stefano mele, space economy
Professionals

Così l’Italia sta disciplinando il settore della space economy

articolo di Antonio Ravenna

Il settore aerospaziale è in grande fermento e promette importanti sviluppi per l’intera economia mondiale nei prossimi decenni. In merito alla regolamentazione del settore abbiamo parlato con Stefano Mele, partner dello studio legale Gianni & Origoni, responsabile dei dipartimenti cybersecurity law e diritto dello spazio e della space economy, nonché co-responsabile del dipartimento privacy

Come è definito  e disciplinato  il settore della space economy in Italia?

A giugno il Consiglio dei ministri ha licenziato la bozza della prima legge quadro italiana sulla space economy, ora in discussione al Senato. Si tratta di un passo fondamentale per regolamentare il settore spaziale nel nostro Paese. Si mira a colmare un vuoto normativo, introducendo regole chiare per l’accesso e l’operatività nello spazio, tanto per gli operatori italiani quanto per quelli stranieri che intendano svolgere attività dal territorio italiano. Si introducono così importanti novità normative, come la necessità per gli operatori spaziali di munirsi di un’autorizzazione specifica per accedere allo spazio, l’obbligo per gli operatori di stipulare specifici contratti assicurativi e l’affidamento dei compiti di vigilanza all’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Ma non solo. Di particolare interesse poi la creazione di un piano nazionale per l’economia dello spazio con orizzonte quinquennale, volto a individuare i fabbisogni del settore e pianificare gli investimenti pubblici e privati. Per promuovere lo sviluppo di tecnologie spaziali innovative e facilitare la crescita di Pmi e startup sarà istituito anche un fondo per la space economy. Come si può facilmente immaginare, l’approvazione definitiva della legge, prevista auspicabilmente entro la fine del 2024, porrà l’Italia all’avanguardia nel settore spaziale a livello europeo e globale, favorendo così collaborazioni internazionali e stimolando l’innovazione nel comparto industriale.

A queste parole fa eco anche l’avvocato Francesco Cerciello, senior associate del team di Mele, che osserva come il settore della space economy apra sul piano legale numerose tematiche su cui porre la massima attenzione un po’ in tutti i settori del diritto. Un esempio è quello della protezione dei dati personali e della privacy. Infatti, con l’aumento delle attività spaziali e del traffico di dati provenienti da tecnologie spaziali, come satelliti per telecomunicazioni e osservazione terrestre, si aprono nuovi scenari anche per le aziende italiane dell’industria spaziale, che si troveranno a gestire un flusso sempre più massiccio di informazioni e dati, anche personali. 

Quali misure sono previste a sostegno di quest’industria? 

Per rafforzare il settore spaziale e promuoverne l’innovazione l’Italia ha introdotto diverse misure di sostegno alla space economy. Come accennato in precedenza, il piano nazionale per l’economia dello spazio mira, anzitutto, ad identificare e a quantificare i fabbisogni del settore spaziale e prevede investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e private. Anche il fondo per la space economy ha un ruolo centrale per il raggiungimento di questo importantissimo obiettivo di sostegno, in quanto è destinato a promuovere le attività spaziali e favorire la crescita del mercato di prodotti e servizi basati sulle tecnologie spaziali. Inizialmente, il fondo è stato finanziato con 150 milioni di euro, ma pare che le risorse potrebbero aumentare fino a 7,3 miliardi di euro entro il 2026. Altrettanto rilevanti sono le collaborazioni internazionali, dove l’Italia da sempre partecipa attivamente a programmi spaziali internazionali come quelli dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e ad altri progetti globali, come Copernicus e Galileo, per promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie spaziali avanzate.

Le pmi potranno avere un ruolo nel suo sviluppo? 

Le pmi avranno sicuramente un ruolo cruciale nello sviluppo della space economy. Si mira ad agevolare l’accesso ai contratti pubblici nel settore delle attività spaziale e delle tecnologie aerospaziale, introducendo disposizioni speciali in materia di appalti proprio a favore di startup innovative e pmi, oltre all’istituzione di regole per la partecipazione dei privati al settore spaziale e incentivi fiscali per favorire gli investimenti in infrastrutture e tecnologie spaziali. In questo modo, l’Italia porta avanti un percorso già tracciato, a livello nazionale, con il Pnrr e i programmi promossi dall’Asi e dall’Esa, nonché attraverso le iniziative che riservano fondi alle pmi che sviluppano tecnologie spaziali o applicazioni satellitari. Sembra si voglia premiare la flessibilità e la capacità di innovazione delle piccole e medie realtà, capaci di adattarsi rapidamente ai nuovi scenari e ai modelli di business emergenti nel settore spaziale. In altre parole, penso si possa affermare che la space economy sarà sempre meno ad appannaggio solo dei grandi playerGrazie alla crescente domanda di servizi e tecnologie spaziali, infatti, le pmi possono posizionarsi sin d’ora come fornitori chiave di componenti, software e soluzioni innovative, partecipando quindi attivamente alla crescita di questa industria strategica per il nostro Paese.

LEGGI ANCHE: “L’attacco delle grandi aziende aerospaziali: “L’Europa non fa abbastanza per tenere testa a Usa e Cina”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .