La startup foodtech svizzera Planted ha chiuso un round di finanziamento di serie B per 70 milioni di euro guidato da L Catterton, la più grande società di private equity globale. Quest’ultima è affiancata da investitori attuali come Vorwerk Ventures, Gullspång Re:food, Movendo, Be8 Ventures, ACE, ETH Zürich Foundation, Yann Sommer, nonché dal nuovo investitore Tengelmann Ventures.
L’azienda, nota per la sua carne biostrutturata di origine vegetale, utilizzerà i fondi per lanciare una nuova linea di prodotti a taglio intero, tra cui il petto di pollo, continuare l’espansione internazionale e aumentare la capacità produttiva.
La crescita di Planted
La chiusura rappresenta un’evoluzione per l’azienda, che nel 2021 ha raccolto 36 milioni di euro. “Siamo orgogliosi di essere l’azienda di proteine alternative con la crescita più rapida in Europa, con un importante sviluppo, nonostante la nostra giovane esistenza, nei nostri mercati consolidati di Svizzera, Germania, Austria e Francia, e un primo ingresso in nuovi mercati come il Regno Unito e l’Italia”, ha dichiarato il co-founder Christoph Jenny.
“Con il capitale aggiuntivo, accelereremo ulteriormente la nostra crescita internazionale, amplieremo la nostra gamma di prodotti con una linea di prodotti a taglio intero e costruiremo un ulteriore sito di produzione”.
Il processo di biostrutturazione
Fondata nel luglio 2019, Planted, spin-off del Politecnico di Zurigo che produce carne da proteine alternative come piselli, avena e girasole grazie a un approccio di biostrutturazione, si concentra sulla texture perfetta con ingredienti naturali ed etichetta pulita. Il processo, che combina strutturazione proteica e biotecnologia, permette di progettare e strutturare pezzi di carne più grandi con un alto livello di complessità di struttura, consistenza, succosità e tenerezza.
Secondo Planted in futuro le proteine biostrutturate supereranno la carne animale in termini di gusto, sostenibilità, salute, efficienza e prezzo. “Le attuali tecnologie e soluzioni per la carne a base vegetale non sono in grado di sostituire più dell’1-3% del consumo di carne e quindi non hanno l’impatto sufficiente sul nostro sistema alimentare”, ha aggiunto Jenny.
“I consumatori sostengono che ciò sia dovuto alla mancanza di gusto, a un prezzo poco accessibile e a ingredienti discutibili. Affinché i consumatori abituali di carne si convertano, è fondamentale creare una “carne migliore di quella proveniente dagli animali, vale a dire migliore per gusto, prezzo, minore impatto ambientale, buoni ingredienti e salubrità. È su questi parametri che ci concentriamo sempre”.
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