i fondatori di Soplaya
Food & Beverage

La foodtech Soplaya raccoglie 12,5 milioni di euro con l’obiettivo di digitalizzare la filiera dei ristoranti

Grandi novità in casa Soplaya, la startup foodtech che ha sviluppato un innovativo canale digitale di approvvigionamento per i ristoranti italiani. Come annunciato in una nota ufficiale, la società ha chiuso un round di finanziamento da 12,5 milioni di euro, portando così a 16 milioni di euro il totale finora raccolta.

Soplaya, fround d’investimento da 12,5 milioni

Entrando nel merito di questa ultime operazione, 11,5 milioni di euro sono stati erogati in equity da Sinergia Venture Fund (Alkemia Capital), che è stato lead investor dell’operazione, e dagli investitori che avevano partecipato al precedente round (P101, Azimut e CDP Venture Capital, attraverso il fondo Italia Venture I), il restante milione invece è stato concesso da Intesa Sanpaolo. in forma di debito.

Mauro Germani, ceo di Soplaya

“Dopo il nostro primo round nel 2020”, dichiara Mauro Germani, ceo di Soplaya, “abbiamo reso operativi tre hub e ora siamo in grado di lanciarne in soli 45 giorni, crescendo tre volte più velocemente a ogni lancio. Anche grazie alle risorse raccolte con questo round, abbiamo ora l’obiettivo di consolidare la nostra presenza sul mercato italiano, preparando al contempo l’espansione in nuovi Paesi. L’applicazione dell’IA nella gestione delle attività e nella previsione della domanda sarà una delle grandi novità di cui beneficeranno nei prossimi anni i ristoranti e fornitori con cui collaboriamo”.

Germani immagina un futuro “in cui anche i ristoranti indipendenti e le catene medio-piccole abbiano accesso a consegne rapide ed efficienti e a ingredienti di qualità a prezzi trasparenti ed equi, indipendentemente dalle loro dimensioni o capacità di negoziazione. Credo che la tecnologia e l’automazione, applicate a ogni fase della filiera di approvvigionamento dei ristoranti, ne miglioreranno radicalmente la trasparenza, l’efficienza e la sostenibilità, generando per tutti i ristoranti sia risparmi di tempo che riduzione dei costi che precedentemente erano accessibili solo ai colossi dell’hospitality”.

Soddisfatto anche Giacomo Picchetto, partner di Alkemia Capital. “Siamo onorati di essere lead investor di questo round di Soplaya. Il nostro fondo investe in scaleup tecnologiche B2B innovative con un elevato potenziale di crescita in Italia e all’estero, una tecnologia all’avanguardia e un team strutturato e competente: Soplaya presenta tutte queste caratteristiche, che la posizionano nello scenario europeo come potenziale leader capace di rivoluzionare un settore ad alta crescita, anticiclico ma ancora tradizionale come quello della fornitura di ingredienti e prodotti all’industria HoReCa”.

Cosa fa Soplaya

Lanciata cinque anni fa, Soplaya opera come grossista digitale per i ristoranti, fornendo un facile accesso a una nuova gamma di prodotti artigianali, locali o di nicchia, così come a food brand di largo consumo, e offrendo ai ristoratori la possibilità aggregare tutti gli ordini in un’unica consegna tramite la sua app, i suoi tre hub logistici e la sua flotta di mezzi refrigerati.

A oggi ha effettuato oltre 100mila consegne, fornendo più di un milione di prodotti a più di 2mila tra ristoranti, bar e hotel in 15 città italiane. Di fatto, Soplaya democratizza l’accesso alla filiera alimentare b2b per tutti i produttori, grandi e piccoli, evitando qualsiasi investimento in vendite, logistica, consegne, ordini, pagamenti e gestione delle fatture. Non è un semplice marketplace, ma uno strumento completo che consente a chef e ristoratori di avere pieno controllo dei propri dati di acquisto, creare elenchi di prodotti per i menù, effettuare ordini con un solo click, ricevere suggerimenti personalizzati sui prodotti e ricevere notifiche di consegna precise al minuto.

Grazie alla propria tecnologia e alla rete di hub logistici, Soplaya è in grado di  servire migliaia di prodotti da oltre 300 fornitori a centinaia di clienti ogni giorno in 24 ore, senza spese di consegna. Negli ultimi due anni, peraltro, ha effettuato importanti investimenti sia per rafforzare il proprio team, che oggi conta 55 persone, che per automatizzare tutte le fasi della filiera di approvvigionamento alimentare B2B, dove il 20% del valore va perso a causa di inefficienze nella distribuzione. 

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