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La Cina sta eseguendo tamponi Covid anche sui pesci

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Le città della Cina stanno esaminando i pesci vivi alla ricerca del Covid-19, mentre i funzionari del Paese lottano per contenere i crescenti focolai, come dimostrano le misure estreme che Pechino sta adottando nel tentativo di debellare il virus.

Aspetti principali

  • Secondo il South China Morning Post, le autorità della città costiera di Xiamen avrebbero ordinato ai pescatori e al loro pescato di sottoporsi a un tampone Covid-19
  • I funzionari considerano necessarie tali misure dopo la trasmissione del virus da parte di pescatori entrati in contatto con alcune imbarcazioni, anche se non è stato rilevato alcun virus tra gli animali.
  • Sui media locali e sui social sono stati diffusi video e immagini di funzionari a contatto con granchi, gamberi e pesci. Molti cittadini hanno criticato le misure adottate da Pechino per sconfiggere il Covid.
  • Secondo i media locali, altre città avrebbero effettuato controlli tra la fauna marina. Gli operatori sanitari della città di Danzhou avrebbero effettuato dei tamponi sui pesci delle barche quando la città è entrata in isolamento ad agosto.
  • Tecniche simili sono state adottate da operatori sanitari durante l’epidemia scoppiata a Shanghai alla fine di marzo, con un controllo nei mercati ittici.
  • Testare i pesci per Covid è inutile: è impossibile che siano infetti, e tanto meno che lo trasmettano agli esseri umani se lo sono. I pesci vivono in acqua (che uccide il virus), hanno temperature corporee diverse (a cui il virus non è adattato) e hanno differenze cellulari (che probabilmente rendono loro e il virus incompatibili).

Sullo sfondo

Il perseguimento della politica “zero-Covid” da parte della Cina la rende un’eccezione a livello internazionale. Il Governo ha adottato misure estreme, come i test di massa obbligatori (anche con tamponi anali), il rigido isolamento e la chiusura di intere città per settimane, a volte per una manciata di casi.

Il virus che causa la Covid-19, il SARS-CoV-2, è stato identificato per la prima volta nella città cinese di Wuhan, dove gli esperti ritengono che sia quasi certamente passato all’uomo da animali venduti al mercato. Fin dalle prime fasi della pandemia, Pechino ha ostacolato gli sforzi internazionali per indagare in modo indipendente sulle origini del virus e ha spinto teorie alternative che hanno poche prove scientifiche a sostegno. Tra le varie teorie, c’è quella secondo cui il virus sarebbe stato importato su alimenti surgelati, consegnati con la posta d’oltreoceano e introdotti dall‘esercito americano.

Grandi numeri

2,3 milioni. Questo è il numero di casi confermati di Covid-19 in Cina dall’inizio della pandemia, secondo la Johns Hopkins University. In questo lasso di tempo ci sono stati quasi 15mila decessi per il virus in Cina. Questi numeri, in un Paese di oltre un miliardo di persone, non sono stati verificati in modo indipendente e i critici ritengono che siano un numero significativamente inferiore.

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