La valuta del momento è senza ombra di dubbio il bitcoin, la moneta digitale il cui valore si è moltiplicato di circa 14 volte nel corso del 2017. L’ascesa del fenomeno finanziario e mediatico ha portato con sé una serie di tematiche discusse tra gli appassionati di finanza e non. E non poche polemiche sul loro utilizzo. Poco importa se il processo di creazione dei bitcoin (in gergo “mining”) comporta anche un alto dispendio energetico, perché la domanda principale è: il bitcoin è davvero equiparabile a una valuta tradizionale? Potrà mai sostituire (o quantomeno affiancarsi) nelle spese quotidiane banconote come euro o dollaro? A tal proposito, c’è già chi – grosse aziende e piccole imprese – considera il bitcoin come valuta vera e propria.
Ecco cosa si può comprare con la criptovaluta.
1. La cena al ristorante
Nel ristorante Zanze XVI dal 22 gennaio si può pagare il conto anche in bitcoin. Zanze XVI è un’osteria che ha aperto lo scorso 8 giugno a Venezia. La transazione avverrà tramite la piattaforma bitpay.com, che permette di ricevere la somma in bitcoin e, volendo, convertirli subito in valuta tradizionale, in modo da azzerare il rischio legato alla volatilità della criptovaluta. Non servono banconote, né carte di credito: il trasferimento di denaro avviene via smartphone. “Stiamo seguendo il settore delle criptovalute da anni e stiamo lavorando con la tecnologia blockchain in diversi ambiti”, spiega Nunzio Martinello, co-founder, insieme a Nicola Possagnolo, della tech company padovana Noonic. I due condividono anche l’avventura di Zanze XVI.
2. Abiti su misura
Inserita nella lista delle 27 aziende più innovative in Italia, selezionate per Forbes da Pwc, Lanieri, startup e-commerce creata da Riccardo Schiavotto e Simone Maggi, accetta il pagamento anche in bitcoin. La società permette di creare sul web abiti su misura e personalizzati grazie a un configuratore in 3D. “È stato uno dei nostri migliori clienti a chiederci di pagare in bitcoin”, racconta Maggi. “Un sudafricano che si occupa proprio di monete digitali e ha ordinato vestiti per 12mila euro”. La startup infatti ha integrato sul proprio sito la piattaforma di pagamento Bitpay. Il cliente versa dal suo borsellino la somma in bitcoin, ma nelle casse di Lanieri, in cambio di una commissione, a entrare sono i tradizionali euro. E così Lanieri è stata la prima startup del suo settore al mondo, e la prima azienda innovativa in Italia, ad accettare pagamenti in bitcoin.
3. Rolex e gioielli
Con un post su Facebook del maggio 2017, la gioielleria romana Bedetti aveva ufficialmente aperto ai pagamenti in bitcoin. “Se ti fidi della matematica, ti puoi fidare di bitcoin”, scriveva l’azienda. “Seguendo il motto dei pionieri di questa valuta abbiamo deciso di accettare i bitcoin. Siamo agli inizi e momentaneamente la scelta di adottare questa valuta più che una scelta strategica è un gesto di fiducia verso il futuro da parte della nostra azienda”. La società si dichiara come primo rivenditore autorizzato di Rolex al mondo ad accettare bitcoin come mezzo di pagamento tramite il servizio BitPay, che convertirà la valuta in euro per conto dell’acquirente.
4. Il ferramenta
Si chiama Valerio Zunino, ha 35 anni ed è titolare di “Chiodo scaccia chiodo”, un negozio di ferramenta a Celle Ligure, in provincia di Savona. Già da tre anni nel suo negozio è possibile pagare in denaro virtuale. “Il termine bitcoin è usato in modo improprio”, ha raccontato lo stesso Valerio al Secolo XIX, “perché in realtà le criptovalute sono molte. Chissà, forse è il sistema di pagamento del futuro, o forse no, perché magari tra qualche anno nascerà un sistema ancora nuovo”. Racconta ancora Valerio che “durante le festività natalizie un cliente ha fatto i suoi acquisti e poi mi ha chiesto se potesse pagare con la carta di credito. Ho risposto che accetto tutto, contanti, carte, bancomat e bitcoin. Gli si è accesa una lampadina e mi ha detto: «Beh, allora pago in bitcoin»”.
5. La retta universitaria
Già da circa quattro anni l’University of Nicosia (UNic) permette ai propri studenti di usare i bitcoin per pagare le tasse scolastiche. Si tratta della prima accademia al mondo ad adottare una simile decisione e che consente anche una formazione nel campo delle criptovalute, grazie all’introduzione di corsi di laurea specifici in “Digital Currency”.
6. Donazioni a Wikipedia
Dal 2014 l’enciclopedia online più famosa al mondo, Wikipedia, accetta le donazioni in bitcoin, in partnership con Coinbase. Wikimedia Foundation, che controlla e cura Wikipedia, sottolinea sulla pagina delle donazioni che “può rimborsare le donazioni effettuate in bitcoin solo in bitcoin. Poiché non accumuliamo bitcoin, i rimborsi saranno calcolati in base al valore in dollari”.
7. Una sciata a St. Moritz
Se volete farvi una sciata nella famosa località svizzera di Sankt Moritz, portate con voi i vostri bitcoin. La stazione invernale svizzera si è, infatti, convertita alla famosa moneta virtuale. “Tutti parlano di digitalizzazione, noi abbiamo deciso di essere dei precursori in questo campo”, ha spiegato alla tv pubblica elvetica Markus Meilli, direttore dell’Ente Turistico della località. Meilli dice inoltre che “contrariamente ad altri pagamenti elettronici, ovvero quelli con le carte di credito, con il bitcoin non c’è alcun intermediario cui lasciare parte del guadagno”.
8. L’anima gemella
Da circa tre anni il popolare sito d’incontri Badoo consente ai suoi milioni di utenti di pagare alcune funzioni utilizzando bitcoin in più di 20 Paesi al mondo. Grazie all’accordo con Smart2Pay, per ottenere più swipes o per vedere chi ha apprezzato il proprio profilo, è possibile abbonarsi alla versione premium pagando in bitcoin. C’è anche un altro vantaggio nel pagare con la moneta digitale: molte persone si sentono imbarazzate nell’usare app di dating online e non vogliono lasciare tracce: il pagamento in bitcoin, invece, garantisce una maggiore privacy.
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