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Così questa startup punta a rilanciare il turismo nelle aree interne italiane

Articolo tratto dal numero di ottobre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Negli ultimi decenni, le aree interne italiane hanno sofferto un progressivo spopolamento a causa della carenza di infrastrutture e servizi. Ci sono 3.800 Comuni in queste zone, che occupano più della metà della penisola. Eppure, qui abita solo il 22% degli italiani.

Una piccola inversione di tendenza è arrivata con lo smart working, introdotto con la pandemia, che ha portato molte persone ad allontanarsi dalle grandi città per spostarsi nei piccoli centri urbani. Oggi le risorse del Pnrr, con il Piano nazionale borghi, rappresentano un’occasione da non perdere per rilanciare questi luoghi e impedire la fuga dei migliori talenti all’estero.

Ruralis: un esempio virtuoso

Nonostante le difficoltà che l’ecosistema italiano e le aree interne si portano dietro in termini di aziende e startup, per un giovane professionista ci sono infatti tutte le possibilità per creare un’attività di successo. Un esempio viene da Ruralis, startup specializzata nella gestione digitale di case vacanza nelle aree interne italiane.

L’azienda si occupa di tutte quelle attività online di cui i proprietari necessitano per attrarre e gestire turisti internazionali, in modo da permettere loro di concentrarsi esclusivamente sull’accoglienza. Il progetto è nato nel 2020 da un gruppo di giovani rientrati in Italia dopo una serie di esperienze lavorative all’estero.

Tra loro c’è il ceo Nicolas Verderosa, tornato dopo avere toccato Inghilterra, Lettonia, Spagna, Germania e Stati Uniti. “Il progetto è nato per portare un valore aggiunto alle aree interne del territorio. Da qui c’è una grande fuga di cervelli. Chi vive nel piccolo borgo italiano tende ad andare prima nelle città e poi all’estero. Senza giovani menti, questi luoghi ricchi di storia, cultura e paesaggi sono destinati a morire”, dichiara Verderosa.

Dal supporto ai proprietari all’impatto sociale

L’attività della startup è partita tramite bootstrapping, utilizzando cioè le proprie risorse, senza l’aiuto di finanziatori esterni. Negli ultimi tre anni, l’azienda ha triplicato il fatturato ogni anno, raggiungendo 180mila euro nel 2022. A inizio 2023, Ruralis ha avviato una campagna di equity crowdfunding che ha permesso di raccogliere circa 200mila euro, con l’ingresso di 94 nuovi investitori.

La campagna si è conclusa in tempi record e attualmente c’è una lista d’attesa di investitori pronti a entrare nella compagine sociale. Grazie all’aumento di capitale, Ruralis è riuscita a operare a livello nazionale. Oggi gestisce oltre 100 case vacanze in diverse regioni italiane.

A trarre vantaggio dall’attività di Ruralis è, in primo luogo, il singolo proprietario. Ma non solo. Non bisogna sottovalutare l’impatto sociale che una startup, e più in generale dei giovani professionisti, possono portare nei borghi italiani. Nel caso di Ruralis, sono tanti i turisti di tutto il mondo che arrivano nei piccoli centri urbani, creando momenti di scambio e confronto con la popolazione locale.

Lo sviluppo di Ruralis

Ora la startup sta concentrando i suoi sforzi nello sviluppo tecnologico, con l’integrazione dell’intelligenza artificiale sia nella messaggistica, sia nel calcolo dei prezzi. Con lo sviluppo ulteriore del lavoro da remoto e una forte attenzione all’hr, il team è composto da professionisti con esperienze di studio e lavoro in tutto il mondo.

Agli inizi di quest’anno, l’azienda aveva quattro membri del team full-time, mentre per la fine dell’anno si prevede di arrivare a 15. Negli ultimi mesi Ruralis ha avuto una forte crescita, con ricavi che dovrebbero superare il mezzo milione di euro nel 2023 e un indotto per le aree interne sul Pil di ulteriori 1,5 milioni di euro.

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