È stato un anno di ottimi film e di sorprese, non ultima quella del pasticcio agli Oscar con l’errata assegnazione a La La Land della statuetta per il Miglior film, poi andata a Moonlight. È stato un anno anche di crisi di incassi, sia in Italia che in Usa, dove il botteghino estivo, di solito forte, ha avuto incassi in discesa. È stato l’anno delle donne: e non stiamo parlando dello scandalo Weinstein, ma di buoni film diretti da registe, che nel caso di Wonder Woman si sono trasformati in fenomeni pop. Senza un particolare ordine di merito, i film che hanno segnato il 2017 secondo Forbes (tenendo conto delle uscite nelle sale italiane), sono i seguenti.
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La La Land – regia di Damien Chazelle. distribuzione 01 Distribution
Classica storia d’amore lui incontra lei, ma ambientata a Hollywood, dove sogni e speranze hanno dignità di personaggi. Ci sono i balletti, ci sono le canzoni, ci sono i numeri acrobatici. Un successo clamoroso e ben sei Oscar per un musical vero e proprio. Il finale non è classicamente hollywoodiano, ed è una delle cose migliori del film. Emma Stone vince il suo primo Oscar, il film ben altre cinque statuette dell’Academy.
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L’inganno – regia di Sofia Coppola. distribuzione Universal Pictures
Nonostante sia il rifacimento di un film di Don Siegel con Clint Eastwood, ha tutti gli elementi del classico film della Coppola, delicatezza e toni crepuscolari compresi, così come la voglia di concentrarsi sulla perfezione dei dettagli e sulle reazioni femminili, più che su quelle dei maschi. È stato presentato a Cannes e ha avuto buonissime recensioni quasi ovunque. Uscisse adesso, con questo clima, forse avrebbe più fortuna.
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Scappa – Get Out – regia di Jordan Peele. distribuzione Universal Pictures
Opera prima di Peele, molto conosciuto come comico – non certo come regista – in Usa ha avuto un successo clamoroso, incassando 175 milioni ai botteghini americani. In bilico tra dark e horror (ben più che commedia, nonostante la candidatura al Golden Globe in quella categoria) parla di razzismo e di coppie interrazziali come nessuno lo aveva mai fatto.
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Dunkirk – regia di Christopher Nolan. distribuzione Warner Bros.
Nolan alle prese con la Storia con la “S” maiuscola sfodera un film di poche parole, ma che riesce a far commuovere anche solo inquadrando le eliche di un aereo che sta precipitando. Per chi ama il suo cinema è un capolavoro. Per gli altri è un classico film di Nolan, con i limiti che già conosciamo. Ma ce ne fossero, di film-evento come questo. Ha ricevuto tre candidature ai Golden Globe.
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Libere disobbedienti innamorate – regia di Maysaloun Hamoud. distribuzione Tucker Film
Ribattezzato come una specie di Sex and The City arabo, è la storia di tre donne arabe che vivono a Tel Aviv, città piena di stimoli e di cultura underground. Una fa la dj, una l’avocato, una la studentessa. Sono religiose in modo diverso, ma tutte e tre si ribellano a modo loro alla società patriarcale dalla quale si sentono intrappolate. Un film che ha raccolto recensioni entusiaste e talvolta sorprese (nonostante il titolo italiano, viene da dire).
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Baby Driver – Il genio della fuga – regia di Edgard Wright. distribuzione Warner Bros.
Una gang molto assortita si dedica a rapine spericolate grazie all’abilità di un giovanissimo driver. Film che potrebbe essere di genere, ma che grazie a regia, colonna sonora e qualche idea non convenzionale diventa originale e fresco. Quello di Kevin Spacey nel ruolo della mente della banda sarà ricordato come il suo ultimo ruolo prima del grande scandalo delle molestie che l’ha coinvolto.
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Moonlight – regia di Barry Jenkins. distribuzione Lucky Red
La storia di un’amicizia omosessuale dall’infanzia all’età adulta, ambientata nella comunità black di Miami, tra esistenze disagiate e spaccio di crack. Un film piccolo, ma al tempo stesso universale, tanto da vincere Miglior film (ma con il pasticcio successo con le buste con La La Land, chi se lo ricorda?). Maggior merito: far nascere la stella di Mahershala Ali, il protagonista della pellicola.
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Detroit – regia di Kathryn Bigelow. distribuzione Eagle Pictures
Il racconto di un episodio minore ma molto famoso in Usa all’interno dei disordini del 1967, quando la polizia sequestra un gruppo di ragazzi di colore e due ragazze bianche all’interno dal Motel Algiers, lasciandosi andare a torture e brutalità. Un film claustrofobico e sudato, documentaristico come è nello stile di Bigelow, che provoca opinioni e sentimenti ma anche reazioni fisiche: come se in quell’albergo a subire umiliazioni ci fossero chiusi anche gli spettatori.
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Wonder Woman – regia di Patty Jenkins. distribuzione Warner Bros.
Origine e infanzia della supereroina, educata da sole donne su un’isola popolata solo da Amazzoni che le insegnano a non abusare dei suoi superpoteri. L’arrivo di un uomo cambierà le cose. Grande regia della Jenkins e ottima interpretazione della perfetta Gal Gadot. È un film che ha meriti propri, divertente e con ritmo, al di là dell’ovvia lettura femminista. Ha incassato più di 800 milioni di dollari, l’incasso più alto nella storia per una donna regista.
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The Big Sick – regia di Michael Showalter. distribuzione Cinema
Storia vera del comico pakistano Kumail Nanjiani e di quella che diventerà sua moglie, che a sei mesi dal primo appuntamento entra in coma per dieci giorni. Lui scoprirà così di amarla davvero. Classica commedia romantica come non se ne fanno più, con interpreti bravi e credibili anche nei ruoli piccoli (bravissima Holly Hunter nel ruolo della madre) e con battute mai banali su quanto sia ancora difficile per un uomo musulmano sposare una che non lo è. Uno dei film indipendenti dai migliori incassi dell’anno.
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