I bookmaker sono convinti che, dopo 47 anni, il conclave tornerà a eleggere un papa italiano. Il favorito, secondo le principali agenzie di scommesse, è Pietro Parolin, attuale segretario di Stato vaticano (una sorta di ministro degli esteri della Chiesa). In corsa ci sono altri due italiani, ma anche cardinali che potrebbero diventare il primo papa dell’Asia o dell’Africa.
È originario di Schiavon, in provincia di Vicenza, e presiederà il conclave. Ha 70 anni ed è il favorito per le agenzie di scommesse. È conosciuto dal pubblico soprattutto per avere lavorato all’accordo del 2018 sulla nomina dei vescovi tra Cina e Vaticano. In un momento di guerre e tensioni internazionali, la sua fama di abile diplomatico potrebbe essere decisiva.
Nonostante sia stato creato cardinale da un papa conservatore come Benedetto XVI, è probabilmente il più progressista tra i favoriti e forse il più vicino a Francesco. Filippino, 67 anni, è favorevole ai diritti lgbtqi+. Nelle ultime settimane è circolato il video di un suo intervento del 2008 molto critico nei confronti del capitalismo (“Quanti lavoratori delle fabbriche si vedono negare il giusto salario in nome del dio chiamato profitto? […] E quanti poveri vengono sacrificati al dio dell’avidità?”).
Ghanese, 76 anni, è un conservatore su molti temi: diritti lgbtqi+, atteggiamento nei confronti dei laici, uso del profilattico. È invece considerato attento alle questioni ambientali e, soprattutto, vicino ai poveri: nel 2016 Bergoglio lo nominò responsabile del dicastero per lo Sviluppo umano, che si occupa di questioni che riguardano migranti, bisognosi, ammalati, emarginati, carcerati.
Anche lui è tra i progressisti, soprattutto su temi come i migranti e la povertà. Ha 69 anni ed è il presidente della Conferenza episcopale italiana. È il cardinale incaricato da Francesco della missione di pace in Ucraina ed è considerato un cardinale ‘di strada’. Nel 2015 Bergoglio lo nominò arcivescovo di Bologna, mansione in cui ha rinunciato a vivere nel palazzo episcopale per abitare in una casa con 25 preti anziani.
Guineano, 79 anni, è sostenuto da alcuni cardinali ultraconservatori. È contrario a qualsiasi apertura agli omosessuali, all’ordinamento delle donne, all’abbandono dell’obbligo del celibato per i preti. Su questo tema, in particolare, è entrato in conflitto con Bergoglio: nel 2020, mentre Francesco valutava di permettere ai preti dell’Amazzonia di sposarsi, ha scritto un libro di tendenza opposta (Dal profondo dei nostri cuori: sacerdozio, celibato e crisi della Chiesa cattolica) assieme a Joseph Ratzinger.
Bergamasco, a 60 anni è il più giovane tra i favoriti. Elemento che potrebbe giocare a suo sfavore, perché è presumibile che potrà essere in corsa anche nel prossimo conclave. Francescano, è il patriarca di Gerusalemme dei Latini. Pochi giorni dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, si offrì come ostaggio in cambio della liberazione dei bambini israeliani rapiti. “Mi chiesero: perché solo i bambini israeliani? La mia risposta fu: anche per quelli palestinesi sono pronto”, ha detto alla Cnn.
L’arcivescovo di Budapest, 72 anni, è un altro candidato dell’ala conservatrice, anche se non si è mai schierato apertamente contro le politiche e le dichiarazioni più progressiste di Bergoglio. È molto lontano da Francesco soprattutto sui migranti: nel 2015 vietò alla Chiesa ungherese di ospitare i richiedenti asilo che arrivavano dalla cosiddetta ‘rotta balcanica’ ed equiparò l’accoglienza al traffico di esseri umani.
Altro candidato conservatore. Ha 65 anni ed è l’arcivescovo di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Nel 2023 si oppose alla scelta di Bergoglio di benedire le coppie omosessuali. È però considerato vicino a Francesco dal punto di vista personale: faceva parte del Consiglio dei cardinali, un gruppo di nove cardinali che il papa consultava sulle questioni più delicate.
È il più quotato tra i cardinali statunitensi. Ha 69 anni, è a capo del Dicastero per i vescovi e della Pontificia commissione per l’America Latina. È considerato parte della stessa area della Chiesa di Bergoglio.
Anche l’arcivescovo di Marsiglia, nato nel 1958 in Algeria, è stato un alleato di Bergoglio su diversi temi, come i migranti, la povertà e il dialogo con le altre religioni. È però considerato più a destra di Francesco su altre questioni, come i diritti e i riti tradizionali della Chiesa.
Maltese, 68 anni, è stato un altro alleato di Bergoglio. Nel tempo si è spostato su posizioni più progressiste: dopo essere stato a lungo un conservatore sui diritti degli omosessuali, per esempio, nel 2014 ha sostenuto la necessità di aperture alla comunità lgbtqi+. Afferma anche la necessità di un maggiore coinvolgimento delle donne nella vita della Chiesa.
È stato già citato tra i papabili negli ultimi due conclavi, nel 2005 e nel 2013. Canadese, non sarà elettore per via dell’età (ha compiuto 80 anni nel 2024), ma è eleggibile. A lungo a capo del Dicastero per i vescovi, è considerato un conservatore.
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