Cultura

Il patrimonio artistico contemporaneo è il motore di economia e turismo, ma servono più manager e creativi

di Fulvio Ravagnani

L’Italia è da sempre riconosciuta come una delle culle della cultura e dell’arte mondiale. Da Roma a Firenze, da Venezia a Napoli, il nostro Paese ospita alcuni dei capolavori più celebri della storia dell’arte, che continuano ad attrarre milioni di turisti ogni anno. Tuttavia, mentre i beni culturali e artistici del passato sono giustamente celebrati e protetti, è fondamentale non dimenticare l’importanza di quelli contemporanei. I beni culturali e artistici contemporanei non sono solo un veicolo per la crescita culturale e sociale, ma sono anche una risorsa strategica per l’economia italiana.

Un settore in crescita: l’arte contemporanea e il mercato globale

Negli ultimi decenni, l’arte contemporanea ha visto una crescita esponenziale, sia in termini di visibilità che di valore economico. Le fiere internazionali come la Biennale di Venezia, Art Basel e Frieze sono diventate appuntamenti fondamentali, contribuendo a consolidare l’immagine dell’Italia come un hub cruciale per il panorama artistico globale. Le gallerie italiane, che rappresentano artisti emergenti e consolidati, sono tra le più influenti a livello internazionale. Questo movimento ha avuto un impatto diretto sul mercato dell’arte, che, secondo l’Art Basel and Ubs Global Art Market Report, nel 2021 ha raggiunto un valore di oltre 65 miliardi di dollari. In questo scenario, l’Italia non è solo un custode del passato, ma è anche protagonista di un vivace presente artistico che attrae investimenti, collezionisti e appassionati da tutto il mondo.

L’arte contemporanea genera non solo valore economico diretto, ma anche un effetto indiretto significativo attraverso l’intera filiera che la circonda: musei, gallerie, curatori, critici, media, e ovviamente il turismo. Le mostre temporanee di artisti contemporanei attirano un pubblico variegato e globale, che, oltre a visitare gli spazi espositivi, contribuisce all’economia locale attraverso il soggiorno, la ristorazione e altre forme di consumo culturale.

Turismo culturale: un settore strategico per l’Italia tra festival, rassegne e musei d’impresa

Il turismo culturale è uno dei motori economici principali per l’Italia. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (Unwto), l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per flussi turistici, e la cultura rappresenta uno dei principali fattori di attrazione per la scelta della meta di viaggio. Tuttavia, non è solo il patrimonio storico che attrae i turisti: biennali e mostre di arte contemporanea, ma anche festival musicali o della letteratura, rassegne cinematografiche e teatrali, per non parlare dei musei d’impresa, che negli ultimi 4 anni hanno visto 5,8 milioni di visitatori nel nostro paese.

Innovazione, tecnologia e creatività: la cultura come settore economico emergente

I beni culturali e artistici contemporanei sono un veicolo di innovazione e creatività, due elementi chiave per la competitività dell’economia italiana. Le opere d’arte contemporanee, con la loro capacità di stimolare riflessioni e sperimentazioni, alimentano un processo creativo che si traduce in nuovi modelli imprenditoriali, progetti di design, moda, architettura e persino tecnologia. La moda attraverso l’arte assume nuovi valori di marca; l’architettura integrando elementi artistici valorizza territori. Le interazioni con la tecnologia: videoarte, installazioni interattive e digital art, creano una connessione con un pubblico giovane e internazionale.

La sostenibilità economica della cultura e la necessità di una formazione specifica

Investire nei beni culturali e artistici contemporanei significa costruire un futuro più sostenibile, in cui la cultura rappresenta un volano per lo sviluppo economico. Oltre alla creazione di posti di lavoro diretti nel settore culturale, un forte investimento nell’arte contemporanea stimola la crescita di settori lavorativi connessi, come ad esempio: le risorse umane; la logistica; l’amministrazione, ma soprattutto servono buoni manager e creativi per gestirne la comunicazione e la valorizzazione.

Infine, l’arte e la cultura sono in grado di generare un impatto positivo sulle aree meno sviluppate, contribuendo a contrastare fenomeni come lo spopolamento delle zone rurali o la disoccupazione giovanile. L’Italia, con la sua tradizione di piccole e medie imprese, è particolarmente adatta a integrare la cultura e l’arte contemporanea nelle politiche di sviluppo regionale, creando opportunità di crescita in territori che potrebbero beneficiare di una maggiore valorizzazione della propria identità culturale.

 

 

 

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