Articolo tratto dal numero di giugno 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Rendere il passaggio al fotovoltaico facile come comprare un paio di sneakers online. È una missione ambiziosa quella che Andreas Thorsheim, Simen Fure Jorgensen, Lars Syse Christiansen e Andreas Bentzen si sono posti quando, nel 2016, a Oslo, hanno deciso di entrare nel mercato del fotovoltaico residenziale fondando Otovo. La loro idea era abbastanza semplice a dirsi, ma non facile da realizzare: riuscire a portare il fotovoltaico sui tetti di tutte le case d’Europa. Da subito la marcia è stata quella giusta: nel primo anno di attività l’azienda ha conquistato il 50% del mercato norvegese. Forti di una crescita verticale, i quattro fondatori hanno deciso di portare Otovo fuori dai confini nazionali, prima in Svezia, poi in Spagna, Francia, Germania, Polonia e, infine, in Italia, rendendo la loro realtà la più presente in Europa nel mercato della produzione di pannelli fotovoltaici.
Dal febbraio 2021 Otovo è quotata all’Euronext Growth Exchange di Oslo, con una capitalizzazione di 200 milioni di euro. All’inizio del 2022 ha raccolto sui mercati 30 milioni di euro per continuare il suo processo di espansione. Nel mirino ci sono adesso Portogallo, Regno Unito e Austria. Fuori dai confini continentali, invece, la società ha avviato una joint venture in Brasile con una realtà locale.
Il quartier generale di Oslo lascia ampia libertà decisionale a ciascuna delle sedi europee, con la consapevolezza che ogni mercato ha le sue regole e che ci deve essere libertà di crescere e operare in maniera differente a seconda delle esigenze specifiche. Così è anche per Otovo Italia, attiva ufficialmente dall’aprile del 2021. “Siamo un team molto giovane, non solo perché abbiamo lanciato recentemente”, racconta il general manager Fabio Stefanini. “L’età media dei nostri 45 dipendenti è di 28 anni, con un ottimo equilibrio a livello di genere: abbiamo più del 50% di donne e c’è una fortissima attenzione affinché la situazione rimanga tale”.
Il fotovoltaico in Italia
In Italia Otovo ha trovato un mercato in forte crescita, ma dalle potenzialità ancora inespresse. “Nonostante il paese possa contare su una media di più di duemila ore di sole all’anno (2.600 al sud), meno del 10% dei tetti potenziali italiani hanno un impianto fotovoltaico installato”, dice Stefanini. Il primo scoglio che incontra un cliente che intende passare al fotovoltaico è di natura burocratica. Nonostante i generosi incentivi promossi dallo Stato, come il Bonus 50% o il Superbonus 110%, può risultare infatti ancora molto complesso installare un impianto. Occorre trovare le autorizzazioni, richiedere le agevolazioni, scovare un installatore disponibile con prezzi convenienti e scegliere l’hardware giusto.
Per superare questi ostacoli, Otovo si occupa di tutti gli aspetti autorizzativi e degli incentivi e fornisce in pochi minuti un preventivo, che è il risultato della comparazione dei costi di tutti gli installatori che lavorano per l’azienda nell’area geografica del cliente. “Lavoriamo con circa 150 installatori partner che ci permettono di offrire il nostro servizio su tutto il territorio nazionale. Nel momento in cui diventano nostri partner, ci comunicano i loro costi in maniera molto granulare, permettendoci di attivare un sistema di asta istantanea ogni volta che riceviamo una richiesta da un cliente. Il cliente firma con noi il contratto, quindi l’impegno è da parte di Otovo, che offre al cliente una garanzia di dieci anni sull’installazione (che si aggiunge alle garanzie offerte dai produttori di hardware, variabili tra i dieci e i 25 anni). Il cliente quindi non ha bisogno di spendere tempo chiedendo diversi preventivi per trovare l’offerta migliore. Di fatto deve firmare e aspettare i tempi dell’installazione. A tutto il resto pensa Otovo”.
Il sistema di accumulo di energia
Otovo ha puntato sull’Italia anche per innovare. Il nostro Paese infatti è stato apripista per il lancio dei sistemi di accumulo in abbinamento al fotovoltaico, tecnologia che consente di accumulare l’energia. Come? “Chiaramente l’irradiazione solare è maggiore durante il giorno e quindi viene prodotta più energia, ma molte persone passano le ore diurne fuori casa”, spiega Stefanini. “L’energia che non viene utilizzata viene solitamente reimmessa nella rete elettrica e messa a disposizione di altri utenti. Con i nostri sistemi completi di batteria al litio diamo la possibilità al cliente di stoccare l’energia prodotta. Così può beneficiarne anche di sera o quando ne ha bisogno”. Questa tecnologia permette al cliente di aumentare la percentuale di autoconsumo dal 40-50% del solo fotovoltaico fino al 90%, andando a ridurre drasticamente i consumi in bolletta.
Non a tutti, però, è chiaro quali siano i benefici del fotovoltaico. Secondo Stefanini, in Italia molto spesso manca la consapevolezza del vantaggio economico, oltre che ambientale, dell’installazione di un impianto a pannelli solari. “Facendo un esempio concreto, per un sistema fotovoltaico da 5KW, utile a coprire le esigenze di una famiglia media, la spesa (al netto del bonus casa) è di circa cinquemila euro. Il tempo di rientro dell’investimento in questo momento è di quattro anni. Parliamo di un rendimento annuo del 25%”.
Educare al fotovoltaico
Il rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’energia dovuto allo scoppio della guerra in Ucraina e all’inflazione ha reso ancora più evidente la necessità di affidarsi a nuove fonti di approvvigionamento. Il nuovo contesto economico e geopolitico internazionale sta accelerando la sensibilizzazione dei consumatori sull’utilizzo delle rinnovabili. La missione di Otovo di portare il fotovoltaico sui tetti di tutte le case d’Europa è ora ancora più importante. “Un team dedicato si occupa specificamente di fare informazione sul tema fotovoltaico”, dice Stefanini. “Non sono esperti di fotovoltaico, ma ragazzi che studiano i contenuti, li digeriscono e li diffondono in modo che siano comprensibili a tutti. Riteniamo che l’informazione e la consapevolezza siano un elemento fondamentale per favorire la transizione verso il fotovoltaico”.
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