Grammatico
Food & Beverage

La storia della prima donna pasticciera della Sicilia

Articolo di Stefania Di Pietro tratto dall’allegato Small Giants del numero di ottobre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

 La cucina del convento in cui ha vissuto da bambina era la sua stanza di giochi. Oggi Maria Grammatico ha 81 anni e grazie alle ricette imparate in quel luogo è diventata un’istituzione della pasticceria siciliana. Ad Erice, in provincia di Trapani, il suo laboratorio spedisce dolci in tutto il mondo, ma è anche un centro di formazione per giovani aspiranti allievi, che ambiscono ad acquisire tutti i segreti dellantica tradizione dolciaria.

L’età non è certo un limite, tanto che la signora Maria non deputa a nessun altro i suoi compiti, cercando di mantenere un continuum con il passato. Prima di tutto, ha scelto di non stravolgere laspetto umile del suo locale, nascosto tra le vie lastricate della città vecchia, lasciandone intatta la semplice veste originaria.

La boutique del dolce daltri tempi

La stretta vetrina è costantemente stracolma di dolcetti, preparati sempre con ingredienti genuini, dai tradizionali biscotti di marzapane ai mignon più innovativi che non perdono però la loro sicilianità, data dai pistacchi e dalle scorze di agrumi. Una boutique del dolce daltri tempi, dove degustare pasticcini e al tempo stesso scambiare due chiacchiere.

“Era il 1963 quando con solo tre chili di mandorle realizzai il sogno di una vita: diventare la prima donna pasticcera della Sicilia, racconta Maria. Una vita da romanzo, caratterizzata da uninfanzia difficile, trascorsa nel monastero di San Carlo insieme alla sorella Angela. Ero la maggiore di sei figli, mio padre morì quando avevo cinque anni e mia madre fu costretta a mandare me e mia sorella minore in un convento, prosegue.

La storia

Lì la piccola Maria trova un diversivo per le sue giornate sempre uguali: far visita di nascosto al laboratorio dolciario delle monache, trasformandolo nel suo profumato rifugio, dove, rannicchiata sotto il tavolo, fa di tutto per carpire i segreti della suora addetta alla cucina. Così dolcetti di mandorle, la frutta Martorana e i mustaccioli finiscono per non essere più un segreto monastico.

Allinsaputa delle suore, Maria prende appunti e trascrive ogni ingrediente con cura, ma non potendo conoscerne la grammatura precisa, utilizza dei sassi per stimarne il peso. Con il tempo, cresce però in lei il bisogno di libertà e la voglia irrefrenabile di cucinare da sola quei dolci, fino a quel momento preparati da altre mani. Le suore erano gelosissime del loro sapere. Io ogni giorno scrivevo le ricette su pezzetti di carta che poi nascondevo. Ogni volta che la mamma veniva a trovarmi, le consegnavo quei pizzini, dicendole di metterli da parte. Poi, quando mi sono sentita pronta, ho lasciato il convento, decisa ad aprire la mia pasticceria, racconta.

Infatti, a 18 anni, Maria abbandona le suore di San Carlo e tenta di mettere in atto il suo progetto imprenditoriale, provando a trasformare in veri pasticcini quelle che fino ad allora erano state soltanto idee nella sua mente. “Allinterno delle mura di quel luogo di silenzio, è nata la ricetta di uno dei miei dolci più amati, le Genovesi, delle piccole paste frolle, ripiene di crema pasticciera e spolverate con zucchero a velo, la cui forma somiglia al cappello dei marinai genovesi. La tradizione racconta che unericina, innamorata di un misterioso marinaio, creò questo dolce in suo onore, spiega Maria. Ma per una donna aprire una pasticceria in un piccolo borgo di una Sicilia anni 60 non è un cammino facile.

I profumi della pasticceria

Quando ho inaugurato il mio negozio, non avevo molti soldi. Ho cominciato pian piano, ma allepoca se una donna avesse deciso di fare limprenditrice, sarebbe stata considerata quasi una prostituta, sottolinea Maria. Una sfida difficile, ma soprattutto tanto coraggio e determinazione, prima di arrivare al successo: poi ai dolci conventuali Maria decide anche di affiancare il suo cavallo di battaglia, ovvero la ricetta delle Genovesi, che finiscono per inebriare i passanti, avvolgendo di profumo gli stretti vicoli di Erice.

Ed è lo stesso aroma, che ancora oggi trascina migliaia di visitatori nella sua piccola pasticceria, dove lei continua a lavorare senza sosta, affiancata da nipoti e validi collaboratori. “Se c’è il cuore si raggiunge la perfezione. E poi qui si utilizzano solo prodotti di alta qualità. Le uova si rompono ancora manualmente ad una ad una. Niente preparati chimici o surgelati, solo cose genuine”.

Mandorle amare

Attratta dalla sua storia, nel 1994 la giornalista statunitense Mary Taylor Simeti fa la sua comparsa nel negozio di Maria. Newyorchese di nascita, ma siciliana di adozione, allepoca la Simeti lavorava per Gourmet Magazine e lidea fu quella di proporre a Maria una stretta collaborazione, con lobiettivo di raccontare al mondo la sua vita e far conoscere a tutti le sue prelibatezze.

Mary venne nella mia pasticceria e senza mezze misure e con il suo fare americano, mi chiese di diventare la protagonista di un libro, nel quale avrebbe inserito anche le mie ricette. Senza indugio, Maria accetta la proposta e per molti mesi la giornalista americana diventa la sua ombra in cucina, la osserva, prende appunti e segna sul suo taccuino ogni preparazione, associandola poi ad una vicenda vissuta in convento. Due donne intraprendenti che diventano amiche e dalla cui tenacia nasce Mandorle amare, una storia siciliana di dolciricordi, pubblicata prima negli Stati Uniti e in seguito in Italia.

Un testo ancora oggi letto da centinaia di appassionati, afferma Maria, ma soprattutto il resoconto di una vita fatta di sacrifici addolcita da piccoli segreti di pasticceria, alcuni fortemente legati alla tradizione, altri modificati secondo lestro del momento. Un racconto che non è finito nel dimenticatoio, ma che recentemente è diventato anche un documentario, intitolato Eccellenze di Sicilia: lantica arte dolciaria trasformata in un esempio di vita, ma soprattutto il vissuto di una vulcanica signora classe 1940 che a suo modo ha anticipato i tempi, trasmettendo nei suoi sapori un mix travolgente di tradizione e innovazione.

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