La Cina intensifica la sua guerra personale alle criptovalute e manda al ribasso le quotazioni di Bitcoin, Ether, Dogecoin e Cardano. In particolar modo del bitcoin, il cui valore nella giornata di oggi è crollato del 10%, a poco più di 32mila dollari.
Aspetti principali
- Nella giornata di oggi, la banca centrale cinese, la Pboc, ha dichiarato di aver sentito la Agricultural Bank of China, la China Construction Bank, l’ICBC, e altre piattaforme di pagamento, come Alipay del miliardario Jack Ma, per fermare le speculazioni sulle operazioni effettuate tramite criptovalute, come riporta il Financial Times
- I suddetti istituti hanno accettato di identificare tutti quei conti che supportano il trading delle criptovalute e di bloccarne tutte le transazioni.
- Nella giornata di ieri, molte “miniere” di bitcoin nella provincia del Sichuan sono state chiuse, dopo che le autorità locali hanno ordinato di fermare tutte le attività.
- Nelle ultime ore il valore del bitcoin è crollato del 10% a poco più di 32mila dollari. Ether, Cardano e Dogecoin hanno, invece, perso tra il 5-6%.
Background
La notizia odierna segue la dichiarazione congiunta di maggio dei tre gruppi cinesi che sovrintendono il settore finanziario, secondo la quale le banche e gli istituti di pagamento non possono più condurre affari relativi alle criptovalute, vietando in particolare una serie di attività tra cui la registrazione e il trading delle criptovalute. Impedendo, quindi, di accettare o utilizzare criptovalute nei pagamenti o nelle transazioni, sviluppare servizi di cambio valuta digitale e offrire tali servizi ai clienti. E bloccando circa il 90% della capacità “estrattiva” nel Paese, come riportato dal quotidiano sostenuto dal partito Comunista, il Global Times.
A cosa guardare
Oltre ad essere dettata dall’idea di porre fine alle speculazioni finanziarie innescate dalle criptovalute, la repressione della Cina avrebbe lo scopo di incentivare incentivare i propri cittadini a utilizzare la yuan digitale. Considerando che, grazie al fatto di essere già stata testata in progetti pilota su larga scala, risulta decisamente in vantaggio rispetto ai suoi concorrenti: l’euro e il dollaro digitale.
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