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31 dicembre 2025

La tenuta Aminta e il Brunello di Montalcino: il nuovo capitolo di Famiglia Cecchi

L'azienda, nell'enologia dal 1893, è entrata anche nel Consorzio del Brunello, prodotto storico della Toscana
La tenuta Aminta e il Brunello di Montalcino: il nuovo capitolo di Famiglia Cecchi

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Contenuto tratto dal numero di dicembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Nel percorso di ogni famiglia che lavora la terra arriva un momento in cui il desiderio incontra il coraggio. Per Famiglia Cecchi è accaduto a Montalcino, cuore nobile della Toscana del vino. Qui la famiglia – nell’enologia dal 1893 – ha aperto un nuovo capitolo con la tenuta Aminta. Acquistata nel 2018, dopo anni di osservazione e di lavoro silenzioso in vigna e in cantina, oggi è pronta a mostrarsi al mondo con le prime due etichette: il Brunello di Montalcino Docg 2020 e il Rosso di Montalcino Doc 2023. Entrambi in tiratura limitata: tremila bottiglie per il Brunello e 3.100 per il Rosso.

Il debutto porta con sé l’amore per una terra e per un vitigno, il Sangiovese, che da sempre accompagna il cammino della realtà. “Entrare a Montalcino”, spiega Andrea Cecchi, quarta generazione dell’azienda, presidente e ceo, “è stato un passo meditato, una scelta che unisce esperienza, rispetto e visione. Aminta è nata per raccontare l’identità del territorio, con vini essenziali nello stile e pensati per durare nel tempo”. Una scelta strategica e affettiva. Strategica perché il territorio di Montalcino rappresenta una delle massime espressioni del Sangiovese a livello mondiale: suoli complessi, esposizioni ideali, microclimi che permettono vini longevi e identitari. Affettiva perché ogni investimento della famiglia è sempre stato accompagnato da una componente emotiva: dalla storica Villa Cerna nel Chianti Classico alla maremmana Val delle Rose, fino a Tenuta Alzatura in Umbria e a Villa Rosa a Castellina in Chianti.

La storia di Famiglia Cecchi

Fondata nel 1893 da Luigi Cecchi, Famiglia Cecchi ha costruito nel tempo un mosaico di tenute che ha in Aminta l’ultimo tassello. Nel tempo, l’impresa è diventata protagonista della viticoltura toscana e umbra, con la visione di investire nei territori più vocati, rispettare la natura, innovare nel rispetto della tradizione. La filosofia produttiva si fonda su sostenibilità e identità territoriale: protocolli biologici, fitodepurazione delle acque, gestione attenta delle vigne e cura meticolosa in cantina. Perché ogni vino deve parlare la lingua del suo luogo d’origine.

Attraverso le generazioni Famiglia Cecchi ha sempre visto il vino come un atto d’amore. Con la nuova tenuta questo amore si rinnova e profuma di Sangiovese, di vigne baciate dal sole e protette dal Monte Amiata. Il sogno è portare nel calice di chi sa ascoltare le storie che solo un grande vino sa raccontare.

Proprio la storia del Monte Amiata, che assicura clima ideale e protezione naturale, è una delle tante che si intrecciano nel nome Aminta. C’è poi quella di Anita Sardelli, madre di Andrea Cecchi, donna di grande sensibilità e figura ispiratrice per la famiglia. E c’è anche un’eco letteraria: l’Aminta di Torquato Tasso, con la sua fonte che richiama la sorgente termale che scorre ai margini del bosco della tenuta.

Il legame con la famiglia ritorna anche nelle etichette. Disegnate a mano, nascono dai tratti originali di Anita e riportano gli appezzamenti dei vigneti Pian Bossolino, Cantina e Caselle. Tre corpi distinti per sei ettari totali nell’area sud-orientale di Montalcino, dove la geologia alterna galestro, pietraforte e sabbie messiniane, creando una complessità che si ritrova nel bicchiere.

Le nuove bottiglie

Quanto al vino più celebre del territorio, il Brunello di Montalcino 2020 si presenta con un colore rosso rubino. Al naso, fragranti note di frutto rosso maturo si intrecciano con sfumature floreali e un accenno di arancia sanguinella, per poi aprirsi a nuance speziate che ne definiscono la complessità. Al palato è succulento e vibrante, con tannini saporiti e una freschezza che regala equilibrio. Il finale è lungo e persistente, con ritorni fruttati e speziati che ne esaltano l’eleganza. Il Rosso di Montalcino 2023, invece, ha un’anima più giovane e vivace. Di un rosso rubino brillante, sprigiona profumi freschi di frutti rossi, marasca in primis, accompagnati da note di arancia sanguinella e da una speziatura delicata. In bocca è morbido, vibrante, con tannini setosi che guidano verso un finale lungo e armonioso, dove le note di frutta rossa restano protagoniste. Due vini diversi per complessità e struttura, ma uniti dallo stesso filo conduttore: raccontare Montalcino con autenticità, rispettando la voce del Sangiovese e l’impronta della famiglia.

Al Brunello di Montalcino 2020 e al Rosso di Montalcino 2023, in vendita dalla primavera, seguiranno le prossime annate – rispettivamente 2021 e 2024 –, presentate a Montalcino, dal 20 al 24 novembre, alla 34esima edizione di Benvenuto Brunello. Un momento che ha segnato non solo il debutto di Aminta, ma anche l’ingresso ufficiale della tenuta nel Consorzio del Brunello, confermando la volontà di essere parte attiva e responsabile della comunità.

L’annata che verrà

Nel comprensorio di Montalcino, l’annata 2021 ha registrato un inverno mite, con temperature raramente al di sotto dello zero. Le piogge sono state scarse e si sono intensificate solo verso la fine della stagione. Dal punto di vista fenologico, visto il precoce sviluppo dell’attività delle piante, è stata ritardata la potatura per rallentare il germogliamento. Questo ha garantito la protezione dei germogli quando si è registrato un abbassamento delle temperature, ad aprile. A maggio, qualche pioggia ha contribuito a ripristinare le riserve idriche. Giugno e luglio sono stati caldi e asciutti, con le piogge di fine agosto che hanno abbassato le temperature, consentendo una lenta e ottimale maturazione. La vendemmia delle uve per il Brunello Aminta è avvenuta a metà settembre, ed è stata all’insegna di un Sangiovese sano, sapido e croccante.

Le uve, raccolte a mano, sono state selezionate sul tavolo di cernita all’arrivo in cantina, per essere quindi diraspate e pigiate in modo soffice. La fermentazione alcolica è avvenuta in serbatoi di acciaio inox, con la macerazione che si è protratta per una decina di giorni a una temperatura di 28° C. La fermentazione malolattica si è svolta sempre nei contenitori di acciaio. Poi il vino è stato trasferito in botti e tonneaux di rovere, dove ha iniziato il percorso di maturazione in legno. A giugno 2025 il Brunello Aminta 2021 è stato imbottigliato, per proseguire il suo corso di affinamento in bottiglia. 

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