La guerra dei chip continua: come hanno riportato Financial Times e Reuters, funzionari del governo statunitense hanno revocato le licenze di esportazione che consentivano ai produttori di chip statunitensi Intel e Qualcomm di fornire semiconduttori a Huawei. È solo l’ultimo atto dello scontro tra l’amministrazione Biden e il gigante cinese degli smartphone.
Secondo quanto dichiarato dal Dipartimento del Commercio, sono state revocate alcune licenze di esportazione di chip verso Huawei ma senza specificare a quali aziende statunitensi. Per alcuni dei più recenti smartphone Huawei vengono utilizzati chip Kirin, di produzione cinese, mentre per altri smartphone e tablet vengono utilizzati gli Snapdragon dell’americana Qualcomm. Inoltre, ad aprile, Huawei ha anche lanciato il suo laptop MateBook X Pro alimentato dai chip Core Ultra 9 di Intel, sviluppati anche per lavorare con l’IA. “Valutiamo continuamente come i nostri controlli possano meglio proteggere i nostri interessi di sicurezza nazionale e politica estera, tenendo conto di un ambiente minaccioso e paesaggistico tecnologico in continuo cambiamento”, ha detto un portavoce del dipartimento al Financial Times. “Come parte di questo processo, come abbiamo fatto in passato, a volte revochiamo le licenze di esportazione”.
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Lo scontro sui chip
Il blocco delle esportazioni di chip verso Huawei arriva poche settimane dopo che i legislatori repubblicani al Congresso hanno criticato la presenza dei processori Intel sui nuovi laptop dell’azienda cinese. Dopo il lancio del nuovo pc Huawei, due deputati repubblicani hanno chiesto chiarimenti al Dipartimento del Commercio, domandando se la vendita dei chip Intel a Huawei fosse stata approvata. A che scopo? “Dai trend attuali”, si legge nella lettera dei due deputati, “è evidente che Huawei, un’azienda inserita nella lista nera che era sul lastrico solo pochi anni fa, sta tornando forte”, hanno scritto i legislatori nella loro lettera. Dopo la pubblicazione della lettera, Intel ha dichiarato di “rispettare rigorosamente tutte le leggi e i regolamenti nei paesi in cui operiamo”.
Come prosegue il FT, già nelle scorse settimane, gli Stati Uniti stavano spingendo gli alleati in Europa e Asia a aumentare le restrizioni sulle esportazioni di tecnologie correlate ai chip verso la Cina a causa della crescente preoccupazione per Huawei. Il ministero del commercio cinese ha detto che Pechino “si oppone fermamente” alla mossa degli Stati Uniti, che ha descritto come “coercizione economica”. “Le azioni degli Stati Uniti hanno seriamente violato il loro impegno a ‘non cercare lo sganciamento dalla Cina’ e ‘non ostacolare lo sviluppo della Cina’, e vanno contro la loro affermazione di ‘definire precisamente la sicurezza nazionale'”, ha detto il ministero in una dichiarazione. “La Cina adotterà tutte le misure necessarie per proteggere risolutamente i legittimi diritti e interessi delle aziende cinesi”.
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