Le tensioni geopolitiche hanno avuto effetti negativi sulle attività economiche e finanziarie, riducendo investimenti privati, occupazione e produttività. Tra i settori colpiti c’è quello dell’arte, che nel 2023 ha registrato un calo di fatturato complessivo a livello globale del 3% circa (-18,2% se viene incluso l’impatto positivo non ricorrente delle Single Owner Collection 2022).
A rivelarlo è l’ultimo report di Deloitte Private, Il mercato dell’arte e dei beni da collezione, secondo cui questo periodo di assestamento ha avuto conseguenze sia sul comportamento degli acquirenti, sia tra i venditori.
“La domanda globale di collectibles ha rallentato soprattutto nella fascia alta del mercato e, in generale, negli ultimi mesi ha prevalso un atteggiamento di maggior prudenza, mentre l’onda di entusiasmo di fine pandemia, iniziata nel 2021 e concretizzatasi nel 2022, ha subito una inevitabile battuta d’arresto, con effetti anche sui prezzi medi dei lotti”, rivela Ernesto Lanzillo, partner e leader di Deloitte Private Italia.
“Tuttavia, i collezionisti continuano a dimostrare interesse per i beni di qualità nei comparti relativi ad arti visive, beni di lusso, gioielli, borse e design da collezione, il che consente comunque il mantenimento di livelli di fatturato comparabili nei due anni 2022 e 2023, depurando il 2022 da impatti non ricorrenti”.
Fatturato globale in calo
Il calo del fatturato complessivo di Christie’s, Sotheby’s e Phillips è legato alla riduzione nel segmento pittura (-26,8%), mentre il diffuso interesse per i passion assets ha contribuito a mitigare la decrescita del fatturato totale sull’anno precedente (-5,4% sul 2022).
Risultati in controtendenza rispetto alla performance eccezionale registrata nel 2022, favorita dai risultati delle diverse single owner collection vendute nell’anno, con riferimento alla pittura. I dati hanno mostrato un andamento praticamente lineare, con una diminuzione del fatturato su base annua limitata al 3%.
Gen Z e Millennial sempre più attivi sul mercato dell’arte
“Uno dei trend più interessanti emersi dal nostro report di quest’anno è quello della crescita dei nuovi acquirenti tra le generazioni più giovani, soprattutto under 40, che continuano a trainare la domanda come diretta conseguenza della digitalizzazione e delle strategie di espansione delle principali major”, commenta Barbara Tagliaferri, partner e art&finance coordinator di Deloitte Italia.
“I nuovi acquirenti hanno determinato, negli ultimi anni, una crescente attenzione per alcuni artisti millennial ultra-contemporanei, nonché per i beni della categoria del lusso, tra cui design, borse e gioielli”. Tra le case d’asta, Christie’s ha registrato un +35% di nuovi clienti, di cui oltre un terzo è costituito da Millennials, quest’ultima generazione ha rappresentato un terzo del 40% dei nuovi offerenti di Sotheby’s e Phillips.
Le opere d’arte più richieste: cresce l’interesse per le donne e gli artisti africani
A causa del contesto internazionale incerto, le opere d’arte contemporanee hanno ceduto le prime posizioni tra i top lot ad artisti più storicizzati e dalle quotazioni più stabili. Tuttavia, nel 2023 non sono mancati ottimi risultati per artisti under 40 noti al mercato internazionale, tra cui in particolare artiste donne e artisti africani.
Questi hanno infatti conosciuto un boom negli ultimi due anni, raggiungendo e talvolta superando le quotazioni di autori storicizzati. Dallo studio è emerso inoltre l’interesse per giovani talenti di arte ultra-contemporanea, millennial che si caratterizzano per pittura figurativa, molto colorata e adatta a essere postata sui social.
