Articolo tratto dal numero di aprile 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Dalle origini nell’entertainment alla corporate education. La storia di Wibo, startup attiva nel settore della formazione fondata a fine 2019 da Alessandro Busso e Tommaso Seita, è frutto dell’idea di due ragazzi con competenze e spirito imprenditoriale.
Wibo è nato poco prima della pandemia. “All’inizio era una piattaforma di intrattenimento in cui era possibile vincere un vero montepremi partecipando a quiz show comodamente dal divano di casa”, dicono. Dopo i primi investimenti, Alessandro e Tommaso hanno costruito un team di sei giovanissimi, con un’età media di 25-26 anni, con nuove competenze tecniche.
Poi, la svolta. “Abbiamo portato avanti questo progetto fino al primo trimestre del 2021”, raccontano, “poi abbiamo iniziato a guardare al mondo delle scuole e delle corporate education”. La pandemia infatti ha fatto nascere una serie di esigenze diverse riguardo la formazione, e tutto ciò che era fisico si è spostato sul digitale. “Ci siamo posti il problema di come rinnovare quella formazione fatta prima sui banchi di scuola, nelle aule, nelle aziende e nel digitale, rendendola più divertente”.
E per farlo Alessandro e Tommaso hanno pensato di utilizzare quella modalità quiz che aveva caratterizzato i loro inizi, per rendere la formazione ‘memorabile’. Wibo è diventata quindi una web experience che si occupa di formazione e team bulding, basata su microlearning, giochi e testimonianze live con esperti dei settori di interesse. Ogni esperienza viene poi personalizzata in base all’obiettivo finale delle aziende. “Individuiamo con gli hr, nostri principali referenti, le esigenze di formazione più importanti del mondo corporate”, spiegano. Si parla in particolare di soft skill: leadership, time management, storytelling e innovazione in azienda.
Dati questi bisogni, il modello di Wibo prevede inoltre una partnership con le aziende volte a creare un determinato tipo di contenuti. È una piattaforma tecnologica, ma i contenuti sono poi realizzati dalle eccellenze di diversi settori. “Per la parte di storytelling ci siamo rivolti alla Scuola Holden di Torino, mentre per il corporate innovation collaboriamo con Startup Geeks, uno dei più importanti incubatori online di startup in Italia. Insieme ai partner costruiamo un percorso formativo coinvolgente che si pone come obiettivo lo sviluppo di una specifica skill”.
Il concetto di competizione è parte dell’idea iniziale alle base di Wibo e, nel corso degli anni, non è stata abbandonata. “Per arrivare a un obiettivo bisogna essere motivati. Per stimolare una persona serve prima di tutto ambizione personale. E noi la incentiviamo con un riconoscimento: un open badge che assegniamo in base ai risultati e all’impegno. Si tratta di un attestato digitale che indica l’acquisizione di certe competenze. È nominale ed è possibile condividerlo su LinkedIn e inserirlo nel proprio curriculum”.
Per quanto riguarda il futuro, il team di Wibo sta cercando aziende partner con lo scopo di raggiungere un pubblico più ampio di clienti con cui aumentare il bacino di esperienze offerte. “Parallelamente, porteremo nuovi contenuti. Le prime due esperienze sullo storytelling e la corporate innovation rappresentano solo l’inizio di un catalogo che sarà molto ampio. Vogliamo arrivare a parlare di leadership, di sostenibilità ed etica del lavoro. Inoltre, vogliamo diventare il punto di riferimento nella corporate education per aziende che hanno tra i 300 e i tremila dipendenti. Vorremo diventare partner di fiducia quando si parla di formazione aziendale. E non solo, stiamo già lavorando a percorsi che aiutino i professionisti a migliorare le proprie competenze e a raggiungere gli obiettivi di crescita professionale”.
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