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Con Cartier va in scena la nuova belle époque

Articolo di Matteo Zaccagnino tratto dal numero di novembre 2019 di Forbes

Essere imprenditori di successo non vuol dire soltanto far crescere il valore dell’azienda in termini di fatturato o quote mercato. È solo una parte del ragionamento. Andando in profondità vuol dire avere una visione innovativa al punto da diventare un vero e proprio modello di riferimento immune al trascorrere del tempo. Succede nel mondo degli affari e accade in orologeria. Nel momento in cui questi due mondi entrano in contatto ecco che nascono vere e proprie icone. E così, dall’incontro di due visionari come Alberto Santos-Dumont e Louis Cartier il mondo delle lancette compie il salto di qualità definitivo.

Il Santos-Dumont: tradizione e cultura del dettaglio tecnico.

Imprenditore, appassionato di volo, e pioniere dell’aviazione Santos-Dumont avverte la necessità di dotarsi di un orologio da consultare senza dover necessariamente staccare le mani dai comandi. Nei numerosi tentativi compiuti da Santos-Dumont emergeva l’attenzione maniacale per i dettagli come quella che portò l’imprenditore brasiliano a concepire perfino un giaccone attraverso il quale passavano i cavi collegati agli ingranaggi di bordo. Ma per un orologio servivano competenze specifiche in materia. Per questa ragione, Santos-Dumont si rivolse a Louis Cartier chiedendogli espressamente di pensare a qualcosa che potesse assecondare questa sua esigenza. Da qui l’intuizione del gioielliere francese di riscrivere le regole creando qualcosa di veramente innovativo per l’epoca: ovvero un segnatempo che andava oltre il semplice adattamento dei modelli da taschino. Nasce così nel 1904 il primo orologio da polso che inaugura anche un nuovo modo di leggere l’ora grazie a una cassa dalla caratteristica forma squadrata e con un quadrante sul quale sono ben evidenziati gli indici romani. E non è un caso se due anni dopo nel 1906, e più precisamente il 12 novembre, Alberto Santos-Dumont riuscì, ai comandi del 14-bis, una macchina volante da lui stesso progettata, a staccarsi da terra a e compiere un volo di 220 metri stabilendo così un record per l’epoca. A distanza di oltre un secolo i fasti di quel periodo tornano nuovamente alla ribalta con il Santos de Cartier. Un percorso iniziato nel 2018 quando la Maison aveva riportato l’attenzione su questa icona dell’orologeria alzando il sipario, in occasione del Salone SIHH di Ginevra, su una nuova collezione che, pur mantenendo inalterati il linguaggio stilistico e i codici estetici, presentava alcune importanti innovazioni.

Alberto Santos-Dumont, nel primo Novecento.
Il Santos de Cartier nella versione Scheletrato Noctambule.

Oggi, la famiglia Santos de Cartier si allarga e saluta l’ingresso sulla scena del nuovo Santos-Dumont. Proposto nelle versioni in oro rosa, acciaio e oro rosa, oppure solo acciaio la collezione rende omaggio al pioniere dell’aviazione rimanendo fedele agli stilemi introdotti nella versione originale. A iniziare dalla cassa la cui geometria rappresenta, in un gioco di simmetrie, la metafora dei quattro spigoli vivi della Torre Eiffel che proprio nei primi anni del secolo scorso era diventata l’emblema e il simbolo di un fervore creativo il cui epicentro si trovava proprio a Parigi. Proposta in una versione grande 43,5 x 31,4 mm e una più piccola 38 x 27,5 mm la cassa è caratterizzata da una forma squadrata e dalla presenza delle viti a vista. Al suo interno accoglie un quadrante argentato con finiture soleil sul quale risaltano gli indici espressi in numeri romani. Altri elementi distintivi sono le lancette a gladio di ore e minuti in acciaio azzurrato e la corona di carica perlata impreziosita con un cabochon di zaffiro.

Santos de Cartier nella versione Cronografia, con cinturini intercambiabili.

Lo sforzo della Maison è andato anche nella direzione di dotare questa famiglia di segnatempo di una nuova generazione di movimenti al quarzo. Non una cosa di poco conto in considerazione del fatto che l’architettura del movimento stesso è stata rivista completamente proprio per consentire una migliore efficienza abbinata a un minor consumo di energia. Il risultato è un’autonomia che raggiunge i sei anni quasi il doppio rispetto a un tradizionale movimento al quarzo. Ma dove il Santos-Dumont gioca la sua carta vincente è nella grande versatilità in termini di utilizzo. Un segnatempo che si addice a ogni circostanza sia della vita professionale sia di quella privata. Un’eleganza informale ulteriormente rilanciata dalla presenza di un cinturino in alligatore, proposto nella tonalità grigio scuro per la versione con cassa in oro rosa, blu navy per quella in acciaio oppure nero per quella declinata con cassa in acciaio e oro rosa. È in questi dettagli che si esalta lo stile di un orologio diventato un’icona non solo nel mondo delle lancette. Non poteva essere altrimenti. Il Santos de Cartier rappresenta la svolta, la rottura con i codici, la volontà di voler innovare, e soprattutto incarna la visione di Louis Cartier e Alberto Santos-Dumont il cui apporto in termini d’ingegno e capacità hanno permesso all’orologeria da un lato e al mondo dell’aviazione dall’altro di spiccare il volo.

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