Quando usate le vie traverse per darvi delle arie – ammantando la vostra autopromozione di finta modestia – rischiate di ottenere l’effetto contrario. O questo, almeno, è il risultato a cui è giunto un paper scientifico appena pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology da un team di ricercatori di Harvard e della University of North Carolina Chapel Hill. Quello che negli Stati Uniti è definito humblebragging, cioè la tendenza a tirarsela nascondendo l’intento dietro una parvenza di umiltà, in realtà ha effetti sociali peggiori dell’autopromozione dura e pura, sostiene lo studio.
“È un fenomeno molto comune: tutti noi conosciamo qualcuno nella nostra vita che, sui social network o sul luogo di lavoro, si concede questo comportamento seccante”, ha detto l’autrice del paper Ovul Sezer, assistente di Comportamento organizzativo in North Carolina, al Time. Sezer e il suo team hanno condotto esperimenti per capire come le persone rispondono alla falsa modestia, focalizzandosi sull’immagine percepita del “falso modesto” di turno. Per farlo, si sono riferiti a due differenti tipi di attitudine: quella della finta lamentela e quella della finta umiltà. Oltre il 60% dei casi ricordati dalle persone cadevano nella prima categoria. Entrambe le forme di finta modestia, in ogni caso, si sono rivelate meno efficaci del darsi arie duro e puro, dato che riducono la competenza, lo charme, la generosità e la disponibilità percepite.
I ricercatori hanno scoperto che il vantarsi direttamente, di per sé, era visto dai 646 partecipanti allo studio come un atto più sincero e genuino, che registrava reazioni sociali più positive rispetto al percorso tortuoso (e un po’ machiavellico) dell’humblebrag. “Se vuoi annunciare una conquista, vantatene senza problemi, e perlomeno sii padrone della tua autopromozione, e incassa i dividendi di aver scelto la sincerità, invece di perdere in ogni senso”, ha commentato Sezer.
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