliare God Nisanov e Zarakh Iliev, che hanno ottenuto la cittadinanza nel 2017, cinque anni prima di essere sanzionati dal Regno Unito nel 2022 (anche la moglie e i figli di Nisanov hanno acquisito il passaporto dominicense e Nisanov è stato sanzionato dagli Stati Uniti lo scorso anno). Il magnate dell’acciaio Alexander Abramov ha ottenuto un passaporto per sé, la moglie e i figli nel 1996, più di dieci anni prima di essere colpito dalle sanzioni del Regno Unito nel 2022. I rappresentanti di Nisanov, Iliev e Abramov non hanno risposto alle richieste specifiche di rilasciare commenti.

Per Nisanov, il passaporto dominicense si è aggiunto a una serie di cittadinanze che già possedeva. Secondo le segnalazioni effettuate in occasione delle sanzioni comminate negli Stati Uniti e nel Regno Unito, Nisanov è anche cittadino dell’Azerbaigian, di Cipro e della Russia. Lo scorso anno, il quotidiano di Lisbona Público ha riferito che Nisanov avrebbe chiesto anche la cittadinanza portoghese, citando una fonte del Ministero della Giustizia del Paese. Cipro ha iniziato a revocare i passaporti di diversi oligarchi russi sanzionati dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia lo scorso anno, ma non è chiaro se abbia rimosso anche quello di Nisanov.

Un altro oligarca, il miliardario del settore immobiliare ed ex presidente della Federazione russa di judo Vasily Anisimov, ha ottenuto la cittadinanza dominicense nel 2000. Una fonte vicina ad Anisimov ha confermato aForbes che egli possiederebbe un passaporto dominicense, ma avrebbe nel contempo dichiarato di non averlo più usato dai primi anni 2000, quando ha acquisito anche la cittadinanza croata. La fonte in questione ha anche riferito che Anisimov avrebbe rinunciato alla cittadinanza russa nel 2022, ma non ha fornito prova alcuna di tale affermazione.

Nel frattempo, Giannis Vardinogiannis, figlio del miliardario greco operante nel settore del petrolio e del gas Vardis Vardinogiannis, ha ottenuto la cittadinanza dominicense insieme alla moglie e ai figli nel 2013. I rappresentanti di Vardinoyannis non hanno risposto alle richieste specifiche di fornire commenti.

Gli altri casi

Diverse figure più controverse hanno utilizzato questo schema per ottenere un secondo passaporto. Uno di questi è Kyle Livingston Davies, cofondatore dell’ex fondo speculativo sulle criptovalute Three Arrows Capital, che ha dichiarato bancarotta nel luglio 2022. Davies ha ottenuto la cittadinanza dominicense nel 2009, tre anni prima di lanciare Three Arrows.

Da allora, Davies ha ottenuto passaporti anche in altri Paesi oltre a quello statunitense. In un documento depositato ad agosto presso il tribunale fallimentare statunitense per il distretto meridionale di New York, Davies ha dichiarato di aver smesso di risiedere negli Stati Uniti nel 2013 e di aver rinunciato alla cittadinanza statunitense nel dicembre 2020, un mese prima di diventare cittadino di Singapore nel gennaio 2021. In un successivo documento depositato dai suoi legali statunitensi, Davies ha dichiarato di essere in possesso anche di un passaporto italiano ottenuto nel 2017, ma nessuno dei due documenti menziona il passaporto dominicense di Davies.

Davies, che secondo quanto riferito risiede a Bali e viaggia spesso in tutto il mondo, ha recentemente incontrato una serie di problemi. Il 14 settembre scorso, l’autorità di regolamentazione del mercato di Singapore ha vietato a lui stesso e al cofondatore di Three Arrows Su Zhu di “svolgere qualsiasi attività regolamentata” nel Paese per nove anni. Undici giorni dopo, un tribunale di Singapore ha ordinato a Davies e Zhu di scontare quattro mesi di carcere e il 29 settembre Zhu è stato arrestato all’aeroporto internazionale della città-stato.

In un comunicato che annunciava l’arresto, Teneo, il liquidatore nominato dal tribunale per Three Arrows, ha dichiarato che “Davies è stato anche incarcerato per 4 mesi, ma al momento non si sa dove si trovi”. In risposta a domande specifiche, gli avvocati di Davies di Singapore non hanno rilasciato commenti in merito al passaporto dominicense.

Le cittadinanze approvate

A fronte di una piccola popolazione di 75.000 persone, il numero dei cittadini naturalizzati dominicensi potrebbe presto superare quelle dei residenti nell’isola. Il governo non pubblica regolarmente il numero di domande di cittadinanza approvate, ma Skerrit, il primo ministro, nel 2020 ha rivelato che tra il 2017 e il 2020 sarebbero state approvate 5.814 domande.

Questo dato non sembra corrispondere alle somme di denaro introdotte dal programma: Il leader dell’opposizione dominicense ha recentemente citato, in un documento condiviso dall’agenzia di stampa investigativa svizzera Heidi.news nell’ambito dell’inchiesta, una cifra di 46.615 naturalizzazioni avvenute tra il 2016 e il 2023, sulla base dei dati ufficiali sui ricavi forniti dal governo dominicense. Tale numero rappresenterebbe più della metà della popolazione complessiva dell’isola.

Ci sono ben poche limitazioni su chi può ottenere la cittadinanza dominicense. Prima dello scorso anno, il Paese vietava l’ingresso soltanto ai richiedenti provenienti dal nord dell’Iraq. Anche i cittadini nordcoreani e sudanesi sono esclusi, con eccezioni per coloro che hanno vissuto fuori dal proprio Paese per almeno 10 anni, non dispongono di “beni sostanziali” e non hanno “svolto attività commerciali o analoghe”.

Dopo le critiche ricevute a seguito dell’invasione russa in Ucraina, nel marzo 2022 Dominica ha vietato l’ingresso anche ai richiedenti provenienti da Russia e Bielorussia. Potrebbe essere stato troppo tardi, considerato che gli oligarchi russi sanzionati erano già diventati cittadini dominicensi anni prima.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .