Articolo a cura di Emilio Cozzi e Matteo Marini tratto dal numero di agosto 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Sostiene Pietro Guerrieri, fondatore di Impulso Space, che per un satellite l’ultimo miglio prima del decollo, quello che porta la sonda in testa a un razzo spaziale, è come l’imbarco di un volo: ti devi mettere in fila, ma puoi rimanerci giorni. A Impulso Space hanno deciso di occuparsi di questo, dell’ultimo miglio, per semplificarne le dinamiche a favore dei ‘passeggeri’. Si potrebbe dire che Alberto, Giulia, Italo e Pietro Guerrieri, una sorta di impresa spaziale famigliare, per mestiere sono gli angeli custodi dei satelliti, i traghettatori verso i cancelli del cielo. Operano in quel limbo chiamato in gergo ‘campagna di lancio’, i giorni – o settimane, e in certi casi mesi – che trascorrono fra il completamento dello spacecraft e il decollo.
L’idea risale a cinque anni fa, racconta Pietro, 62 anni, laureato in scienze aeronautiche. “Ricordo la data precisa: il 10 giugno 2019. Eravamo al mare, in Abruzzo, e con mio figlio, Italo, ragionavamo in attesa di salire su un trabocco. È stato il panorama a ispirarci”.
Di fronte al mare è arrivata l’intuizione per cavalcare l’onda della new space economy: servizi per esigenze che prima erano molto più contenute. Perché la maggiore accessibilità allo spazio è corrisposta a un’invasione delle orbite, con grandi costellazioni e tantissimi microsatelliti. “C’è una quantità crescente di satelliti da lanciare”, ragiona Pietro, “e tutti hanno bisogno di condizioni competitive per raggiungere performance di mercato e investitori. Le condizioni migliori sono offerte da medi e grandi lanciatori. Quindi chi vuole lanciare costellazioni si rivolge principalmente a SpaceX, che fornisce servizi in modalità rideshare (cioè lanci ‘condivisi’, ndr) anche a centinaia satelliti. Ma questo crea un collo di bottiglia, perché i satelliti devono essere preparati, adattati per l’integrazione con il razzo, e le infrastrutture a terra sono contenute”.
La storia di Impulso Space
Impulso Space ha preso forma a Padova e poco tempo fa ha piantato le prime fondamenta anche negli Stati Uniti. Guerrieri ha un passato a Eutelsat, in Francia, al controllo delle operazioni delle costellazioni satellitari. “Abbiamo iniziato come broker di capacità di lancio, compravamo all’ingrosso e vendevamo al dettaglio. Ma non era sufficiente, così abbiamo integrato con il servizio campagna di lancio chiavi in mano”.
La cosa è interessante, perché riguarda aspetti poco noti della vita di un satellite, prima che diventi tale: dal trasporto all’integrazione dentro al razzo vettore, con tutte le garanzie che non ci sia nemmeno una vite fuori posto. “Perché sia pronto per essere imbarcato, sono necessari test ambientali per dimostrare al lanciatore che il satellite è sicuro e può volare”, continua Guerrieri.
“In sintesi, facciamo tutto ciò di cui il cliente ha necessità: l’integrazione hardware, per esempio, in sala pulita, l’integrazione dell’anello di separazione (la fascetta che permette il rilascio del satellite una volta in orbita, ndr), il riempimento serbatoi o l’integrazione dei cubesat nel caso di un carrier, un ‘taxi spaziale’, che trasporti più satelliti insieme. Poi c’è la parte software: non sempre il satellite è configurato in modalità di volo, quindi occorrono i test di funzionalità e la carica della batteria. Da maggio 2024 abbiamo la nostra facility a Melbourne, in Florida, dove accogliamo i satelliti e li spediamo ai siti di lancio di Cape Canaveral e Vandenberg, in California”.
L’espansione negli Usa
La scelta del distaccamento all’estero serve a far fronte alla normativa americana, che impedisce la cessione di componenti legate alla Difesa a soggetti non statunitensi. “È il caso degli anelli di separazione made in Usa”, specifica Italo Guerrieri, 31 anni, informatico. “La questione riguarda l’uso di hardware americano. La licenza di esportazione richiede mesi. Se un lancio è acquistato troppo a ridosso, si rischia di non arrivare in tempo”. Con la nuova sede di Melbourne, Impulso Space è diventata americana e il problema è stato risolto.
Il proprietario del satellite e – ancor di più – il fornitore del lancio hanno buon gioco a delegare ad altri l’incombenza, per dedicarsi al proprio core business. Pietro usa un’espressione efficace: “Togliamo le castagne dal fuoco ai clienti e agli operatori di lancio, che possono così concentrarsi sullo sviluppo delle tecnologie. Sono interessati ad avere player che gestiscano, in house, la campagna di lancio al posto loro”.
I numeri dell’azienda
Impulso Space ha una ventina di addetti, per ora si è sostenuta con risorse proprie “e con il supporto delle banche”, specificano i Guerrieri, “ma con il cambio di passo della nuova facility e le nuove prospettive di mercato non è da escludere il ricorso alla raccolta di fondi”. L’azienda ha deciso di intercettare una nuova nicchia di mercato fornendo servizi chiavi in mano che, oltre alla campagna di lancio e all’acquisto dell’opportunità di volo, comprendono anche l’assicurazione.
A oggi Impulso Space ha lanciato 12 microsatelliti per clienti diversi, sempre con SpaceX, e sfruttato in particolare il servizio rideshare. Di recente ha però stretto accordi con altre realtà emergenti: Relativity Space, innanzi tutto, un’azienda californiana che sviluppa razzi usando la stampa 3D. Per loro saranno sia clienti, con l’acquisto di capacità di lancio, che fornitori di servizi. E poi c’è Maritime Launch Services, canadese, di supporto allo sviluppo di un nuovo spazioporto in Nova Scotia: “Vogliamo una struttura, con diversi centri in grado di integrare le attività al suolo, per fornire servizi end to end a livello globale”.
Nel frattempo, Italo ha sviluppato il sito dell’azienda come un portale su cui prenotare un lancio extra-atmosferico: “Stiamo costruendo il database più completo possibile, che comprende tutti i lanci orbitali fatti dagli anni ‘60 e una long schedule su come si evolve il mercato, da consultare con filtri su tutti i lanci futuri: quali saranno disponibili e verso quali orbite, con statistiche su fallimenti e successi. L’idea è quella di acquistarli online come si compra un biglietto aereo”.
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