L’Oms stima che entro il 2050, circa 2,5 miliardi di persone avranno problemi di udito. Oggi, su un totale di 1,5 miliardi di ipoacusici, ben 430 milioni convivono con una sordità che li condiziona. Ma solo il 17% utilizza apparecchi acustici. Perché? L’Oms individua tre ragioni principali: timore dei pregiudizi, prezzo alto e carenza di professionisti.
La prima non sorprende. D’altronde, lo stigma sociale degli apparecchi acustici, simile a quello degli occhiali negli anni ‘90, ne scoraggia notevolmente l’uso. Invece, la percezione di un prezzo eccessivo sembra il risultato di un modello di business obsoleto che impone un prezzo unico per prodotto e servizi correlati: approccio che non rende giustizia al valore della tecnologia e delle competenze coinvolte. L’ipoacusia non trattata assume una portata ancora più rilevante se si pensa che rappresenta un’emorragia di soldi per la sanità mondiale, mille miliardi di dollari l’anno. Tutti elementi che portano a considerarla una sfida cruciale per il futuro.
Il modello di business di Udibox
In questo contesto, Udibox sta guidando un cambiamento che in Italia, per tante ragioni, non poteva partire dalle multinazionali. Lo sta facendo lanciando un nuovo modello di business degli apparecchi acustici, completamente digitalizzato. Un modello che consente al paziente di fare tutto online: dalla scelta dello specialista all’esecuzione di esami audiometrici a distanza (grazie a tecnologie all’avanguardia), fino all’acquisto degli apparecchi acustici e a tutta la gestione post-vendita, comprese regolazioni e assistenza. Un modello che non trascura chi preferisce la procedura tradizionale, che prevede la possibilità di recarsi in qualunque fase (o in tutte) presso una sede fisica, grazie alla collaborazione con una vasta rete di centri acustici partner presenti in tutta Italia.
Ciao
Attraverso questa innovazione, Udibox punta a ribaltare gli ostacoli rilevati dall’Oms in opportunità, abbattendo la scarsa accessibilità ai servizi (fruibili da pc, tablet o smartphone) e riducendo la percezione del costo elevato che frena molti ipoacusici dall’acquisto di apparecchi acustici, separando il prezzo del prodotto dal costo dei servizi. Il brand Ciao è il perno centrale con cui Udibox sta promuovendo questa svolta: una piattaforma e-commerce improntata sulla trasparenza che, tramite uno storytelling fresco, mira a sfatare i pregiudizi.
“Considerando la bassa penetrazione del mercato”, dichiara Antimo Verrone, ceo di Udibox, “siamo certi che i grandi player siano arrivati alla stessa conclusione, ma che stiano incontrando difficoltà nell’adattarsi ai cambiamenti in quanto molto legati al modello tradizionale. Attualmente stiamo valutando le proposte di diversi investitori, ma siamo disposti a collaborare solo con partner che condividano la nostra vision”.
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