Tengono i passion assets e il lusso
Oggetto del desiderio di molti nuovi collezionisti, si sono confermati i passion assets, come borse, sneaker, orologi e vini. Allo stesso tempo, il settore dei beni di lusso ha continuato a registrare record e rappresenta oggi una porta d’ingresso per nuovi potenziali clienti.
Dominano orologi e design, come dimostrano i risultati delle major e in particolare di Phillips, che registra il tutto venduto nelle aste online dedicate agli orologi e una crescita del +45% per le aste di design.
“Tra i trend più interessanti possiamo sicuramente citare anche il grande progresso per i comparti del lusso, tra cui in particolare design da collezione e orologi. Beni che possono risultare spesso di più semplice comprensione rispetto all’arte – in primis l’arte contemporanea –, soprattutto per nuovi acquirenti nel settore dei passion assets”, continua Roberta Ghilardi, art&finance manager di Deloitte Private Italia.
Le piazze di interscambio: New York numero uno, Parigi continua a crescere
Come emerge dal report, gli Stati Uniti, con New York, si sono confermati il mercato più attivo con un potenziale di crescita sostenuto da una forte e stabile domanda locale, con la più grande base di Hnwi e Ultra-Hnwi al mondo e una forte infrastruttura culturale.
In Asia la domanda è rimasta sostenuta, nonostante le notevoli complessità nell’ultimo triennio a causa della pandemia, con le major che hanno rafforzato la propria presenza grazie ai numerosi investimenti. Se Parigi ha beneficiato degli ingenti investimenti di gallerie e fiere internazionali sulla capitale francese, Londra ha perso ancora terreno, come dimostrato dalle aste degli ultimi mesi dell’anno.
Stallo per gli Nft e la cryptoarte
Nel 2022 si era assistito a un calo nell’interesse per Nft e cryptoarte in asta e il 2023 non ha fatto altro che confermare il trend di indebolimento di questo segmento. Nota positiva è stata l’introduzione di una regolamentazione specifica, il regolamento MiCA, pubblicato nel giugno 2023 in Ue, che costituisce uno tra i primi regolamenti nel contesto globale che mira a predisporre un quadro di normativa applicabile alle varie tipologie di cripto-attività.
In Italia la Legge di Bilancio 2023 ha fornito indicazioni specifiche riguardanti il trattamento fiscale applicabile alle criptovalute, anche se non mancano i dubbi, vista l’assenza di una prassi già consolidata.
Le fiere d’arte tra pandemia e nuove crisi geopolitiche
Nel 2023, l’andamento delle grandi fiere d’arte internazionali si è confermato solido e strutturato, nonostante un generale raffreddamento degli entusiasmi.
L’instabilità geopolitica internazionale si è riflessa nel mercato dei collectibles, che sta attraversando un momento interlocutorio in cui le correzioni del settore appaiono ben evidenti e i range di prezzo delle vendite risultano decisamente in contrazione.
In Italia, il calendario fieristico ha ripreso la sua conformazione originaria, dopo un periodo post-pandemico di “confusione” in termini di date. Buoni risultato sono arrivati con la 46ª edizione di Arte Fiera di Bologna, con la presenza di 50 mila visitatori, e il MiArt, svoltasi ad aprile 2024 a Milano, che si è confermata la fiera italiana con la più ampia offerta cronologica di opere d’arte moderna e contemporanea.
“Nonostante si sia finalmente registrato l’atteso calo dell’inflazione sia in America che in Europa, dopo il forte aumento del biennio 2021-2022, molte delle previsioni dell’anno basate su principi dati per assodati nel corso dei decenni di macroeconomia sono state deluse e per questo è necessario essere cauti sulle previsioni per il 2024”, conclude Pietro Ripa, private banker di Fideuram.
“Una eventuale reticenza a vendere da parte dei collezionisti in possesso di opere outstanding, in attesa di tempi più propizi a causa dei possibili conflitti, potrebbe scatenare nel breve “l’effetto valanga”, già noto in questo mercato”.
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