come e dove investono gli italiani
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Il 67% degli italiani si informa sul web per investire e in alcuni casi si affida ancora ad amici e parenti

Quasi il 70% degli italiani (il 67%) si informa sul web per orientarsi nella scelte di investimento. È questo uno dei dati di maggior impatto sviscerati dalla Consob nel suo ultimo rapporto sugli investimenti finanziari delle famiglie italiane, che accende difatti l’attenzione su un fenomeno ormai consolidato che conferma la discesa senza fine della carta stampata, che crolla così al quarto posto (34%) in questa particolare classifica, alle spalle della tv (43%) e dei social media (36%). E, contestualmente, come afferma l’istituto, “aumenta l’esposizione al rischio di cadere nella trappola delle frodi finanziarie o di prendere decisioni di investimento non informate”.

I social media e le scelte di investimento degli italiani

La rilevanza dei social media come fonte di informazioni in ambito finanziario è maggiore per i 18-34enni (58%), le donne (42% contro il 34% degli uomini), per le famiglie che gestiscono somme inferiori a 50.000 euro (41% contro il 33% di quelle con un patrimonio più elevato) e per quelle con un basso livello di educazione finanziaria (55% contro il 33%).

Tuttavia, una volta raccolte le informazioni nella prima fase di orientamento, quando si tratta della decisione finale su come investire i propri soldi, la percentuale di intervistati che si lascia guidare dalle indicazioni trovate sui social media scende al 3%. L’indagine, quindi, registra “che gli investitori con posizione finanziaria più solida ricercano più frequentemente le informazioni sugli investimenti da fonti informative ufficiali o focalizzate/specializzate sulla finanza (come siti web di società, app e sito web dell’intermediario finanziario).

Dove investono gli italiani e a chi si affidano

Il rapporto analizza anche la modalità con la quale gli investitori assumono decisioni finanziarie. In questa direzione, quasi un italiano su due (il 42%) dichiara dichiara di assumere alcune delle decisioni finanziarie in autonomia, mentre il 40% assume decisioni con il supporto di un consulente finanziario oppure di un addetto della banca. Ma non è finita qui. Il 32%, infatti, segue i suggerimenti di parenti, amici, colleghi considerati non esperti (‘informal advice’), mentre il 9% segue le indicazioni di parenti, amici, colleghi che lavorano nel settore finanziario. Infine, il 6% circa delega le proprie scelte finanziarie a intermediari, mentre solo il 3% segue i consigli dei social networks.

Guardando invece ai prodotti finanziari maggiormente diffusi, troviamo i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (48%), seguiti da titoli di Stato (39%), fondi comuni di investimento (36%), obbligazioni (35%), depositi vincolati e azioni (32%). In questa direzione, il 35% degli investitori considera l’orizzonte temporale di investimento come fattore trainante nel guidare le proprie scelte di portafoglio. Seguono i rendimenti attesi e gli obiettivi di investimento (30%). Decisamente inferiore invece il peso in media attribuito alle conoscenze finanziarie (18%) e alle esperienze di investimento (9%).

L’indagine pone in evidenza come si mostrino interessati agli investimenti sostenibili il 50% degli investitori, dato sostanzialmente in linea con la rilevazione del 2022. L’interesse verso la sostenibilità è più marcato tra gli investitori supportati da un professionista (55% dei
casi), così come tra gli investitori che mostrano una attitudine più elevata a dedicare più tempo alla ricerca di informazioni sulla finanza sostenibile (64% dei casi) e tra coloro che già possiedono investimenti sostenibili (76%).

E le criptovalute?

Continua a cresce l’attenzione delle famiglie italiane per le criptovalute. Tra il 2022 e il 2024 la percentuale di intervistati che dichiara di avere criptovalute nel proprio portafoglio è più che raddoppiata, passando dall’8 al 18 per cento, anche se la scelta non sempre è associata a un’effettiva conoscenza delle caratteristiche di questa tipologia di asset digitali.

Chi prende le scelte di investimento

Il decisore finanziario è solitamente il componente della famiglia con il reddito più alto ed è anche il principale responsabile della gestione delle finanze. Nel 78 per cento dei casi si tratta di un uomo con un’età media di 51 anni. Ciò conferma, quindi, il consolidato gender gap che caratterizza il contesto italiano con riferimento non solo agli aspetti retributivi ma anche a quelli sociali e culturali. L’obiettivo prioritario nelle scelte di investimento è la protezione del capitale (81%) a fronte del 55% degli intervistati che punta, invece, alla crescita del capitale.

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