Aim Italia, il mercato gestito da Borsa Italiana in cui sono quotate le pmi ad alto potenziale di crescita, resiste alla crisi. Da quanto evidenziato dai risultati dell’osservatorio Aim di IR Top Consulting, sono diversi i segnali positivi fatti registrare negli ultimi cinque anni, nonostante l’emergenza innescata dal Covid-19. Dal controvalore medio giornaliero, che è aumentato di cinque volte rispetto al 2016 (da 24mila a 127mila euro), all’incremento del 42% degli scambi, fino alla crescita del 44% della performance media dalla data di quotazione. Con una raccolta media delle Ipo di 8 milioni di euro e una domanda degli investitori pari, in media, a 3,8 volte l’offerta. Ma uno degli aspetti più interessanti e positivi riguarda proprio il 2020, l’anno in cui è esplosa la pandemia.
“Le società Aim hanno reagito positivamente all’emergenza sanitaria, segnando una crescita media di fatturato 2020 pari al 3%. In particolare, i settori telecomunicazioni (+42%), chimica (+19%), tecnologia (+14%) e healthcare (+5%) hanno sovraperformato rispetto al mercato”, ha dichiarato Anna Lambiase, ceo e founder di IR Top Consulting. “I ricavi medi delle aziende quotate su Aim Italia ammontano a 35,7 milioni di euro, con un Ebitda medio pari a 4,8 milioni”.
Inoltre, come sottolineato dalla numero uno di IR Top Consulting, anche il numero dei dipendenti, le raccolta medie, e le capitalizzazioni di mercato delle aziende hanno fatto segnare importanti crescite. “Le società hanno impiegato, nel 2020, circa 19.600 dipendenti, con una crescita del 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La raccolta media su Aim nel primo semestre 2021 ha raggiunto 8 milioni di euro, superando il dato delle Ipo pre Covid-19 del primo semestre 2019 (4,9 milioni)”.
Positive anche le prospettive per il futuro, anche se, per Anna Lambiase, rimane essenziale rendere il credito di imposta sui costi di quotazione introdotto dal Mise una misura strutturale, per favorire in maniera permanente i programmi di investimento delle pmi. “A conferma del forte rilancio che prevediamo per il mercato, stimiamo una crescita nel 2021 del 57% in termini di capitalizzazione, con un numero di società target al 31 dicembre di 173 (+25% rispetto al 2020) e un numero totale di nuove Ipo che, nell’intero 2021, si attesterà a 35, rivestendo un ruolo fondamentale nella struttura dei mercati azionari nazionali. Anche a seguito dell’operazione di integrazione di Borsa Italiana con Euronext”.
Aim Italia, i numeri del 2020
Guardando al 2020, l’osservatorio di IR Top Consulting ha evidenziato che, al 31 dicembre 2020, il giro d’affari complessivo del mercato Aim Italia si è attestato a 4,9 miliardi di euro. Il 48% delle società ha registrato una crescita dei ricavi, con un tasso che è stato superiore al 50% nell’11% dei casi. L’82% delle società presenta ricavi inferiori a 50 milioni di euro, il 5% superiori a 100 milioni. Il 49% delle società ha segnato un incremento dell’Ebitda nel 2020: di queste, il 14% ha registrato tassi di crescita superiori al 50%.
Sono 29 le società che hanno distribuito dividendi nel 2021, per un ammontare complessivo di 53,5 milioni di euro (68,7 milioni nel 2020) e un dividend yield medio pari al 2,1% (2,8% nel 2020). Analizzando i numeri occupazionali, i settori che impiegano il maggior numero di risorse sono industria (28%), tecnologia (22%), servizi (14%), moda e lusso (8%).
Corporate governance e sostenibilità
Oltre a essersi ampliato il numero delle società presenti nell’Aim Italia, passato in 5 anni da 77 a 1.481, con la capitalizzazione di mercato che è passata da 2,9 miliardi di euro a circa 8,1 miliardi, migliorano anche i principali parametri di corporate governance. A seguito delle modifiche regolamentari, il 100% delle società Aim presenta almeno un componente indipendente nel board (95% nel 2016), il 65% ha almeno una quota rosa nel consiglio di amministrazione (50% nel 2016), l’89% prevede il voto di lista per la nomina del cda (57% nel 2016) e il 66% presenta almeno un comitato endoconsiliare (58% nel 2016).
Relativamente all’informativa non finanziaria esg (environmental, social, governance), 18 società Aim, pari a circa il 13% del mercato, hanno pubblicato il report/bilancio di sostenibilità relativo all’anno fiscale 2020 (un anno fa erano il 9%). 12 società hanno redatto per la prima volta il documento nel 2021, 6 avevano già pubblicato l’informativa nel 2020. Tra tutte le dimensioni esg analizzate, la variabile capitale umano ha registrato il punteggio più elevato (con ranking medio pari all’80,19%).
Le Ipo nel primo semestre 2021
Secondo le analisi dell’osservatorio Aim, i primi sei mesi del 2021 hanno registrato 13 nuove quotazioni, di cui 2 Ipo quotate sul segmento professionale e una Spac. Lo stesso periodo del 2020 registrava 3 Ipo. Il trend positivo si conferma anche confrontando il dato 2021 con il relativo periodo del 2019 (pre Covid-19), quando le ammissioni sono state 11.
I collocamenti del 2021 si sono realizzati principalmente nei mesi di maggio e giugno, con sette nuove società che si sono concentrate in quattro settori: la tecnologia è al primo posto con 5 Ipo (38%), seguono servizi (3 società, 23%), finanza (3 società, 23%), energia ed energie rinnovabili (2 società, 15%). Relativamente alla distribuzione territoriale, il 54% delle Ipo nel 2021 proviene dalla Lombardia (7 società), il 23% dal Lazio (3 società), il 15% dal Veneto (2 società) e l’8% dall’Emilia-Romagna (1 società). Il 38% delle nuove Ipo è costituito da pmi innovative (5 società).
Le 13 nuove quotazioni del primo semestre 2021 hanno raccolto complessivamente 316 milioni di euro, di cui 96 derivanti da società e 220 da Spac (70% sul totale della raccolta 2021). Il dato è in crescita rispetto alla raccolta totale dell’intero 2020 (136 milioni). Il primo semestre 2020 registrava una raccolta di capitali per 30 milioni di euro, quello del 2019 (pre-Covid-19) 74 milioni.
Il taglio medio delle operazioni su Aim nel primo semestre 2021 (al netto di Spac) ha raggiunto 8 milioni di euro, superando il dato medio delle Ipo pre-Covid del primo semestre 2019 (4,9 milioni). Al netto di Spac, il principale settore in termini di raccolta delle Ipo nel primo semestre 2021 è la tecnologia (64 milioni di euro). La prima regione è la Lombardia (41 milioni di euro). Inoltre, la capitalizzazione totale in Ipo delle 13 ammissioni è pari a 670 milioni di euro (37,5 milioni in media, al netto di Spac). Post-quotazione la market cap è salita a 825 milioni di euro, pari al 10% del mercato Aim.
Gli investitori istituzionali
Nell’azionariato delle società Aim Italia sono presenti 107 investitori istituzionali, di cui 18 italiani (17%) e 89 esteri (83%). L’investimento complessivo è pari a 686 milioni di euro, che corrisponde a circa il 9% della capitalizzazione del mercato. Gli investitori italiani detengono investimenti pari a 280 milioni di euro (41% del totale), gli esteri 406 milioni (59%).
Le partecipazioni detenute sono 769, corrispondenti a una media di 7,2 partecipazioni per investitore. Il valore mediano della singola partecipazione è pari a 0,27 milioni. Il 25% delle partecipazioni è in società con capitalizzazione tra 31 e 60 milioni di euro, il 23% in società nella forbice 0-30 milioni di euro. L’analisi degli investitori per parent company mostra che i primi tre investitori su Aim sono First Capital (64,5 milioni), Azimut Holding (63,8) e Banca Mediolanum (59,9).
L’evoluzione di Aim Italia
IR Top Consulting, attraverso l’osservatorio Aim, ha stimato l’evoluzione del mercato nel periodo 2021-2024. Al 31 dicembre 2021, si prevede una crescita pari al 57% in termini di capitalizzazione e al 25% in termini di numero di società target (173), rispetto al 31 dicembre 2020, per effetto delle 35 nuove quotazioni stimate.
Al 2024 la capitalizzazione dell’intero mercato potrebbe raggiungere i 17,6 miliardi di euro, con circa 300 aziende quotate, un Cagr 2020-24 sulle società del +22% e un Cagr 2020-24 sulla capitalizzazione del +32%. I settori per cui si prevede la maggiore crescita in termini di numero di collocamenti sono l’immobiliare, la tecnologia e l’healthcare.
Le principali variabili considerate nella stima riguardano l’estensione permanente del credito di imposta per i costi di quotazione delle pmi, l’utilizzo medio del bonus Ipo da parte delle singole società quotande, il rapporto di Ipo su Aim Italia rispetto a Mta, la capitalizzazione media Aim, aggiustata per la percentuale di pmi innovative su Aim, la percentuale di società rispetto alle Spac e l’ipotesi di una crescita lineare del mercato.
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