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Food & Beverage

Due fratelli chioggiotti hanno portato a Padova un nuovo format di ristorazione che premia la tradizione culinaria locale

Padova, patria degli enigmi, è conosciuta come la città dei “tre senza”: il Caffè Pedrocchi, il famoso “café senza porte”, che rimaneva aperto giorno e notte fino ai primi del Novecento; il Prato della Valle, il “prato senza erba”, un’imponente piazza pavimentata e una delle più grandi d’Europa e il Santo più venerato, Sant’Antonio, affettuosamente chiamato il “Santo senza nome”, tanto è radicata la sua presenza nella vita dei padovani.

Le meraviglie di Padova

Ma non è tutto. Padova è anche custode di un tesoro inestimabile, la Cappella degli Scrovegni, dove gli affreschi di Giotto rivoluzionano la narrazione visiva del XIV secolo. Questo capolavoro, terminato nel 1305, con le sue scene vivide che illustrano la vita di Maria e Gesù, è un pionieristico esempio di arte rinascimentale che preannuncia un nuovo spirito nell’espressione umana e nella prospettiva. 

Fino a poco tempo fa, i padovani proclamavano con sicurezza che nessuna visita a Padova sarebbe stata completa senza aver esplorato gli incantevoli luoghi appena menzionati. Questa affermazione era indiscussa, ma ora c’è una novità.

Un motivo in più per recarsi a Padova

Da qualche mese, è emersa una quarta tappa imprescindibile, un’aggiunta che trasforma ogni viaggio a Padova in un’esperienza indimenticabile. Questo nuovo punto di interesse è diventato rapidamente un motivo in più per dire: “vale il viaggio”.

Questa tappa non è rappresentata da un luogo qualsiasi, anzi, per stupire ancora di più ha scelto di collocarsi all’interno del mercato più antico d’Europa: il Sottosalone. Con oltre otto secoli di storia, il Sottosalone di Padova si erge come un simbolo vivente della città, un crocevia magico dove la maestria degli artigiani del gusto incontra l’amore incondizionato dei consumatori. Un mercato che fin dal Medioevo ha attinto alla ricchezza delle campagne circostanti, cementando la reputazione di Padova come fulcro del commercio e del buon vivere.

Qui, accompagnato dal team di BluFarmers, il network dei pescatori digitali, tra i profumati e colorati banchi di formaggi, salumi, vongole e cozze – su tutte Mitilla La cozza di Pellestrina – si svela un’esperienza sensoriale travolgente, che trova un punto d’approdo di formidabile valore nella Pescheria Adriatica.

Il format speciale di Pescheria Adriatica

Pescheria Adriatica è il sogno realizzato dei fratelli Matteo ed Emiliano Scuttari che in uno dei luoghi più suggestivi d’Europa hanno unito la vendita al dettaglio, la gastronomia e la ristorazione in un format che prima non c’era. Lo racconta Matteo Scuttari.

Matteo ed Emiliano Scuttari. Crediti: Elisa Rizzo

Avete trasformato una storica pescheria in un moderno ristorante con cucina. Quali sono stati gli aspetti più sfidanti?

Trasformare una storica pescheria in un ristorante moderno è stata un’impresa entusiasmante, che ci ha messo alla prova soprattutto nell’armonizzare la tradizione culinaria locale con un’ambientazione contemporanea.

Abbiamo affrontato la sfida di rispettare l’integrità di un edificio del 1200, patrimonio Unesco, cercando soluzioni innovative che rispecchiassero al meglio il nostro spirito creativo.

Come è stato accolto il vostro nuovo format di pescheria con cucina?

Estremamente positiva. Il Salone di Padova, un luogo di grande significato per i cittadini, è stato visto sotto una nuova luce, che ha suscitato ammirazione e gratitudine. Le reazioni entusiastiche di chi si ferma ad ammirare e fotografare il nostro lavoro rafforzano il nostro impegno e passione.

La vostra filosofia si basa sul motto “dal mare alla tavola”. Come assicurate la freschezza e la qualità dei prodotti ittici e quali sono le sfide legate alla gestione quotidiana?

La freschezza e la qualità dei nostri prodotti ittici sono garantite dalla nostra presenza quotidiana al mercato ittico di Chioggia e dall’impegno costante nello scegliere solo il meglio, indipendentemente dalla disponibilità del momento. Gestire tre diverse sedi ci consente di mantenere un flusso di vendita regolare, evitando accumuli di stock, che sono il principale nemico della freschezza nei prodotti ittici.

Crediti: Elisa Rizzo

Quali sono state le principali sfide nel trovare il personale giusto che condividesse la vostra visione?

Abbiamo optato per un approccio basato sul passaparola, che ci ha permesso di conoscere meglio i candidati rispetto ai canali tradizionali di reclutamento. Oggi contiamo su un team di oltre 20 dipendenti, tutti motivati e profondamente appassionati del loro lavoro.

Qual è il piatto iconico del vostro ristorante, e come rappresenta l’unione tra le tradizioni locali e l’innovazione?

Gli spaghettoni di Gragnano con vongole lupini di Chioggia. Questo piatto, preparato con dedizione e maestria dallo chef Mescolin, esalta la semplicità degli ingredienti con un sapore ricco e una texture cremosa che rendono ogni assaggio un’esperienza indimenticabile.

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