Articolo apparso sul numero di gennaio 2020 di Forbes Italia. Abbonati.
Ormai all’appello manca soltanto il Fuv, ovvero il Ferrari utility vehicle, ma a Maranello ci tengono a precisare che non sarà un Suv. Per gli amanti della guida in posizione rialzata, degli spazi interni generosi e flessibili, della comodità di un’abitacolo lussuoso, senza rinunciare all’eleganza e alla sportività, l’Aston Martin Dbx è la novità più recente. Non mancano certo le alternative con il pedigree, dalle lussuose Rolls-Royce Cullinan, Bentley Bentayga e Range Rover Autobiography, alla super sportiva Lamborghini Urus, tutte con un cartellino oltre i 180mila euro.
La prova su strada e fuoristrada della Dbx ha confermato le attese: lusso a profusione, inedite soluzioni di stile e prestazioni di assoluto livello per il primo Suv Aston Martin che conserva l’anima di un’auto sportiva, come da tradizione. Appena saliti a bordo si respira aria di lusso: pelli e legni pregiati, design coerente con la tradizione realizzato con materiali moderni e di qualità. I tipici comandi del cambio a pulsantiera al centro della plancia circondano il tasto di avviamento/arresto di vetro. Tenendolo premuto per qualche secondo, il motore si avvia in modalità ‘silenziosa’ per non disturbare i vicini al mattino, ma è aprendo gli scarichi attivi che si apprezza il rombo caratteristico del V8 Aston Martin di 4,0 litri biturbo. È lo stesso montato sulle sportivissime DB11 e Vantage, mentre il cambio è un’automatico a 9 rapporti. I 550 cv, ma soprattutto i 700 nm di coppia massima subito disponibili, catapultano la Dbx da 0 a 100 km/h in 4”5, spingendo senza soluzione di continuità la non trascurabile massa di 2.245 kg fino a alla velocità massima di 291 km/h.
La scocca in alluminio è leggera e rigida al tempo stesso. Le sospensioni pneumatiche adattive a tripla camera con ammortizzatori adattivi a gestione elettronica consentono di trasformare in pochi secondi la Dbx da granturismo sportiva a vero fuoristrada. L’altezza da terra può essere aumentata di 45 mm o ridotta di 50 mm per affrontare in sicurezza qualsiasi tipo di terreno. La rigidità variabile delle molle permette un comfort di lusso nella marcia normale e una straordinaria dinamica quando ci si vuole divertire sul misto. Il sistema eArc permette di contrastare il rollìo in curva con una forza fino a 1.400 nm su ogni asse, mantenendo l’assetto sempre piatto in curva per una maneggevolezza sorprendente in un Suv di oltre 5 metri di lunghezza. Abbiamo apprezzato le qualità dinamiche stradali sulle statali e sulle Autobhan tedesche. Lo sterzo è preciso in inserimento e la trazione integrale agevola la fedeltà alla traiettoria impostata in percorrenza di curva anche a velocità sostenute, limitando i movimenti della carrozzeria. Dbx si rivela particolarmente stabile alle elevate velocità pur senza specifiche appendici alari.
L’eleganza estetica delle forme sinuose cela soluzioni funzionali raffinate. Il design è pulito, rispettoso delle proporzioni auree tra lamierati e vetrature, con la linea di cintura alta e fiancate scolpite. Il muso caratteristico, con l’inconfondibile griglia Aston Martin, è incorniciato dalle luci diurne a Led che integrano gli indicatori di direzione e due prese d’aria. Audaci le feritoie sul cofano che fungono da estrattori contribuendo al raffreddamento del V8 e migliorando l’aerodinamica. Ma è sul posteriore che i designer hanno realizzato un vero capolavoro. I possenti fianchi della Dbx si collegano al portellone che termina con una curva verso l’alto alla base del lunotto, in stile Vantage. La linea del tetto spiovente termina con uno spoiler che contribuisce a creare la deportanza necessaria alla stabilità. I due scarichi di generose dimensioni completano un posteriore degno del Moma di NY.
Il portellone elettrico nasconde un bagagliaio da 632 litri, più 62 litri nascosti sotto il pianale, ampliabile a piacere abbattendo i sedili posteriori frazionati 40:20:40. La generosa apertura del vano e la soglia di carico bassa facilitano le operazioni di carico e scarico permettendo anche di abbassare le sospensioni pneumatiche con un apposito pulsante sul fianco del vano di carico. Per gli amanti dell’arte venatoria c’é pure il pet pack che trasforma il bagagliaio nella cuccia perfetta per il proprio fedele segugio: rete divisoria, protezione salva vernice per la soglia di carico e persino un’idropulitrice portatile a batteria per non sporcare i rivestimenti interni.
Dopo averla guidata come un’Aston Martin sui nastri asfaltati, la Dbx si è rivelata ancor più sorprendente fuoristrada. Sugli sterrati dell’accademia off-road del Nurburgring si è dimostrata capace di superare quasi tutti gli ostacoli che è possibile incontrare sul pianeta Terra: dalle ripide discese con l’ausilio del Hill Descent Control, ai guadi fino a mezzo metro di profondità grazie all’altezza massima da terra di 235 mm, passando per gli insidiosi twist e le salite più ripide. Anche se difficilmente il cliente della Dbx si avventurerà nei boschi, sicuramente non avrà problemi a raggiungere anche la più arroccata delle seconde case.
Dbx riesce a fondere qualità apparentemente contrastanti in un design elegante e lussuoso con doti dinamiche invidiabili. I prezzi sono adeguati al lignaggio: si parte da 188.126 euro, ma con qualche tocco di stile in carbonio per personalizzare l’estetica della Dbx e un paio di pacchetti opzionali si superano di slancio i duecentomila, in linea con la concorrenza diretta. L’unico neo si trova nel sistema di infotainment, chiaramente di derivazione Mercedes, che si basa su sistemi un po’ datati: niente touch screen e interfaccia un po’ obsoleta. C’è da attendersi un aggiornamento, anche in virtù del recente accordo tecnologico con la casa di Stoccarda. Chi sa, magari un AmUX sulla falsariga dell’ormai noto Mbux?
La società
Aston Martin ha costruito uno stabilimento di 46 ettari a St. Athan, in Galles, appositamente per la produzione della DBX che assemblerà anche altri due nuovi modelli a marchio Lagonda, parte della stessa proprietà. La prima Suv del marcio inglese sarà un modello chiave per il rilancio industriale dell’azienda dopo le recenti difficoltà che hanno portato al passaggio di mano. Oggi l’azienda è guidata da una cordata di imprenditori con a capo il magnate canadese Lawrence Stroll che ha sborsato 182 milioni di sterline per il 25% della casa inglese. Altri soci illustri sono l’imprenditore svizzero Ernesto Bertarelli (3,4%) e Toto Wolff , CEO di Mercedes-AMG Petronas Motorsport (4,8%). La recente pandemia ha pesato sui conti obbligando Aston Martin ad emettere nuove azioni fino al 20% del capitale. Occasione colta da Mercedes-Benz che salirà al 20% dall’attuale 2,6% e condividerà le più avanzate tecnologie della Stella, inclusi i propulsori ibridi ed elettrici di prossima generazione. Definitivamente fuori il fondo Investindustrial di Bonomi da ottobre 2020.
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