“Stiamo affrontando un periodo difficile per i giovani italiani, la generazione alpha/zeta, che si trova ad affrontare sfide complesse legate alla presenza di tecnologia e social media, e alla mancanza di sostegno da parte di scuole ed istituzioni. Questi fattori contribuiscono a un quadro poco incoraggiante per il loro sviluppo”. E’ questa la sintesi dell’analisi dell’osservatorio Excellentia, una startup innovativa a vocazione sociale che mira a trasformare il panorama educativo per la generazione alpha/zeta, guidata dall’obiettivo di risolvere bisogni sociali fondamentali attraverso l’innovazione e l’impatto positivo.
“L’obiettivo – spiega la founder Donatella Lorato – risolvere bisogni sociali fondamentali grazie a un approccio orientato all’innovazione e al mercato. L’idea fondante è incidere positivamente sulle nuove generazioni attraverso un modello educativo dedicato alla valorizzazione del capitale culturale, alla cultura del bello e del “ben fatto” all’orientamento, che guidi all’eccellenza in ogni sua espressione, ognuno in base alle proprie inclinazioni e caratteristiche distintive, contribuendo alla crescita armonica della comunità nel suo insieme”.
L’osservatorio
Excellentia ha creato un osservatorio in partnership con Eumetra, leader nelle ricerche di mercato, che monitora atteggiamenti, comportamenti, tratti, dinamiche e desideri dei giovanissimi. “La prima fase dello studio è stata esplorativa”, afferma Edoardo Ceffa, co-founder. “Abbiamo intervistato undici rappresentanti del target, per formulare le prime ipotesi di profilazione. La seconda fase è stata di misurazione, per inserire elementi di misurazione e di profilazione dalle ipotesi precedentemente emerse. Il campione intervistato rappresenta oltre 900 casi di ragazzi dai 15 ai 18 anni a livello nazionale, oltre uno speciale booster su Milano”.
La scuola ideale viene immaginata con un piano di studi personalizzato sui propri interessi in un edificio tipo campus con diversi spazi di aggregazione per studiare insieme, con lezioni in presenza. Solo il 3% vorrebbe che la scuola rimanesse come ora.
È davvero basso il livello di ottimismo verso il futuro, in particolare tra le ragazze e gli studenti di istituti tecnici o professionali e si registra un aumento del pessimismo con il crescere dell’età: “In generale – spiega ancora Donatella Lorato – , andando avanti con l’età, si ripongono aspettative più basse nei confronti della propria vita professionale futura: il 63% vuole essere autonomo e decidere da solo per il suo futuro, il 60% vuole fare un’esperienza lavorativa all’estero, il 55% crede che sia importante che il lavoro garantisca flessibilità negli orari. Il 23% non sa cosa vuole fare da grande, ma intanto decide di vivere con i genitori e il 17% crede che sia importante trovare un qualsiasi lavoro, basta che dia uno stipendio”.
Cosa pensano i ragazzi
Da questi dati, attraverso un’analisi di clusterizzazione, sono stati individuati 4 macro-gruppi, caratterizzati da diversi atteggiamenti e approcci dei ragazzi: i sognatori sono il 37 % del campione: sono giovani ed entusiasti, fiduciosi nel futuro e indirizzati verso una crescita personale, soprattutto a livello culturale; gli indecisi, il 28% del campione, non saprebbe dire come si vede in futuro e in generale gran parte del campione non sa dire dove vorrebbe vivere.
I disillusi sono il 25% del campione e in generale non hanno speranze o ambizioni per la propria vita futura: accettano la propria situazione con indifferenza: i cercatori rappresentano il 10% finale del campione, e sono per lo più ragazze di 18 anni, studentesse di istituti tecnici. Non si sentono supportate dalla scuola e vorrebbero più attenzioni e stimoli. Sono, tuttavia, piuttosto ambiziose.
Le emozioni che le contraddistinguono sono paura, tristezza, ansia e smarrimento, rabbia e non credono che le relazioni che hanno instaurato siano soddisfacenti, in generale. Sono quelle che provano più emozioni negative e risentimento nei confronti della propria vita scolastica.
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