Dal 28 settembre al 6 ottobre, Palazzo Corsini sull’Arno sarà la mecca dei mercanti e appassionati d’arte italiana antica e moderna; a Firenze, i primi per esporre il meglio della mercanzia, i secondi per esplorare, e all’occorrenza, acquistare pregiati manufatti concepiti entro il 1999.
Questa la regola anagrafica messa in campo dalla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze (Biaf), alla 33esima edizione e imperturbabilmente la più chic al mondo: stilla bellezza fin dalla sede. Ottanta gallerie, capitanate dalle 23 di Milano, 10 di Roma, 13 di Firenze, 6 di Londra, 3 di Parigi, espongono dipinti, sculture, ceramiche, arredi, suppellettili, libri, che possono anche sfiorare il millennio d’età. Un comitato composto da 55 esperti dei vari settori ne vaglia l’autenticità prima che le porte del Palazzo si schiudano.
Qualche fiore all’occhiello. Maurizio Canesso, che festeggia i 30 anni di attività, propone una Madonna col Bambino di Bronzino, la Galleria Caretto & Occhinegro presenta un raro “Paesaggio Notturno con Storie di Cerere” di Jan Brueghel I. Orsini Arte e Libri espone un’opera unica nel suo genere, su pergamena, considerata la nobile antenata della carta. Il pezzo forte di Carlo Orsi è una Madonna con il Bambino e Santa Maria Maddalena di Tiziano Vecellio. E chissà cosa ha in serbo la galleria Dickinson il cui fondatore, Simon Dickinson, sede scovare opere di Botticelli, Tiziano e Rubens, tra i molti.
Volano economico del territorio
La Biaf è goduria per gli amanti del genere, nonché importante volano economico del territorio considerando che coinvolge tanta parte della città e crea un indotto significativo per via degli oltre 25 mila visitatori (così nel 2022): tanti, ma ancor prima di alto profilo, specie se comparati al turismo blockbuster fiorentino.
780 sono gli ospiti della cena di Gala, da tutto esaurito da mesi, del 26 settembre a Palazzo Corsini. La firma lo chef Massimo Bottura per Gucci Osteria, Gucci di fatto è il principale sponsor della manifestazione. Così come il 27 settembre il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio ospiterà un evento a favore della Fondazione Andrea Bocelli.
La storia
Riavvolgiamo il nastro. La Biaf veniva lanciata a Firenze nel 1953 da Luigi Bellini, deciso a radunare nella città di Lorenzo il Magnifico il meglio dell’antiquariato italiano così da farlo conoscere nelle sue plurime espressioni. A frequentarla erano esperti e collezionisti di una rinata borghesia, quella – per intenderci – affrancatasi dall’inerzia degli Indifferenti di Moravia, semmai traboccante di energia e in sentore di boom economico.
Oggi la Biaf continua a solleticare gli appetiti “dell’appassionato del tarlo, uno che coltiva un piacere assai sofisticato, quasi perverso” spiega Fabrizio Moretti, mercante d’arte specializzato in dipinti italiani del Trecento nonché Generale della Biaf. I tempi cambiano e così, spiega Moretti, “se anni fa l’acquirente era mosso dal desiderio di decorare i propri ambienti con un pezzo d’arte, ora capita sempre più spesso che il manufatto venga inteso come pezzo di collezione”. Mutano le tendenze, ma non la sostanza della Biaf.
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