di Angela Antetomaso
Il futuro del multicloud è qui. Nutanix, società americana di software, è tra le aziende leader a livello internazionale nell’hybrid multicloud computing, l’architettura multicloud ibrida. Il suo obiettivo? Semplificare la complessità del cloud e permettere alle aziende di concentrarsi sul proprio business.
Nutanix è presente in Italia da diversi anni: a Milano dal 2014, e a Roma dal 2016. In un’intervista esclusiva con Forbes Italia, Rajiv Ramaswami, ceo del gruppo americano, spiega il modello di business della società. “Nutanix è focalizzata fondamentalmente sulla semplificazione delle infrastrutture IT e cloud delle aziende, rendendole invisibili, ovvero nascondendo all’utente finale le complessità alla base. I principi su cui ci basiamo sono: semplicità, sicurezza e velocità, con tutti i gradi di libertà possibili, per rispondere a tutte le esigenze di business delle aziende”.
Una piattaforma multicloud ibrida aperta
In pratica, Nutanix facilita l’intero ciclo, sviluppo delle app, esecuzione delle app e archiviazione dei dati, con i più elevati livelli di efficienza e sicurezza, rendendo il cloud invisibile. Le infrastrutture aziendali e il cloud sono in effetti un mondo complesso, perché ogni cloud è differente ed offre benefici diversi.
“La mission di Nutanix è quella di aiutare i clienti a snellire questa complessità con una piattaforma multicloud ibrida aperta e software-defined, in modo che le aziende possano concentrarsi sugli obiettivi di business e sulle innovazioni”, continua il ceo. La piattaforma che permette al gruppo di gestire in modo semplice e in tutta sicurezza qualsiasi app e qualunque cloud è la Nutanix Cloud Platform, che include l’infrastruttura di cloud ibrido, la gestione multicloud, lo storage unificato e i servizi di database e di desktop, che possono supportare qualsiasi applicazione e carico di lavoro, e farlo ovunque.
“Il multicloud di solito prevede l’utilizzo di più fornitori di cloud pubblico”, spiega Ramaswami. “Con hybrid multicloud, la scelta è quella di affidarsi a cloud di tipo diverso, privato, e più cloud pubblici che devono interagire tra loro. A loro volta, i cloud privati, basati sui data center interni delle aziende, sono quelli più costosi ma anche più sicuri, mentre i cloud pubblici sono economicamente più convenienti ma offrono un minor controllo sui dati”.
Dall’ottimizzazione dell’offerta alle partnership di Nutanix
Tra i cloud pubblici spiccano i grandi provider come Amazon Web Services, meglio conosciuta come AWS, e Azure, che fa capo alla Microsoft. Con entrambe, Nutanix ha in atto importanti partnership già da diversi anni. Varie sono le priorità di Ramaswami, che è alla guida del gruppo da poco più di 18 mesi. Innanzitutto, ottimizzare costantemente l’offerta. “A inizio anno Nutanix ha lanciato un portafoglio prodotti semplificato per rispondere alle esigenze dei clienti in rapida e costante evoluzione. Nutanix Cloud Platform offre un modello operativo coerente per tutti i tipi di cloud: pubblico, privato e ibrido, e permette di ottimizzare e facilitare ulteriormente il percorso di trasformazione digitale intrapreso dalle aziende”.
Altro punto fondamentale è quello di approfondire le partnership a livello internazionale. “Contiamo 24.000 clienti e abbiamo ricavi a 1,6 miliardi di dollari” prosegue il ceo. “Per soddisfare al massimo le esigenze dei nostri clienti collaboriamo con alcuni dei principali fornitori del mercato. Oltre alle collaborazioni con cloud provider come Azure e AWS, abbiamo accordi con grandi società di hardware come HPE e Lenovo, e partnership con multinazionali di software come Red Hat e Citrix. Insieme siamo in grado di offrire un pacchetto di soluzioni completo che i nostri clienti possono implementare e utilizzare nei loro ambienti”.
Uno degli obiettivi chiave di Ramaswami è infine quello di completare il processo di trasformazione del gruppo. “Dopo essere passata da hardware company a software company, ora Nutanix sta concludendo il suo passaggio a ‘multi-cloud subscription company’. Il modello ‘subscription’ permette di pagare solo per il servizio che serve, e solo per il tempo necessario. Un modello che permette ai clienti di risparmiare, acquisendo solo ciò di cui hanno bisogno”.
A distinguere Nutanix dagli altri gruppi del settore multicloud, sottolinea Ramaswami, “sono la flessibilità e la libertà di scelta che offriamo a ogni livello. I nostri clienti possono scegliere l’hardware preferito su cui far girare le applicazioni, e il cloud che preferiscono: nel loro data center (cloud privato), oppure AWS o Azure (cloud pubblico). Possono anche avere l’hypervisor di loro scelta, il nostro o qualunque altro disponibile sul mercato”.
L’incremento dei ricavi per Nutanix
Molte le novità dunque, e non solo a livello tecnologico. Sotto la guida di Rajiv Ramaswami, in un anno e mezzo Nutanix ha ampliato e ottimizzato il suo portafoglio di prodotti, le partnership e i clienti. Nella prima metà del 2022 il gruppo ha messo a segno fatturati ACV (Average Contract Value) record, con una crescita del 33% anno su anno, il più alto tasso di crescita in oltre due anni e mezzo. Ottimo anche l’incremento dei ricavi, con un balzo del 21% su base annuale. E nonostante il momento economico incerto, l’azienda è sulla strada giusta per raggiungere buoni livelli di redditività anche nel secondo semestre.
“Se guardiamo al quadro economico attuale, considerando anche i problemi già esistenti di supply chain, è possibile che in futuro ci siano alti e bassi, per noi come per tutti, ma noi siamo ben posizionati e abbiamo molta liquidità in cassa, quindi non siamo preoccupati. L’importante è essere pronti”.
L’impegno per facilitare il lavoro ibrido
Il percorso professionale di Rajiv Ramaswami, già prima di arrivare in Nutanix, è stato significativo e di grande prestigio. Partito dalla nativa India, Ramaswami è approdato negli Stati Uniti oltre 30 anni fa, vivendo tra la East Coast e la Silicon Valley, e lavorando per alcuni dei grandi colossi hi-tech internazionali: IBM, Cisco, Broadcom, Vmware. La nomina a ceo di Nutanix è arrivata nel Dicembre 2020, in piena
pandemia.
Dirigere la società in quel momento non è stato facile, ma Ramaswami ha saputo trarre il meglio dalla situazione, anche perché l’emergenza pandemica ha accelerato la trasformazione digitale per molte aziende e organizzazioni a livello globale, creando così nuove opportunità per Nutanix.
“In quel periodo tutti hanno iniziato a lavorare in remoto” ricorda Ramaswami, “e una delle cose che noi facciamo con le nostre piattaforme è proprio facilitare il lavoro ibrido. Ovviamente tutte le aziende hanno dovuto organizzarsi in tal senso, e l’utilizzo del cloud è esploso. Anche ora che si è tornati quasi ovunque alla normalità, moltissima gente continua a lavorare da casa, e questo aiuta sicuramente il nostro business”.
Il futuro è rosa dunque, e i progetti sono tanti. Oltre alla passione per il suo lavoro, Rajiv Ramaswami è impegnato anche socialmente: la sua organizzazione non-profit One School at a Time ha recentemente raccolto fondi per costruire 13 scuole nell’India rurale, per un totale di oltre 60 scuole costruite negli ultimi anni.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .