McDonald’s si impegnerà nel raggiungimento della parità di genere e nell’aumentare la rappresentanza di “gruppi storicamente sotto-rappresentati”. È lo stesso colosso del fast food ad annunciarlo, attraverso un comunicato ufficiale, mettendo nero su bianco date e numeri da rispettare per conseguire questi obiettivi.
Entro il 2025 aumenterà la rappresentanza di gruppi storicamente sotto-rappresentati nella leadership esecutiva – quindi tenendo in considerazione i ruoli dal senior director in su – dall’attuale 29% al 35%. Per quanto riguarda le donne, la percentuale di quote rosa in posizioni di leadership dovranno aumentare entro tale data dal 37% al 45%. L’obiettivo finale? Raggiungere entro il 2030 la parità di genere e aumentare l’inclusione nei ruoli di leadership. Dunque una pari rappresentanza di donne e uomini nei ruoli senior e una maggiore attenzione ai temi della discriminazione razziale.
Le accuse di discriminazione di Herb Washington
McDonald’s ha aperto gli occhi sulla questione in particolar modo nel corso del 2020. In primis dopo l’omicidio di George Floyd avvenuto a maggio, con le conseguenti proteste per la brutalità messa in atto dalla polizia contro la popolazione nera. E poi in seguito alle accuse di discriminazione razziale mosse da Herb Washington, ex giocatore di baseball professionista diventato il più grande franchise afroamericano di McDonald’s.
Washington, che dal 1980 ad oggi ha aperto quasi 30 Mc Donald’s negli Stati Uniti, ha accusato la catena di fast food di aver ostacolato i suoi affari, trattando diversamente i suoi franchise e facendo scelte in base al colore della pelle. McDonald’s avrebbe negato ai neri le stesse opportunità riservate ai bianchi. In che modo? Indirizzando i negozi dei primi verso aree meno remunerative della città. “Ho sempre sperato che avrebbero messo fine ad un sistema a due livelli”, ha detto Washington in una conferenza stampa. “E invece, proprio quando ho cercato di difendere me stesso e gli altri franchise neri, McDonald’s ha distrutto il lavoro della mia vita”.
Altre iniziative inclusive di McDonald’s
Accuse pesanti, alle quali il colosso americano ha deciso di reagire con nuovi obiettivi di inclusione da raggiungere e con altre iniziative in merito. McDonald’s darà dei bonus annuali ai ruoli esecutivi dell’azienda in base alla loro capacità di migliorare la rappresentanza all’interno dei ruoli di leadership, sia per le donne che per i cosiddetti “gruppi sotto-rappresentati”. Inoltre è stato assunto lo scorso novembre Reginald Miller nel ruolo di chief diversity and inclusion officer. “Ogni membro del senior leadership team lavorerà anche in collaborazione con Miller e il suo team per costruire un piano d’azione e spostare l’ago della bilancia proprio su questi impegni”, si legge nel comunicato ufficiale di McDonald’s.
“Riconosciamo che questi problemi pesano molto sui nostri dipendenti”, ha affermato il Ceo di McDonald’s Chris Zempczinski in un messaggio rivolto all’azienda pubblicato su Linkedin. “Abbiamo sentito forte e chiaro che la diversità, l’equità e l’inclusione sono priorità per tutto il nostro team, dalle nostre squadre ai nostri dirigenti senior. Siamo seri nel ritenere noi stessi e i nostri leader responsabili di questi impegni fondamentali”.
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