Cybersicurezza, caccia alle frodi, attenzione alle dichiarazioni non finanziarie e trasformazione organizzativa con una maggiore sensibilità nella gestione del rapporto con i dipendenti. Queste, oltre ovviamente al focus sulla tenuta dei conti, sono le priorità dichiarate dai membri dei board di società a cavallo tra Europa, Medio Oriente, India e Africa (Emeia). A condurre questa ricerca è stata la società di consulenza strategica Ernst&Young (EY), che ha svolto un sondaggio nell’ambito del suo Emeia Board Barometer 2021 presentandone i risultati in occasione dell’EY Board Agenda 2021.
“Il sondaggio è interessante perché ha coinvolto profili executive, direttori finanziari e manager in posizioni apicali e gestionali”, spiega a Forbes.it Simone Scettri, Italy Assurance Leader di EY, “ma soprattutto perché è stato svolto tra ottobre 2020 e gennaio di quest’anno, quindi in piena pandemia, e riflette una serie di sensazioni che restituiscono l’impressione di un momento percepito come foriero di opportunità”.
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Da un lato, le preoccupazioni verso la necessità di tenere i conti a posto e per i più tradizionali indicatori di business sono elevate. Il 49% degli intervistati classifica le conseguenze del covid su consumi, volatilità dei mercati e crescita, al primo posto nella scala dei rischi. Ben il 73% degli intervistati ha detto che le attività di prevenzione delle crisi e della continuità del business saranno estremamente rilevanti in questo 2021. Dall’altra parte, però, tra le prime 5 opportunità vengono citate la crescita (da acquisizioni o per la scoperta di nuovi mercati) al 39%, seguita da crescita dell’efficienza (21%), digitalizzazione (14%), acquisizione di un vantaggio competitivo (14%) e possibilità d’innovare (12%).
Insomma, la crisi ancora una volta potrebbe avviare una sorta di selezione naturale delle realtà aziendali. Una selezione che, stavolta, potrebbe non essere basata solo in termini di ricavi e profitto. “La mia sensazione”, prosegue Scettri, “è che, anche per la pressione di opinione pubblica e stakeholder, su temi come la sostenibilità si sia avviata un’evoluzione del pensiero nei membri dei board. Una volta, forse, parlare di questi argomenti era una questione di marketing, oggi però c’è molta più consapevolezza sulla necessità di impostare modelli di business sostenibili, anche socialmente”. Ed è per questo che, probabilmente, il 56% degli intervistati ha detto di considerare tematiche legate a cambiamento climatico, sociali e altri rischi legati alla sostenibilità come opportunità da integrare nella strategia complessiva.
Emerge con forza, poi, il grande tema della protezione dell’azienda dagli attacchi informatici. I membri dei board interpellati, per l’81%, ritengono la cybersicurezza un tema estremamente rilevante. “Le modalità di lavoro cambieranno”, prosegue l’esperto di EY, “e probabilmente non si tornerà più alla vecchia struttura con una presenza in ufficio dal lunedì al venerdì, ma bensì la settimana sarà più variegata e flessibile e inoltre ci sarà più lavoro da remoto. Tutto questo, evidentemente, pone il tema della cybersecurity, con la necessità di implementare processi e procedure aziendali che mettano in sicurezza le informazioni riservate dell’azienda”.
C’è poi il tema delle frodi materiali a danno delle aziende, come per esempio individui tentati di appropriarsi indebitamente di beni per sostenere il loro stile di vita. Secondo un sondaggio dell’Association of Certified Fraud Examiners, pubblicato nel dicembre 2020, è stato rilevato che il 79% degli intervistati aveva osservato un aumento dei livelli complessivi di frode nel corso del 2020, mentre il 90% prevedeva un ulteriore aumento nei prossimi 12 mesi. “È un problema tipico dei periodi d’incertezza come quello che stiamo vivendo”, spiega ancora Scettri, “il covid ha accentuato questo fenomeno e sia le società che i regulators sono molto attenti su questo tema. Per questo quando svolgiamo attività di revisione ci viene chiesto un grado speciale di attenzione sul tema delle frodi aziendali”.
E, infine, la pandemia sembra aver fatto emergere una maggiore attenzione verso i lavoratori, visti come soggetto centrale per il successo dell’azienda. “Le società di oggi non dipendono solo dai capitali dell’imprenditore, ma sono immerse in un ecosistema con vari attori”, commenta Scettri, “per questo c’è una maggiore consapevolezza sulle tematiche sociali come il rapporto con i dipendenti. Il lavoro flessibile in questo senso è una scoperta, che tuttavia non deve limitarsi alla mera possibilità di fare telelavoro. Il lavoro del futuro deve diventare smart nel più vero senso del termine; questo è un concetto che noi di EY interpretiamo come lavorare in modo più intelligente usando le nuove tecnologie per aumentare l’efficienza. I diversi filoni di attività connessi al Recovery Plan forniranno al nostro Paese grandi opportunità su questo piano, opportunità che dovremo cogliere assolutamente, altrimenti sarà solo un’altra occasione persa”.
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