Marzia Varvaglione
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Marzia Varvaglione nuova presidente Ceev, la più giovane e la prima donna di sempre

Aria di cambiamenti nel mondo del vino. Marzia Varvaglione è stata nominata presidente del Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV). La sua è una carriera che, da quando è entrata in azienda, poco più di 10 anni fa, l’ha portata già ai tavoli di Bruxelles: ci voleva una giovane donna al timone del vino europeo.

Marzia Varvaglione alla guida del Ceev

Una nomina che non solo riporta la guida dell’organizzazione in mani italiane, dopo la presidenza di Lamberto Vallarino Gancia (2004-2013), ma segna anche una svolta generazionale per il settore, tra i più statici e ingessati. E recentemente colpita dai forti dazi imposti da Trump e dalle nuove normative sul consumo di alcolici.

“Questa nomina porta una ventata di freschezza”, ha commentato Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini (UIV), dopo la ratifica avvenuta oggi dall’Assemblea generale dei soci. “Siamo certi che Marzia saprà guidare il settore in un momento cruciale per il vino europeo. È motivo di grande orgoglio vedere alla presidenza del CEEV non solo la prima donna, ma anche la persona più giovane di sempre a ricoprire questo ruolo. È un segnale chiaro: il nostro comparto ha bisogno di energia, dinamismo e una visione proiettata al futuro”.

Frescobaldi ha poi sottolineato l’importanza del programma presentato dalla neo-presidente, che tocca tutti i temi cruciali per il futuro del vino europeo. “Difesa del settore, competitività delle imprese, strategie per riconquistare i giovani consumatori parlando il loro linguaggio e, non ultimo, il sostegno al ricambio generazionale. A tutto questo si aggiunge il rafforzamento del ruolo di advocacy dell’organizzazione e il perseguimento degli obiettivi del Piano Strategico 2023-2027. Un piano ambizioso, ma fondamentale per la crescita e la tutela del comparto”.

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Le sfide per il futuro

Grande entusiasmo anche da parte di Marzia Varvaglione. “Un grande onore poter riportare questo ruolo nel nostro Paese. La mia elezione dimostra come il mondo del vino sia ormai pronto al dialogo, all’ascolto e all’apertura verso le nuove generazioni. L’agenda su cui mi voglio concentrare è fitta e irta di sfide epocali: dai dazi che mettono a dura prova l’export, di cui tante cantine italiane hanno vissuto negli ultimi decenni, alla demonizzazione dell’alcol, che stiamo combattendo con la campagna ‘Vitae e Vino’. Stiamo raccogliendo firme da tutta la filiera per raccontare il vino, non come prodotto nocivo per la salute, ma come espressione dell’heritage, della cultura contadina e dei territori dove è prodotto”.

“Un altro tema cruciale sarà l’E-labeling, ovvero l’unificazione delle retroetichette attraverso un QR code condiviso che stiamo studiando attraverso il dossier Wine Package“, spiega Varvaglione. “Altra sfida della mia generazione è quella che il consumo del vino sta cambiando: i rossi stanno lasciando spazio ai bianchi e alle bollicine, cambiano i momenti di consumo. La convivialità resta centrale, ma oggi i calici tintinnano in occasioni di svago o di celebrazione, più che nei pasti quotidiani, come era abitudine nella generazione prima della nostra. I tempi sono maturi per un grandi cambiamenti”.

A fianco di Marzia Varvaglione (che vanta la carica di presidente di Agivi e membro del consiglio dell’Uiv dal 2020) ci sarà Pedro Pereira Gonçalves (di Acibev, Portogallo) in qualità di vice presidente; il tesoriere Jérôme Perchet (Ffva, Francia); nel board un altro italiano, Piero Mastroberardino (Federvini, Italia); Pedro Ferrer (Fev, Spagna); Michel Chapoutier (Umvin, Francia) e José Ramón Fernández (Gleve – Groupe de liaison des entreprises vinicoles européennes).

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