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Forbes Italia

Il primo video di YouTube veniva caricato il 23 aprile 2005. Oggi è un colosso da 19,8 miliardi di fatturato

Il primo video è ancora online. Basta digitare “Me At The Zoo”. Sullo schermo comparirà Jawed Karim, allora ventisettenne, primo utente e fondatore di YouTube. Era il 23 aprile del 2005. Oggi la piattaforma fa parte della famiglia Google e nel 2020 ha contribuito a portare nelle tasche del colosso di Mountain View ben 19,8 miliardi di dollari.

Il mistero delle origini

Da allora sono passati sedici anni e l’azienda ha attraversato trasformazioni importanti, nonostante la sua nascita rimanga tuttora avvolta nel mistero. I fondatori furono Jawed Karim e due suoi ex colleghi di Paypal, Chad Hurley e Steve Chen. Pare che l’idea sia nata durante una festa nel gennaio del 2005: non c’era un luogo dove convidere foto e video dell’evento. Lo stesso Jawed racconta, invece, che furono due eventi noti a far scattare l’idea: Justin Timberlake che strappa il reggiseno di Janet Jackson e lo tsunami del 26 dicembre del 2004.

Poco importa, in ogni caso, quale sia la vera genesi del progetto. Ciò che veramente fa riflettere è che Google si accorse delle potenzialità della piattaforma quasi subito. Alla fine del 2006, Big G acquistò Youtube per 1,65 miliardi di dollari: uno degli acquisti più importanti del colosso assieme a Motorola, Nest e DoubleClick.

L’azienda oggi

Ai tre fondatori e ai loro 70 dipendenti, dopo l’acquisizione, fu comunque lasciata una certa indipendenza. Anche per questo, probabilmente, la piattaforma ha potuto raggiungere risultati importanti.

Solo due anni fa Google ha voluto rilasciare i dati ufficiali di bilancio della piattaforma. La creatura di Karim, Hurley e Chen ha fatturato nel 2019 ben 15,15 miliardi, equivalenti al 10% degli incassi totali di Google.

Nel 2020 YouTube è cresciuta ancora ed è arrivato a 19,8 miliardi, nonostante la concorrenza dei social network di casa Zuckerberg. Instagram ha fatto entrare nello stesso anno più di 20 miliardi: più di un quarto del fatturato di Facebook Inc.

I numeri di Youtube

Anche in quanto a numeri le cose sono cambiate molto rispetto al 2005. Gli ultimi dati risalgono al 2020, quando Youtube registrava 2 miliardi di utenti mensili. La piattaforma fa anche sapere che ogni minuto vengono caricate 500 ore di video. La visita media è di 23 minuti e tocca 9,69 pagine.

YouTube si posiziona così come la seconda piattaforma social più visitata dopo Facebook e subito prima di Instagram, che segna un 14% in più di utenza. Statistica che non vale per l’Italia, dove la piattaforma video batte la creatura di Zuckerberg: 36,2 milioni di utenti contro 35,9. Di questi, a livello mondiale, il 33% ha meno di 13 anni.

Inoltre, fa sapere la stessa azienda sul proprio dominio, che sono state lanciate versione locali della piattaforma in più di 100 paesi e che di conseguenza è possibile navigarci con la possibilità di 80 lingue differenti.

L’importanza per il business

Considerando quindi la portata di YouTube, non sorprende sapere che la piattaforma è tra le preferite dei marketer. Le maggiori aziende – anche quelle dell’ambito finanziario, che vogliono proiettare di solito un’immagine pubblica più ingessata –  curano il proprio canale YouTube per poter veicolare messaggi in maniera più veloce e accattivante. Si pensi ai colossi della finanza, come Jp Morgan o BlackRock.

Secondo una ricerca di Go Globe del 2019, il 78,8% dei marketer considerano Youtube efficace per il video marketing, contro il 58,8% favorevole all’utilizzo di Facebook. Più della metà dei marketer sta pubblicando annunci video su Youtube. E anche se YouTube rappresenta già più di un quarto (27,1%) della spesa dei team di marketing per gli annunci video digitali, il 62% dei business prevede di aumentare il proprio budget nei prossimi 12 mesi.

Ed è infatti la stessa azienda a comunicare che “negli ultimi cinque anni, abbiamo corrisposto più di 2 miliardi di dollari a coloro che hanno deciso di monetizzare i loro contenuti rivendicati con il content id, che viene utilizzato da più di 9mila partner, tra cui molti dei principali network, studi cinematografici e case discografiche”. Tutti segnali che preannunciano una crescita esponenziale della piattaforma, che secondo gli analisti, potrà raggiungere i 6 miliardi di ricavi pubblicitari netti nel 2022.

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