In che modo in venture capital può accelerare il processo di innovazione del nostro Paese? Quali sono le opportunità offerte da questo tipo di finanziamento per startup e Pmi innovative italiane? Il convegno organizzato da Vertis Sgr, andato in scena il 13 e il 14 maggio al Grand Hotel Vesuvio di Napoli, nasce con il desiderio di affrontare queste tematiche. Due giorni di dibattiti ai quali hanno partecipato da una parte gli investitori istituzionali e altri protagonisti del sistema finanziario e bancario, dall’altra fondatori e amministratori delegati di alcune scaleup ad alto potenziale di crescita.
“Le imprese innovative su cui investire ci sono, è importante trovare gli investitori che credono nel venture capital e che sono disposti ad accettare il suo livello di rischio che, per gli investimenti nelle scaleup, è assolutamente analogo a quello del private equity” afferma Amedeo Giurazza, amministratore delegato di Vertis Sgr. “È importante che in Italia si muovano compagnie di assicurazione e fondi pensione: un convegno come questo è importante per fare il punto della situazione e per fare network tra gli attori di questo ecosistema”. E a giudicare dall’affluenza alla sala congressi del Grand Hotel, il risultato è stato ottenuto. Quattro tavole rotonde, quattro presentazioni di scaleup del portafoglio di Vertis Sgr e il caso di successo di Unobravo, servizio di psicologia online che trova il terapeuta più adatto alle tue esigenze e preferenze tra oltre duemila professionisti.
Le scaleup che hanno partecipato al convegno
La due giorni è stata un’occasione per presentare alcune delle realtà più significative che fanno parte del portafoglio di Vertis. Ad aprire le danze Ignazio Rocco di Torrepadula, amministratore delegato di Credimi, un’azienda milanese del settore Fintech che ha sviluppato e lanciato sul mercato un prodotto digitale dedicato al finanziamento a breve termine dei crediti commerciali delle pmi.
Poi Fitprime, in portafoglio da dicembre 2020. Fondata e guidata da Matteo Musa, è un’azienda romana di Fitness & Wellness che ha sviluppato una piattaforma in grado di dare a tutti gli appassionati di attività sportive la possibilità di selezione e frequentare le palestre e i centri con i servizi che più si adeguano alle proprie esigenze. Oltre che di cambiare il centro presso cui allenarsi, senza nessun vincolo con uno specifico centro. La società lavora sia con provider welfare che direttamente con le aziende e ha sviluppato un network composto da oltre 1.300 centri, situati in circa 400 comuni italiani.
Nella seconda giornata è stata presentata Buzzoole, un’azienda napoletana di influencer marketing in portafoglio da novembre 2018. Guidata Gianluca Perrelli, attuale amministratore delegato, ha sviluppato una piattaforma end-to-end basata sulla raccolta e sull’analisi dei big data, che permette ai brand di pianificare campagne di marketing in modo del tutto automatizzato, incrementando la loro visibilità sui principali canali social e blog.
E per finire Radical Storage, società romana in portafoglio da dicembre 2019 che ha sviluppato una piattaforma per consentire l’individuazione e la selezione di punti per il deposito dei bagagli. Il business model proposto da Alessandro Seina, amministratore delegato, è basato sullo sviluppo di un network di partner (bar, negozi, hotel) a cui è affidata l’attività di deposito bagagli a fronte della retrocessione di una parte della commissione pagata dall’utilizzatore finale.
Le tavole rotonde: dall’importanza di investire in economia reale all’Esg
La terza recessione negli ultimi dieci anni e la necessità di recuperare ancora il Pil dalla crisi finanziaria del 2007 rende ancora più interessante e importante la novità del venture capital.
Tuttavia, nonostante nel corso del 2021 siano state realizzate 386 operazioni in startup italiane per un totale di oltre 1 miliardo di euro di investimenti, secondo il report Vem – venture capital monitor, di Aifi, Iban, Liuc Busness School – c’è ancora tanto bisogno di incentivare gli investimenti in economia reale. Questo il tema portante delle tavole rotonde, che hanno aperto il dibattito anche al venture capital nell’asset allocation degli investitori istituzionali, al punto di vista dei vari attori sul macrotema dell’innovazione e all’importanza di avere un approccio sostenibile negli investimenti.
La sostenibilità, infatti, è una parte integrante della visione di Vertis, orientata verso lo sviluppo e la crescita delle imprese italiane e la diffusione dell’innovazione. Per promuovere una crescita sostenibile attraverso i propri investimenti nell’economia reale, la società integra i fattori Esg sia nella fase di analisi e selezione dei dossier, sia attraverso attività di engagement e di monitoraggio periodico degli obiettivi raggiunti dalla portfolio company sotto il profilo ambientale, sociale e di trasparenza societaria.
Attraverso la propria attività di investimento, Vertis mira ad allinearsi agli obiettivi di sostenibilità definiti a livello europeo e internazionale, a partire dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, promuovendo, ove possibile, pratiche e attività che contribuiscano a favorire il loro raggiungimento. Vertis redigerà un report Esg annuale relativo ai propri progressi, che costituisce una relazione sull’andamento complessivo della Sgr e dei fondi gestiti relativo all’integrazione dei fattori Esg.
Vertis Sgr: i numeri e gli obiettivi del venture capital in Italia
Ad introdurre e concludere le due giornate di dibattiti, Amedeo Giurazza, Rocco Corigliano e Renato Vannucci, rispettivamente amministratore delegato, presidente e vice presidente di Vertis Sgr, i quali hanno raccontato la storia della prima e unica società di gestione del risparmio del Sud Italia attiva nella gestione di fondi di private equity e venture capital.
Nata nel 2007 su iniziativa del ceo Amedeo Giurazza e del vice presidente Renato Vannucci, Vertis opera attraverso sette fondi chiusi, due di private equity, nati per favorire la crescita delle pmi industriali del Sud Italia, e cinque di venture capital, rivolti a sostenere startup, scaleup e pmi innovative. “I primi due fondi di Vertis sono nati tra il 2008 e il 2009 per investimenti di private equity e di venture capital esclusivamente nel Sud Italia. Meno di quattro anni fa, dal secondo semestre 2017, con i fondi Vertis Venture 2 Scaleup e Vertis Venture 3 Technology Transfer, il perimetro di attività di Vertis è diventato nazionale” racconta il ceo Amedeo Giurazza. “Oggi, con le startup e scaleup molto promettenti in portafoglio come Sibylla Biotech, Zerynth, Aindo, Milkman, Credimi ed Entando, il focus di Vertis è sui progetti ad alto contenuto tecnologico e sulle aziende innovative con grande potenziale di tutta Italia”.
Nella seconda metà del 2021 Vertis Sgr ha realizzato il primo closing della raccolta di “Vertis Venture 5 Scaleup”, un nuovo fondo, il quinto per gli investimenti di venture capital e il terzo fondo di venture capital dedicato alle scaleup. Il fondo ha completato il primo closing di raccolta delle sottoscrizioni a oltre 35 milioni di euro, realizzerà un secondo closing a luglio tra 50 e 60 milioni di euro e punta ad arrivare a 100 milioni di raccolta complessiva entro il primo trimestre del 2023.
L’evento ha messo in evidenza i numeri importanti di Vertis Sgr e in generale di un settore ancora lontano dalle best practices europee, ma che senz’altro è in grande crescita. Il miliardo di euro investito in Italia appare come una soglia, non soltanto psicologia, importante per iniziare a “giocare” nel campionato dei principali Paesi industrializzati europei e per aspirare ad un ecosistema per le startup più efficiente e sviluppato.
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