Il gigante delle sigarette elettroniche Juul Labs ha accettato di pagare 438,5 milioni di dollari per risolvere una causa avviata da 33 stati americani e da Porto Rico. Termina così un’indagine durata due anni che ha riguardato la promozione di prodotti a base di nicotina tra gli adolescenti.
I fatti principali
- Juul dovrà anche rispettare “condizioni severe che limitano pesantemente le sue pratiche di promozione e vendita”. Ad affermarlo è un comunicato stampa del procuratore generale del Connecticut, William Tong, che ha guidato l’indagine assieme al procuratore generale del Texas, Ken Paxton, e a quello dell’Oregon, Ellen Rosenblum.
- L’indagine ha riscontrato che Juul ha promosso i suoi prodotti a base di nicotina con feste, omaggi, pubblicità e post sui social media.
- Un portavoce dell’azienda ha dichiarato a Forbes che l’accordo raggiunto costituisce “una parte significativa del nostro continuo impegno a risolvere i problemi del passato”. Il portavoce ha aggiunto che la società è determinata a “combattere l’uso dei suo prodotti tra i minori”.
- Secondo Tong, Juul “pubblicizzava senza sosta prodotti ai minorenni, manipolava la loro composizione chimica per renderli appetibili a utenti inesperti, adottava un processo inadeguato per verificare l’età degli utenti e ingannava i consumatori sul contenuto di nicotina e su quanto i suoi prodotti potessero dare dipendenza”.
- Il denaro che Juul dovrà versare, ha affermato Tong, sarà destinato a programmi statunitensi per la riduzione dell’uso di tabacco.
- L’accordo arriva quasi tre mesi dopo che la Food and drug administration (Fda, l’ente governativo statunitense che si occupa di regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) ha bandito i vaporizzatori Juul dal mercato. La decisione è seguita alle denunce secondo le quali i prodotti Juul non rispettavano gli standard fissati dalle autorità. L’azienda ha fatto appello e la Fda ha sospeso la misura. Juul aspetta ancora una decisione definitiva.
Il contesto
Nel luglio 2018 il Massachusetts è stato il primo a intentare una causa contro Juul e ad accusarla di avere pubblicizzato e venduto illegalmente prodotti a base di nicotina ai minorenni. In questo modo avrebbe “creato un’epidemia di dipendenza da nicotina tra i giovani”. Secondo quanto riportato dal New York Times, Juul, accusata di avere acquistato spazi pubblicitari su Nickelodeon, Cartoon Network e Seventeen Magazine, ha negato di avere deliberatamente promosso la nicotina tra gli adolescenti e ha aggiunto che i suoi annunci pubblicitari avevano lo scopo di aiutare gli adulti a passare dalle sigarette ai vaporizzatori. Nel dicembre 2019, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato una legge che porta l’età minima per acquistare prodotti a base di tabacco da 18 a 21 anni.
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