Amazon avrebbe raddoppiato il numero delle pubblicità nei risultati delle ricerche e i dirigenti avrebbero cancellato comunicazioni interne per evitare indagini delle autorità di regolamentazione. A denunciarlo è la Federal Trade Commission (Ftc, l’agenzia antitrust americana), impegnata in una causa storica in cui afferma che l’azienda di Jeff Bezos avrebbe protetto illegalmente il monopolio nelle vendite online.
I fatti chiave
- La Ftc ha affermato che nel 2017 Amazon ha raddoppiato la percentuale dei casi in cui una ricerca da desktop ha fornito come risultato un annuncio pubblicitario, mentre ha addirittura quintuplicato la percentuale per le ricerche da mobile. La mossa avrebbe reso più difficile per i consumatori trovare alcuni prodotti e spesso li avrebbe indirizzati verso articoli dal prezzo elevato.
- La pratica, secondo la Ftc, “punisce” inoltre i rivenditori che offrono prezzi più bassi sul sito e su altre piattaforme online: “Molti rivenditori vedono il prezzo su Amazon come il prezzo minimo in tutta la rete”.
- Alcuni dirigenti di Amazon, sostiene ancora l’agenzia, avrebbero dichiarato che l’azienda “sarebbe stata pazza” se non avesse incrementato il numero di annunci pubblicitari mostrati ai consumatori, visto “quanto sono redditizi”.
- Un altro dirigente, continua la Ftc, avrebbe raccolto esempi di come l’incremento degli annunci avrebbe colpito i consumatori. Tra gli altri, avrebbe segnalato un caso in cui prodotti a base di urina per attrarre i cervi sono apparsi nei risultati di ricerca di bottiglie d’acqua.
- La Ftc afferma anche che, tra giugno 2019 e l’inizio del 2022, i dirigenti di Amazon avrebbero “sistematicamente e intenzionalmente cancellato” comunicazioni interne, usando invece l’app di messaggistica Signal, per “evitare” un’indagine dei funzionari federali e “nascondere informazioni sulle operazioni interne”.
- Un portavoce di Amazon ha dichiarato a Forbes che le affermazioni della Ftc su come i dirigenti avrebbero cancellato i messaggi sono “prive di fondamento e irresponsabili”. Ha aggiunto che l’azienda ha reso noto l’uso di Signal da parte dei dipendenti e ha permesso all’agenzia di ispezionare i messaggi, che sono stati “faticosamente raccolti” nonostante “non avessero niente a che vedere con l’indagine”.
Un fatto correlato
La denuncia della Ftc sostiene anche che il Project Nessie, un algoritmo segreto usato da Amazon per determinare come aumentare i prezzi in modo che i concorrenti la seguissero, avrebbe generato più di 1 miliardo di dollari di profitto extra per la società. Secondo la Ftc, Amazon ha bloccato il progetto perché si era resa conto “delle conseguenze che rischiava a livello di opinion pubblica”.
Il portavoce di Amazon Tim Doyle ha detto che le accuse dell’agenzia “distorcono in modo grossolano le caratteristiche dello strumento” e ha aggiunto che Project Nessie era usato per “provare a evitare che il sistema di price matching fornisse risultati strani, con prezzi così bassi da diventare insostenibili”. Il progetto, afferma Doyle, non ha funzionato secondo i piani ed è stato abbandonato anni fa.
Le accuse contro Amazon
La Ftc e 17 stati hanno intentato una causa contro Amazon a settembre. Sostengono che l’azienda di Jeff Bezos sia un “monopolista” che usa “un insieme di strategie anticoncorrenziali e sleali connesse tra loro” per mantenere il dominio delle vendite online. Amazon avrebbe mantenuto la sua posizione adottando “misure contro gli sconti” che avrebbero “punito” i rivenditori che abbassavano i prezzi e avrebbero impedito ad altre piattaforme di diminuirli. David Zapolsky, general counsel di Amazon, ha dichiarato alla Reuters che le pratiche contestate dall’agenzia “hanno contribuito stimolare la concorrenza e l’innovazione in tutto il settore della vendita al dettaglio”.
La causa era attesa da anni, visto che la Ftc ha aperto l’indagine su Amazon nel 2019. L’inchiesta si è allargata quando, con l’avvento dell’amministrazione Biden, Lina Khan ha assunto la presidenza della Ftc. In passato Khan aveva criticato i giganti della tecnologia – tra cui Amazon e Meta – e già da studentessa di Yale aveva affermato che gli Stati Uniti non erano riusciti a impedire ad Amazon di instaurare un monopolio. Secondo il New York Times, Amazon ha chiesto che a Khan venga impedito di occuparsi di possibili questioni antitrust che riguardano l’azienda.
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