“Il maggiordomo mi scortò nel salotto di Palazzo Lana Berlucchi, storica (e attuale) sede dell’azienda. Le note di Georgia on my mind vibravano nell’aria, al pianoforte Guido Berlucchi. Gli chiesi con slancio: e se facessimo uno spumante alla maniera dei francesi?”. La domanda del giovane enologo Franco Ziliani al conte, quando si incontrarono la prima volta nel 1955, segnò l’inizio di un’avventura imprenditoriale formidabile che è arrivata fino ai giorni nostri.
A oltre 66 anni da quel giorno, il panorama enologico italiano perde uno dei suoi esponenti più illustri. Nel giorno di Santo Stefano, a 90 anni, è morto Ziliani, riconosciuto come il padre del Franciacorta, le bollicine italiane nate con l’idea di competere con i cugini francesi e i loro champagne.
Forbes, sulla copertina dello speciale Small Giants dedicato alle Pmi di successo italiane, aveva ripercorso la sua storia imprenditoriale, proprio in occasione dei primi sessant’anni di Guido Berlucchi, azienda nota a livello nazionale e internazionale ora guidata dai figli Cristina (consigliere), Arturo (amministratore delegato ed enologo dell’azienda) e Paolo (vicepresidente).
Il sodalizio di successo tra Ziliani e il Conte Guido Berlucchi
Nel 1961, dopo una prima messa a punto delle tecniche di cantina, Ziliani sigilla così le prime 3mila bottiglie di Pinot di Franciacorta. Fino a quel momento, Berlucchi era solo un produttore di vini fermi a base Pinot, in una zona che ancora doveva esprimere tutta la straordinaria potenzialità enologica che oggi le viene riconosciuta. Così il conte Guido Berlucchi si era deciso ad affidarsi alla competenza di un tecnico che potesse migliorare il Pinot del Castello, il vino bianco prodotto con le uve del vigneto “clos” posto sotto il piccolo maniero di Borgonato, villaggio agricolo sulle colline della Franciacorta, lembo a nord della provincia bresciana, da cui s’intravedono le acque del lago d’Iseo.
Ziliani fu abile a vedere nel terreno morenico ricco di minerali e nel clima peculiare, lambito dall’influsso del lago, le solide basi per il suo progetto enologico. Lui sognava di creare un metodo classico in Franciacorta e lanciare così un prodotto che potesse competere con i grandi vini francesi della Champagne. Una collaborazione proficua, quella tra l’enologo con grandi visioni e il conte illuminato, che porterà a una case history studiata anche all’estero.
Il conte Berlucchi morì nell’ottobre del 2000. Vedovo e senza figli, lasciò la sua quota societaria del 31% a una Fondazione da lui costituite e che portava il suo nome per promuovere la ricerca sul cancro. Nel luglio del 2016, però, la Fondazione cedette la sua quota alla Frazil, la finanziaria di Franco Ziliani.
I successi internazionali e il ricordo dei figli
La rivista specializzata Wine Spectator si è occupata più volte, con giudizi positivi, dei prodotti di Berlucchi. “In questo armonico Franciacorta le note di pasticceria e anice sono ben supportate da un’acidità decisa, con il fine perlage che trasporta sentori di pera, mandorle e fiori primaverili. Squisito, con un finale vivace e salino”. Così Alison Napjus, sparkling wined tastes director di Wine Spectator, aveva definito il Palazzo Lana extreme 2009, uno dei prodotti di punta di Guido Berlucchi.
I fratelli Ziliani, cui Franco ha passato le redini 20 anni fa dopo aver condotta l’azienda nel nuovo Millennio, accogliendo questo risultato hanno pensato subito al papà, visionario enologo che realizzò la prima bottiglia di Franciacorta: “Dedichiamo questo traguardo a nostro padre, che compie 90 anni proprio quest’anno e che, da tenace bresciano, ci ha sempre insegnato a non mollare, con una visione e un percorso ben chiaro davanti agli occhi”.
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