“Sì, sono un maniaco del lavoro, ma ogni tanto spengo la macchina, altrimenti andrei in pezzi. Nel senso che ho lavorato tutto il giorno sabato, sono crollato a mezzanotte, ero in ufficio qui la mattina dopo alle nove. Abbiamo lavorato fino a tardi ieri sera e siamo qui questa mattina dalle sette. E io devo essere in Europa – devo fare una chiamata alle quattro del mattino con l’Europa, questo è il problema”. Sergio Marchionne, ricoverato a Zurigo in gravi condizioni di salute, parlava così dei suoi ritmi di vita in una intervista del 2011 a Forbes Magazine concessa a Joann Muller. Dell’ampia intervista riproponiamo alcuni passaggi che descrivono il rapporto tra Marchionne, il lavoro e i suoi collaboratori.
L’ormai ex ceo di Fiat spiegava ridendo di usare addirittura sei Blackberry (antesignani degli attuali smartphone), definendoli “strumenti meravigliosi e letali per distruggere la tua vita” e spiegando il suo rapporto con i messaggi di posta: “Rispondo sì, no, dimenticatelo, nulla di più. Ma tutti hanno la loro risposta. Se non ti rispondo è perché sono annoiato e ho sentito che la domanda era irrilevante. Questa è una cosa piuttosto presuntuosa da parte mia, ma immagino che se pensavi fosse abbastanza intelligente da infastidirmi, se non ti rispondo, deve esserci una ragione”.
Secondo il manager, alla guida di Fiat per oltre 14 anni, la cosa importante è mantenere il dinamismo: “È la cosa che ci distingue dagli altri”, diceva. “Voglio dire che siamo stati incredibilmente veloci in quello che abbiamo fatto. Abbiamo fatto degli errori lungo la strada, ma credo che la capacità di questa casa automobilistica sia fondamentalmente quella di rispondere alla velocità della luce. Si sarebbe potuto fare meglio? Sì, senza dubbio. Più velocemente senza danneggiare il valore del marchio? La risposta è no”.
E per fare ciò la costruzione del team è stata cruciale. “Dovevamo trovare persone che potessero lavorare insieme che potessero davvero condividere questo impegno”, spiegava ancora Marchionne. “Di tutte le cose è probabilmente ciò di cui sono più orgoglioso. Penso che abbiamo trovato un bel gruppo di ragazzi qui. Tutti noi ci assumiamo delle responsabilità senza doverci preoccupare di controllare ciò che sta facendo un altro. Eseguiamo semplicemente. Hai un’enorme quantità di libertà. La corda di ciascuno è davvero lunga. Se vuoi impiccarti con quella corda è una tua scelta, ma fondamentalmente se ti viene data la responsabilità, vai e fai quella cosa […].
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