Donald Trump
Business

Come Trump sta danneggiando l’industria del turismo statunitense

Questo articolo è apparso su Forbes.com

La guerra dei dazi avviata su più fronti dall’amministrazione Trump e l’escalation della retorica del presidente stanno allontanando i turisti internazionali dagli Stati Uniti, secondo un numero crescente di dati sui viaggi.

I fatti chiave

  • I dazi di Trump, la sua retorica imperialista e i titoli virali sugli stranieri con visti turistici legali e green card che vengono trattenuti dai funzionari dell’immigrazione statunitensi si stanno “diventando ostacoli significativi per l’industria dei viaggi statunitense” e “stanno riportando indietro i viaggi internazionali di diversi anni”. A dirlo a Forbes è stato Adam Sacks, presidente di Tourism Economics, una società apartitica di Oxford Economics che si occupa di statistiche sul turismo.
  • Se le previsioni di Tourism Economics alla fine del 2024 prevedevano per quest’anno una crescita del 9% dei viaggi internazionali verso gli Stati Uniti, ora l’organizzazione ha rivisto la sua previsione di base e ha stimato un calo del 5%. “Ma riconosciamo che il dato potrebbe essere ben peggiore, per come stanno andando le cose”, ha aggiunto Sacks.
  • Tourism Economics prevede che la spesa totale per i viaggi negli Stati Uniti – tenendo conto sia di quella degli stessi americani, sia di quella dei turisti internazionali – sarà inferiore del 3,7% rispetto alla stima di dicembre, per una perdita stimata in 64 miliardi di dollari dell’economia statunitense.
  • I viaggi in entrata da Canada e Messico sono particolarmente importanti, con 36 milioni di turisti nel 2024, ovvero circa la metà di tutti i viaggi internazionali verso gli Stati Uniti.
  • Mercoledì 26 marzo Oag, un fornitore di dati sul traffico aereo globale, ha annunciato che le prenotazioni aeree dal Canada agli Stati Uniti sono scese del 70% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
  • All’inizio di febbraio la Us Travel Association (Usta) ha avvertito che un calo del 10% dei viaggi dal Canada si sarebbe tradotto in 2,1 miliardi di dollari di mancate spese negli Stati Uniti e avrebbe messo a rischio 140mila posti di lavoro nel settore dell’ospitalità. Dati preliminari di Statistics Canada per febbraio hanno mostrato anche un calo del 23% dei viaggi in auto dal Canada agli Usa.

Il contesto

Storicamente, c’è sempre stata una correlazione tra il sentimento internazionale nei confronti degli Stati Uniti e il turismo. “Durante il primo mandato di Trump abbiamo registrato cambiamenti terribili per i viaggi verso gli Usa, che riguardavano proprio i mercati più toccati dalle politiche e dalla retorica del presidente”, ha detto Sacks. Prima dell’elezione di Trump nel 2016, i viaggi in entrata da paesi come Messico, Cina e gli stati musulmani del Medio Oriente erano in aumento, ha spiegato. Poi sono diminuiti nei primi tre anni di Trump, che li aveva resi oggetto di una retorica aggressiva. “Queste grandi svolte nei risultati economici possono essere collegate a politiche e retoriche impopolari, stando a ciò che osserviamo a proposito di intenzioni di viaggio, cancellazioni, sentimenti riguardo i viaggi negli Usa, prenotazioni anticipate e prenotazioni aeree. E ora la situazione è molto peggiore di quella del primo mandato di Trump”.

Che cosa non sappiamo

Il sentimento anti-statunitense avrà un impatto negativo sui visitatori internazionali per grandi eventi sportivi, come la Ryder Cup 2025, i Mondiali di calcio 2026 e i Giochi olimpici e paralimpici 2028? “Lo abbiamo visto accadere negli ultimi 25 anni”, ha detto Sacks. “Ogni volta che gli Stati Uniti adottano politiche che sono impopolari in Europa, i viaggi dall’Europa ne risentono. Lo abbiamo visto durante la seconda guerra del Golfo, che era molto impopolare in Europa. Ma ciò che vediamo ora è più grave di vari ordini di grandezza. Stiamo trattando gli europei come se fossero i nostri avversari e questo si fa sentire nella guerra commerciale, dove tutto è considerato un gioco a somma zero”.

La frase chiave

“L’amministrazione sta commettendo un errore gratuito dopo l’altro nel campo del turismo internazionale”, ha aggiunto Sacks. “Non c’è letteralmente niente da guadagnare dal genere di atteggiamento aggressivo che il governo ha assunto nei confronti del Canada. Lo stesso vale per l’Europa, quando Trump dice che l’Unione europea è stata istituita per fregare gli Stati Uniti. Non c’è nulla da guadagnare”.

Un fatto correlato

Il Messico è il secondo paese per flusso turistico verso gli Stati Uniti, dopo il Canada. Prima di tutte le minacce sui dazi, la Usta prevedeva per il 2025 un incremento di visitatori dal Messico del 18% rispetto al 2024. Se si guarda alla prima metà del primo mandato di Trump, i turisti dal Messico erano calati del 3%. A febbraio, però, i voli dal Messico agli Usa sono calati del 6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, secondo dati del National Travel and Tourism Office, organo del dipartimento del Commercio, che è la fonte ufficiale del governo statunitense per le statistiche sui viaggi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .

Questo articolo è stato notarizzato in blockchain da Notarify.

Certificato notarizzazione su blockchain