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La mappa dei nuovi clienti del lusso italiano

Una Ferrari in uno dei centri dello shopping pechinese a Beijing, maggio 2015.

Meglio aprire un negozio a Chongqing o a Tientsin? Ecco un interrogativo che nel prossimo decennio potrebbero porsi molti grandi marchi del lusso, almeno quelli che operano nel segmento della gioielleria. Forse non molti sanno che queste due città cinesi, che in Italia sono sconosciute ai più, nel prossimo decennio saranno due capitali del lusso e tra le prime 6 piazze più importanti per la vendita di gioielli. A dirlo sono le proiezioni contenute nel report FashionScope 2017 di McKinsey che fanno una stima delle metropoli più importanti per le vendite di oggetti preziosi e prodotti di alta moda. Nessuna città europea, con l’eccezione di Londra, si piazza ai primi posti nei diversi segmenti di mercato. A dominare sono le città statunitensi, giapponesi e in particolare quelle cinesi. Oltre a essere al vertice nella gioielleria, le metropoli della Repubblica Popolare come Shanghai, Pechino, Hong Kong (e le già citate Chongqing o a Tientsin) si piazzano nella top five dei più importanti centri dell’abbigliamento, delle calzature e delle borse di alta moda.


L’Eldorado di Cindia

Entro il 2025, la spesa pro-capite per abbigliamento è attesa in crescita in tutti i paesi avanzati. L’incremento più consistente sarà però in Cina e India (Cindia), a un ritmo pari a circa 15 volte quello che si registra in Europa e negli Stati Uniti. (Fonte: Elaborazione Servizio Studi e Ricerche su dati Wazir Analysis)

Paese Crescita dell’export
India +173%
Cina +153%
Brasile +50%
Russia +38%
Giappone +16%
Stati Uniti +14%
Canada +12%
Unione Europea +11%

 

Dove sono i consumatori che comprano beni di lusso e dove fanno i soldi i giganti del fashion

Anche se il fatturato del settore della moda e del lusso si concentra ancora in gran parte negli Stati Uniti e in Europa, ormai quasi un terzo dei consumatori che acquistano prodotti fashion abita in Cina. Quando la loro spesa media pro-capite crescerà, la Repubblica Popolare diventerà probabilmente il primo mercato di sbocco per la moda internazionale.

 

Ripartizione dei consumatori

Paese di residenza Quota
Cina 30%
Stati Uniti 23%
Europa 19%
Giappone 11%
Resto del Mondo 18%

(Fonte: Bain Company e Fondazione Altagamma)

 

Ripartizione del fatturato per paese

Paese di residenza Quota di fatturato realizzato dalle aziende del lusso
Stati Uniti 33%
Europa 33%
Giappone 9%
Cina 7%
Resto del Mondo 18%

 

Le metropoli del fashion nel 2025 

Il mercato del fashion di alta gamma è in prevalenza mercato metropolitano che concentra le proprie vendite nelle grandi città internazionali. Ecco, di seguito una panoramica delle metropoli in cui si concentreranno le vendite di beni di lusso nel 2025, secondo le proiezioni di McKinsey.

(Fonte: McKinsey FashionScope)

 

Abbigliamento

1 Tokyo
2 New York
3 Londra
4 Los Angeles
5 Shanghai
6 Pechino

 

Calzature

1 New York
2 Hong Kong
3 Tokyo
4 Los Angeles
5 Londra
6 Shanghai

 

Abbigliamento sportivo

1 New York
2 Los Angeles
3 Tokyo
4 Londra
5 Houston
6 Chicago

 

Gioielleria

1 Hong Kong
2 Shanghai
3 Pechino
4 Chongqing
5 New York
6 Tientsin

 

Borse e valigeria

1 Hong Kong
2 Tokyo
3 New York
4 Seoul
5 Osaka
6 Los Angeles

 

Le quattro stagioni del fashion globale

L’uscita dal tempio, la crisi, la fase di bulimia cinese e la nuova normalità. Sono le quattro fasi in cui gli analisti di Bain&C hanno suddiviso la storia del settore del lusso e dell’alta moda degli ultimi 23 anni. La prima fase va dal 1994 al 2007 ed è caratterizzata da un tasso di crescita annuo medio dei principali marchi del fashion del 7%, grazie a una loro progressiva democratizzazione (o uscita dal tempio) che li ha resi un po’ meno esclusivi e accessibili anche alla classe media. Poi c’è stato il biennio di crisi del 2007-2008 in cui si è registrato un calo medio annuo del giro d’affari del 5%. Il periodo che va dal 2009 al 2015 viene definito invece della bulimia cinese ed è caratterizzato da una esplosione dei consumi di beni di lusso nella Repubblica Popolare, con una crescita media annua aggregata di ben il 9% per il giro d’affari dei principali brand. Infine, il biennio 2015-2016 è considerato dagli analisti come il periodo del new normal, la nuova normalità, in cui il fatturato del settore del lusso ha avuto un andamento piatto (-1%). Colpa del rallentamento dei consumi in Cina che tuttavia, nel medio e lungo periodo, resta ancora il mercato più interessante.

 

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