Articolo tratto dal numero di agosto 2019 di Forbes Italia. Abbonati.
L’ultima tendenza fra i collezionisti d’arte è rendere accessibili al pubblico i tesori custoditi nelle raccolte di famiglia. Collocate in spazi realizzati ad hoc, che stanno assumendo un ruolo culturalmente sempre più rilevante. Forbes ha selezionato cinque realtà da tenere d’occhio.
Rossella Bisazza
La Fondazione Bisazza a Montecchio (Vicenza), legata all’omonima azienda di mosaici, espone oggetti di design, opere di architettura e fotografia contemporanea. “Rispecchia le passioni personali della nostra famiglia”, racconta, la vicepresidente Rossella Bisazza (nella foto). “Il legame con il nostro brand è evidente, ma la libertà di scelte di un progetto completamente finanziato dalla famiglia è totale”. Sorta in un capannone riqualificato che era parte del nucleo originario dell’azienda, si estende su una superficie di ottomila metri quadri. Oltre alla collezione che conta opere di Aldo Cibic, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Marcel Wanders, la fondazione ha ospitato la prima retrospettiva in Europa dedicata a Richard Meier, un’ampia personale di Candida Höfer ed una di Nobuyoshi Araki. Il dialogo con le istituzioni internazionali come il Design Museum di Londra e la Fondation Cartier di Parigi è aperto, “ma vorremmo implementarlo”, dichiara Rossella.
Paolo Brodbeck
Paolo Brodbeck, fondatore della Fondazione Brodbeck di Catania, discende da una famiglia di imprenditori di origine svizzera. Dopo diversi anni di passione collezionistica personale ha aperto la sua fondazione “allo scopo di godere delle opere che giacevano ancora imballate nelle nostre casse”. Dalla ristrutturazione di due capannoni di una fabbrica di liquirizia, è nata nel 2009 la Fondazione, in cui viene ciclicamente esposta la collezione che annovera le opere monumentali di Richard Long, Michelangelo Pistoletto, Luciano Fabro, Jan Vercruysse. L’ente alloggiato in uno spazio di seimila metri quadri ha la mission di divulgare l’arte contemporanea offrendo agli artisti residenze per la produzione di opere site-specific (pensate per un luogo preciso). Fra gli ospiti che hanno partecipato a questa iniziativa, Luca Vitone, Diego Perrone, all’epoca ancora poco conosciuti.
Maurizio Morra Greco
Vicepresidente del Comitato delle Fondazioni Arte Contemporanea Italiane, Maurizio Morra Greco è il fondatore dell’omonimo ente napoletano aperto nel 2006, a metà partecipato dalla Regione Campania. “Volevo avere un ruolo attivo nell’arte contemporanea ed essere parte di un sistema di produzione di opere e di mostre”, spiega Morra Greco. La fondazione omonima lavora con gli artisti alla realizzazione di opere concepite per gli spazi di Palazzo Caracciolo di Avellino: l’obiettivo della valorizzazione del territorio viene perseguito attraverso le residenze offerte ad artisti di calibro internazionale. Fra gli ospiti della Fondazione in questi anni, si annoverano Mark Dion e Jimmie Durham. “Con quest’ultimo”, racconta, “abbiamo prodotto un nucleo di opere che ha preso parte al ciclo di mostre retrospettive recentemente a lui dedicate nei maggiori musei nordamericani”.
Mauro De Iorio
Fondatore dell’omonima collezione, Mauro De Iorio è un radiologo, titolare di una società di centri diagnostici dislocati fra Verona e Trento: la sua raccolta è alloggiata in aree dedicate, all’interno dei centri del gruppo. “L’arte contemporanea è divenuta oggetto di mia grande passione in età matura”, racconta a Forbes. Un po’ alla volta ha costruito una collezione di 500 pezzi. Il comune denominatore alla base delle sue scelte? “Il mio gusto poliedrico, in cui si specchiano gli archetipi del mio carattere”, risponde. La scelta dell’apertura al pubblico nasce “dall’esigenza di fruizione delle opere che erano depositate nei magazzini”. Fra gli artisti collezionati vi sono italiani (Giulio Paolini, Gianfranco Baruchello, Ettore Spalletti e Carla Accardi) e stranieri (Firenze Lai, Petrit Halilaj, Rachel Whiteread, Wolfgang Tillmans). Nel prossimo futuro è prevista l’apertura di uno spazio destinato a grandi installazioni site-specific a Verona.
Marco Rossini
Marco e Matteo Rossini sono rispettivamente fondatore del Rossini Art Site e direttore della Fondazione Pietro e Alberto Rossini, ubicato nel Parco Valle Lambro. Esposta su un terreno di 10 ettari, la collezione di 50 opere di grandi dimensioni di Rossini Art Site è un omaggio alla passione collezionistica del padre Alberto. “Fu di mio fratello Marco l’idea di aprire al pubblico il parco nel 2015”, ricorda Matteo, “questa scelta è funzionale al mantenimento di alti livelli di manutenzione, oltre che alla valorizzazione dei rapporti con il territorio”. La Fondazione è l’ente che, operando su sito il cui fulcro è l’elegante pavillion di James Wines, si occupa di sviluppare progetti con artisti contemporanei: fra i molti passati di qui si ricordano Silvia Giambrone, Elena Bellantoni e Margherita Moscardini.
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