Altro lunedì in discesa per i principali mercati azionari, colpiti dalla decisione di Donald Trump di imporre i dazi nei confronti di Messico, Canada e Cina. Per i primi due paesi, il neo presidente americano ha imposto delle tasse sulle importazioni pari al 25% su tutti i beni ad esclusione del greggio canadese (tassa del 10%), che rimarranno in vigore fino a “i paesi non argineranno il traffico di droga e l’immigrazione illegale verso gli Stati Uniti”. Per la Cina, invece, sta imponendo un imposta del 10% “oltre a qualsiasi dazio aggiuntivo”.
Una decisione già ampiamente annunciata che, oltre ad aver fatto scattare su tutte le furie i presidenti dei paesi coinvolti e l’Unione Europa – finita anche lei nel mirino di Trump – ha mandato al ribasso le principali Borse mondiali. A un’ora dall’apertura odierna, i tre principali indici di Wall Street, Nasdaq, Dow Jones ed S&P500 stanno cedendo più di un punto e mezzo percentuale. Anche le big stanno perdendo terreno. In particolar modo Tesla, che sta cedendo più dell’8%, Nvidia (-4,5%), Apple (-3,5%), e Alphabet (-1,3%). Al di sotto del punto percentuale invece le perdite di Amazon, Meta e Microsoft.
L’effetto dazi di Trump colpisce anche l’Ue
Anche l’Europa si appresta a chiudere una seduta al ribasso, con perdite che oscillano intorno all’1,5% per il nostro Ftse Mib e il Cac 40 di Parigi, fino ad arrivare intorno al 2 per cento per Ibex 35 di Madrid, Dax di Francoforte ed Eurostoxx. Peraltro, questa mattina uno dei protagonisti di Piazza Affari è stata Generali, in scia alla notizia dell’acquisizione del 4,1% da parte di UniCredit. Adesso però il titolo si trova in terreno di parità. Rimanendo invece sul tema dei dazi, si sono già espressi sia il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha dichiarato che “sia gli Stati Uniti che l’Europa traggono vantaggio dallo scambio di beni e servizi. Se ora la politica doganale, i dazi, rendessero difficile questo scambio, sarebbe negativo per gli Stati Uniti e per l’Europa”, sia il presidente francese Emmanuel Macron, che è stato molto duro: “Se siamo attaccati sul piano commerciale l’Europa dovrà farsi rispettare e reagire”.
Intanto sul fronte macro è emerso che a gennaio l’inflazione annuale nell’area euro è aumentata: secondo la stima flash di Eurostat si è attestata al 2,5%, in rialzo rispetto al 2,4% di dicembre (novembre 2,2%, ottobre 2%, settembre 1,7%). A gennaio 2024 era al 2,8%. Non è quindi un caso se la scorsa settimana la Bce ha deciso di tagliare di altri 25 punti base il costo del denaro. Contestualmente, anche se pur sempre in contrazione, è però migliorata l’attività manifatturiera europea.
Vola il dollaro, scende il Bitcoin
Sul fronte monetario, invece, i dazi imposti da Trump hanno spinto al rialzo il dollaro, portandolo ai massimi dal 2022 sull’euro con il cambio euro/dollaro a quota 1,0251 (da 1,039 venerdì). Se invece è stabile il cambio dollaro-yen a 154,6, contestualmente la valuta messicana ha perso quasi tre punti percentuali a 21,26 pesos per un dollaro, mentre la valuta canadese ha subito un calo dell’1,73% a 1,47 dollari Usa. Al ribasso anche il Bitcoin, che è nuovamente sceso al di sotto dei 100mila dollari e si trova in area 98mila dollari.
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