Il valore di token come il bitcoin e l’ether ha registrato un’impennata lunedì, dopo aver toccato venerdì i minimi di una settimana, nell’ambito di un più ampio rally dei prezzi delle criptovalute. Tutto questo mentre i mercati reagiscono alle crescenti ripercussioni del crollo della Silicon Valley Bank e aumentano i timori per la prospettiva di una più ampia crisi finanziaria.
Aspetti principali
- Il bitcoin, la cripto più grande al mondo per capitalizzazione di mercato, era scambiato a quasi 22.300 dollari lunedì mattina, con un aumento di circa il 9%.
- Ether, la seconda criptovaluta al mondo per capitalizzazione di mercato, è stata scambiata a quasi 1.600 dollari lunedì, con un aumento di quasi il 7% rispetto a domenica.
- I prezzi di entrambi i token sono scesi ai minimi di quasi due mesi venerdì scorso, in seguito al fallimento della banca cripto-friendly Silvergate e della Silicon Valley Bank.
- Anche altre criptovalute leader per capitalizzazione di mercato, tra cui Bnb di Binance, Cardano e Solana, hanno fatto un balzo tra il 4% e l’8% lunedì.
- La Stablecoin Usd Coin (Usdc), destinata a essere legata al dollaro statunitense una volta per tutte, è stata scambiata a 0,96 dollari lunedì mattina, recuperando in gran parte le perdite subite nel fine settimana dopo aver perso l’aggancio al dollaro ed essere scesa fino a 0,88 dollari.
In cifre
1.050 miliardi di dollari. Questo è il valore totale del mercato delle criptovalute, secondo CoinGecko. La cifra, in aumento del 7% rispetto al giorno precedente, riflette il più ampio rally del mercato dopo l’intervento dei regolatori per garantire i depositi di SVB domenica.
La scorsa settimana, il tetto del mercato delle criptovalute è sceso sotto i 1.000 miliardi di dollari a causa del fallimento di Silvergate e di SVB, che ha suscitato maggiori preoccupazioni sulla stabilità dei mercati finanziari.
I fallimenti più grandi dalla crisi del 2008
La scorsa settimana, alcuni incidenti hanno smorzato l’entusiasmo per le criptovalute. Silvergate, uno dei principali prestatori nel settore delle cripto, ha annunciato mercoledì l’intenzione di liquidare la propria banca e di cessare le operazioni.
SVB, all’epoca la sedicesima banca più grande del Paese, è crollata venerdì. Un’altra banca, Signature, ha seguito le sue orme domenica. I fallimenti, i più grandi dalla crisi finanziaria del 2008 e il secondo e il terzo più grande fallimento degli Stati Uniti in assoluto, hanno scosso i mercati finanziari, comprese le criptovalute.
La fiducia è stata in qualche modo ripristinata domenica, quando i regolatori federali si sono mossi per proteggere tutti i depositi della SVB. Il Segretario del Tesoro Janet Yellen ha dichiarato che anche i clienti firmatari sono protetti.
A cosa guardare
I funzionari, che hanno escluso un salvataggio da parte degli investitori dell’era 2008, sono fiduciosi sul fatto che il sistema finanziario sia solido, ma permangono le preoccupazioni per le conseguenze più ampie del crollo. Le aziende tecnologiche, in particolare, sono preoccupate per la perdita di un attore così importante nell’ecosistema e le autorità di regolamentazione straniere stanno monitorando la situazione per eventuali effetti di ricaduta.
La filiale britannica di Svb, uno dei principali finanziatori delle startup tecnologiche e biotecnologiche del Paese, è stata salvata lunedì dal gigante bancario Hsbc. Il rischio non è finito anche per altre banche statunitensi.
Le azioni della First Republic Bank sono scese di circa il 65% nelle contrattazioni di lunedì mattina a New York, un calo che fa seguito alle preoccupazioni sulla liquidità della banca e che è proseguito nonostante l’istituto abbia rilasciato una dichiarazione in cui rassicurava gli investitori di avere a disposizione 70 miliardi di dollari da fonti quali JPMorgan Chase e la Federal Reserve.
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