di Francesco Nasato
Gayle Benson divide. Da sempre. Spacca a metà le opinioni e i giudizi senza vie di mezzo: bianco o nero, persona integra o spudorata manipolatrice. Si parla così di lei a corrente alternata, senza che una parte prenda il sopravvento sull’altra, almeno pubblicamente. Gli schieramenti sono però definiti. New Orleans, la città in cui è nata nel 1947, anche se qualcuno dice 1950, e in cui vive da sempre può essere un ottimo esempio. I tifosi dei Saints, football NFL, e dei Pelicans, franchigia della NBA in cui da questa stagione giocherà anche l’italiano Nicolò Melli, associano il cognome Benson a quello del marito Tom, proprietario delle due squadre scomparso nel 2018 all’età di 90 anni. Sarà questo, sarà che Gayle si sia opposta fermamente al trasloco di una delle due squadre dalla Louisiana verso altre destinazioni dopo averne ereditato la gestione e la proprietà, fatto sta che la sua popolarità non sembra poter essere argomento di discussione. Se però si guarda al suo passato o si chiede ai figli e ai nipoti di Tom il quadro muta completamente. Bianco e nero.
Gayle Benson non è stata sempre Gayle Benson. Nasce a New Orleans come Gayle Marie LaJaunie, prima di tre fratelli, nel quartiere di Algiers, sobborgo povero di quella città a cui il jazz deve molto, se non tutto. Educazione rigida di stampo cattolico, si forma alla Martin Behrman High School fino a concludere gli studi nel 1964. Il primo impiego è come receptionist in uno studio dentistico, prima di cambiare e accettare altri ruoli simili come segretaria. Il talento che sente le sia stato donato da Dio riguarda però l’acquisto e la ristrutturazione di immobili, compresi i loro interni. L’occasione giusta per mettersi in mostra arriva grazie al suo secondo matrimonio (il primo, secondo la stessa Gayle, era avvenuto quando lei aveva appena 19 anni) con Thomas Bird, conosciuto come “T-Bird”, di mestiere appaltatore. I reciproci interessi convergono in direzione di una società in comune che dura pochi anni, come la loro unione. Gayle però è testarda e prosegue in solitaria la sua avventura creando la Gayle Bird Interiors Ltd. e per provare a tamponare la mancanza di studi oltre le scuole superiori frequenta un corso per corrispondenza di interior design, nonostante la disapprovazione della madre. La situazione per lei resta comunque instabile, tanto da essere diverse volte accusata di mancati pagamenti di fornitori e bollette, con comparse nei tribunali di New Orleans per difendersi dalle accuse, e un arresto per un presunto furto nel 1988 ad arricchire sospetti e voci sul suo conto.
L’incontro che le cambia vita avviene in chiesa e per una credente come Gayle non è difficile immaginare sia stato visto come un segno della provvidenza. A messa come tutti i giorni, la futura signora Benson viene avvicinata da Tom Benson, pure lui reduce da due matrimoni finiti male, senza sapere con chi avesse a che fare. Il corteggiamento è lungo: Gayle non crede più nel matrimonio e in una relazione stabile, forse anche sospettosa nei confronti di un uomo di 20 anni più grande di lei, ma Tom, nonostante lei non fosse sembrata particolarmente interessata a tutti i discorsi che lui aveva fatto sulle sue proprietà durante le loro uscite, alla fine ottiene quel che vuole. Nell’ottobre del 2004 il matrimonio si celebra a San Antonio, in Texas e Gayle diventa Gayle Benson. Tom Benson è già un miliardario da anni grazie agli affari con le auto, è proprietario dei New Orleans Saints dal 1985 e lo diventerà dei Pelicans dal 2012 anche su spinta della terza moglie. Proprio l’eredità delle due squadre è l’argomento che infiamma gli ultimi anni di vita di Tom, con Gayle centrale in quello che succede.
Figli e nipoti di Benson si aspettano infatti di ricevere la gestione delle due franchigie e invece, a sorpresa, con una lettera nel gennaio del 2015 si comunica che tutto quanto finirà nelle mani di Gayle. La famiglia inizia subito una causa legale, accusando l’ultima moglie di Tom Benson di aver manipolato un uomo anziano, non più in possesso delle proprie facoltà mentali. Accuse respinte e così Gayle, partita come segretaria, si ritrova per le mani un patrimonio valutato oltre 3 miliardi di dollari. La sua popolarità continua a essere elevata, i Saints puntano a una stagione da protagonisti in NFL, i Pelicans, ceduta la stella Anthony Davis ai Los Angeles Lakers, sono pronti a stupire. Squadra giovane, intrigante e di talento, con il rookie dall’università di Duke Zion Williamson, 19 anni, già scelto da Michael Jordan come testimonial per le proprie scarpe con un contratto si dice da 75 milioni di dollari in 7 anni, ad aumentare la curiosità. Senza dimenticare Nicolò Melli, pronto a giocarsi la propria opportunità in un mondo dove anche le segretarie, a volte, diventano miliardarie per imprevedibili incroci del destino. Da un sobborgo povero alla grande ricchezza. Ancora una volta, bianco e nero.
Oggi Forbes accredita Gayle Benson di un patrimonio pari a 3,1 miliardi di dollari.
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