Under 30 2021 – Science Italia

A capo dell’automazione, lavora su tecnologie innovative come operazioni satellitari autonome, agenti intelligenti e coordinamento di più veicoli spaziali.

Dopo la prima laurea in medicina, la seconda in biotecnologie, ora è arrivata la terza in ingegneria biomedica, alle quali presto si aggiungerà la quarta in biotecnologie molecolari.

La corsa allo spazio è solo agli inizi. E un posticino di tutto rispetto nella space economy se lo sta ritagliando anche Giovanni Pandolfi Bortoletto che, con la sua Leaf Space, startup fondata nel 2014 insieme a Jonata Puglia e Michele Messina, ha costruito una rete di ‘ascolto’ per microsatelliti in grado di fornire servizi di raccolta dati a terra. “All’inizio l’unico obiettivo era quello di lavorare in ambito spaziale. Solo in seguito abbiamo iniziato a fornire infrastruttura di ground segment come servizio permettendo di comunicare con satelliti in orbita in modo semplice ed efficace”, dice. Negli anni la società - che conta un team di 25 persone e ha raccolto finora 10 milioni di euro di finanziamenti da investitori come il fondo di venture capital Primo Space, Whysol Investments e RedSeed Ventures - ha allargato il proprio mercato anche all’estero con clienti del calibro dell’Esa, di Virgin Orbit e di Astrocast. “Non ci fermeremo qui. La strada per lo sviluppo sostenibile dello spazio è ancora lunga, il limite non è il cielo”.

Utilizzando algoritmi sofisticati, ha sviluppato una protesi di mano bidirezionale che ha fornito sensazioni significative e naturali a una mano robotica.

La sua ricerca si concentra sulla materia oscura cosmologica, coprendo tanto gli aspetti teorici quanto quelli applicativi.