Antonello Garzoni Lum
Innovation

Come si studia al sud, nell’università con il tasso di occupazione tra i più alti in italia

Articolo tratto dal numero di settembre 2021 di Forbes Italia. Abbonati!

Innovare può diventare una tradizione? 21 anni di attività della Libera università mediterranea (Lum) sembrano dimostrare proprio questo. Intitolato al suo fondatore, l’imprenditore e senatore Giuseppe Degennaro, l’ateneo ha sede a Casamassima, in provincia di Bari, e conta oggi tre dipartimenti, sette corsi di laurea e due programmi di dottorato di ricerca. Dopo quelli di economia, giurisprudenza, ingegneria ed enogastronomia d’impresa, l’istituto ha da poco attivato un corso di medicina e chirurgia, grazie all’accordo con l’ospedale ecclesiastico Miulli, eccellenza sanitaria del territorio. Sono già numerose le richieste arrivate da tutta Italia.

La spinta all’innovazione è promossa in ogni aspetto, didattico e organizzativo: dai corsi di laurea che guardano al futuro fino a vere factory dell’innovazione, dove imprese e studenti possono incontrarsi per sviluppare progetti imprenditoriali, per conoscere e influenzare i processi organizzativi aziendali. È grazie a questo approccio che, secondo i dati di Almalaurea, la Lum è al primo posto tra le università italiane per tasso di imprenditorialità, ovvero per numero di studenti che formano nuove imprese.

A raccontare sfide e futuro dell’ateneo è Antonello Garzoni, ordinario di economia aziendale e rettore dell’università Lum dal 2020. Si è laureato in economia aziendale alla Bocconi, dove ha conseguito anche un PhD in economia aziendale e management. Oggi insegna strategie competitive presso la Lum e la Bocconi ed è stato visiting scholar presso la Harvard business school e il Mit connection science di Boston.

I dati Almalaurea collocano la Lum ai vertici per occupazione, soddisfazione e tasso di imprenditorialità degli studenti. E al Sud questa poteva essere una sfida ancora più complessa. Come avete raggiunto questi risultati? 

La Lum è un’università all’avanguardia sul piano formativo e su quello del supporto tecnologico, orientata all’innovazione imposta dalle nuove esigenze delle pmi. Entro due anni dalla laurea magistrale, il tasso di occupazione è del 90%. Questo è dovuto alla formula applicata per lo sviluppo dei piani di orientamento e collocamento: incentiviamo una buona conoscenza del mondo reale. Per questo abbiamo scommesso su corsi innovativi, come quelli di ingegneria gestionale, con indirizzo digital management, e di enogastronomia d’impresa, che si propone di fornire un percorso formativo per creare la figura professionale del cuoco imprenditore. Molti dei nostri studenti fondano nuove imprese grazie ai laboratori di imprenditorialità e alla costante relazione con il territorio.

Cosa serve oggi a uno studente per trovare un’occupazione in linea con le sue ambizioni? 
Abbiamo un dialogo continuo con le imprese. Contestualmente sviluppiamo processi di orientamento in itinere per lo sviluppo delle soft skills, laboratori di negoziazione, attività orientate a costruire consapevolezza, corsi di programmazione, certificazioni di lingue straniere. Ospitiamo poi numerose testimonianze di imprenditori e manager per ridurre il divario di linguaggio con il mondo del lavoro e fornire stimoli concreti.

Quindi molte delle attività universitarie sono pratiche? 
Abbiamo sviluppato un laboratorio di coding con multinazionali ict per fornire competenze di programmazione a chi studia economia. Promuoviamo contest con il gruppo giovani imprenditori di Confindustria, per la realizzazione di idee innovative all’interno dei corsi di business model innovation e digital transformation. Di recente 19 gruppi di studenti hanno lavorato per sei aziende per innovare modelli di business. 

Si è parlato molto di south working negli ultimi mesi. Potremmo parlare anche di south studying? 
La Lum è un esempio di come si possa studiare e lavorare al Sud. È impegnata da sempre nell’inversione dei processi di emigrazione e fuga dei cervelli verso il Nord. Siamo testimoni di un crescente interesse per i modelli di vita del sud Italia e in particolare per quelli della Puglia, che primeggia nel Mezzogiorno. La flessibilità del nostro modello ci ha consentito di superare indenni la pandemia e di garantire accesso ai corsi da casa.

Anche gli spazi fisici si stanno rinnovando.
Nel corso del 2021 la Lum avrà nuovi spazi. Sta prendendo forma un campus a Casamassima su 11 piani, per complessivi 24mila metri quadrati, con grandi spazi anche all’aperto, per lo studio. L’obiettivo è aprire agli scambi di esperienze e a un mondo dell’istruzione sempre più multimediale: non solo aule e laboratori, ma anche ambienti pensati per il confronto, per la condivisione e per possibili modalità ibride di insegnamento.

Quest’anno parte il corso di medicina e chirurgia. Quali caratteristiche avrà? 
Il corso promuove lo sviluppo della medicina sul territorio, orientata anche alla telediagnostica. Ci occupiamo di sviluppare la formazione classica del medico, ma anche di irrobustirla con competenze di management sanitario e di informatica applicata alla telemedicina: una delle sfide dei prossimi anni. 

Il corso di enogastronomia d’impresa è una realtà unica al Sud. Quali obiettivi si pone?
Intendiamo integrare competenze economiche e giuridiche con la scienza degli alimenti e della preparazione dei cibi. Vogliamo incentivare gli studenti a costruire imprese attraverso una vocazione agroalimentare, comprendendo i format e i processi legati allo sviluppo enogastronomico. Il corso si concentra sulla dieta mediterranea.

Come sarà, secondo lei, l’università del futuro? 
Sarà un’università che collabora con le imprese in modo paritetico, sviluppando il sapere in relazione a ciò che serve. L’idea può sembrare banale, ma spesso non viene attuata: in molti casi, prima si costruisce il sapere, poi si pensa a come applicarlo. La co-progettazione con aziende e istituzioni è cruciale. Per esempio, un nostro spin-off ha vinto un bando del ministero dello Sviluppo economico e sta lavorando con Noovle (società del gruppo Tim) sulla trasformazione digitale delle imprese pugliesi negli ambiti dell’agroalimentare, della meccatronica e del tessile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .