Fino ad oggi abbiamo seguito e osservato celebrità che sono diventate icone di stile, o al limite ragazze un tempo sconosciute che si sono trasformate in celeberrime influencer grazie ai loro profili Instagram. Ma ora la posizione dominante di Rihanna, Kim Kardashian, Chiara Ferragni e Nicole Ritchie è in pericolo, messa in discussione da nuove icone virtuali. Perché continuare a regalare abiti e accessori a dive – vere o presunte – sperando che li indossino per l’ennesimo selfie, quando maison e stilisti possono comodamente concedere l’uso dei loro outfit a creature irreali, certo, ma tanto più disponibili e senza bisogno di ritoccare i capi o realizzarne su misura?
A metà fra il progetto artistico e la strategia di marketing, queste it-girls renderizzate occupano lo stesso universo condiviso delle persone reali, ci permettono di entrare nelle loro vite, di seguirne le giornate, la partecipazione a eventi: e, naturalmente, di copiarne lo stile. È presto per dire addio alle sorelle Kardashian, ma è certo che l’influencer marketing – sempre più decisivo nel determinare i consumi – ha scoperto una nuova frontiera: non ci resta quindi che imparare a conoscere le protagoniste di questa tendenza.
Lightning
La prima è stata lei, Lightning di Final Fantasy, che famosa lo era già, seppure non come modella, quando nel 2016 è diventata testimonial di Louis Vuitton, apparendo nella campagna stampa per la Primavera/Estate a fianco di modelle e celebrità in carne e ossa come Rianne Van Rompaey, Fernanda Ly, Doona Bae, e Jayden Smith.
Il direttore creativo della collezione donna, Nicolas Ghesquière, ha motivato questo singolare casting parlando della “rappresentazione di una donna globale ed eroica per un mondo in cui i social network e le comunicazioni sono ora parte integrante della nostra vita”. Da parte sua, Lightning, in un’intervista rilasciata al Telegraph, si è dichiarata “orgogliosa di essere stata scelta” e Louis Vuitton – aprendosi a nuove forme di comunicazione e a nuovi potenziali mercati catturati via Instagram – ha lanciato un trend, per una volta non legato a borse o monogrammi, ma che molti altri hanno seguito.
Miquela Sousa
Sempre nel 2016 ha debuttato anche Miquela Sousa (@lilmiquela): “figlia” della misteriosa startup Brud (da poco rivelatasi artefice del profilo), Miquela è una ragazza di 19 anni che vive a Los Angeles, ha origini ispanico-brasiliane, una bellezza non stereotipata, è interessata ad argomenti sociali (come una modella – vera – che le somiglia, Emily Bador) si batte per cause come #blacklivesmatter, ama lo streetwear e come molte coetanee posta foto che a volte la ritraggono con il fidanzato.
Ma a differenza della maggior parte di queste coetanee ha 1 milione e 300mila follower (con un’interazione molto alta, attorno al 10%), sempre più spesso indossa capi Supreme, J.W. Anderson, Vetements, partecipa a sfilate o a eventi, ad esempio su invito di Prada, appare su riviste di moda e incide dei singoli musicali creati con Autotune e disponibili su Spotify.
E ci ha quasi commosso: ad aprile ha rivelato di aver saputo di non essere umana, diversamente da quanto credeva, perché ciò che la differenzia dalle sue coetanee è soprattutto che non è reale. Questa immaterialità però non l’ha protetta dagli hackeraggi: come molte celebrità è stata vittima di un attacco, nel suo caso dovuto a una potenziale rivale, Bermuda.
Bermuda
L’antagonista di Miquela (@bermudaisbae) è una tipica bionda californiana, politicamente scorretta e sostenitrice di Donald Trump, ma deve la sua popolarità proprio all’hackeraggio del profilo della collega più famosa. Circa un anno fa, infatti, centinaia di foto sono state cancellate dall’account @lilmiquela e sostituite con selfie della stessa Bermuda. Mentre i follower chiedevano in caps lock il ritorno della “vera” Miquela ci si è addirittura domandati se il profilo fosse stato effettivamente violato da un hacker o se non si fosse trattato di un’operazione ideata dalla stessa Brud. Ora questa seconda ipotesi sembra confermata e la società, fondata dall’ex dj Trevor McFedries, si avvia a mettere a frutto due anni di lavoro in sordina raccogliendo cospicui finanziamenti per la messa a punto di nuovi progetti.
Bermuda intanto non ha ancora raggiunto neppure 100mila follower e pare accontentarsi di un ruolo da comprimaria, ma alcuni post degli ultimi giorni la ritraggono assieme a Miquela – la sua “best frenemy” – mentre discutono di una talent agency per soli robot, il che sembra preludere a nuovi sviluppi.
Shudu
Shudu (@shudu.gram, 130mila follower con un’interazione che registra punte del 20%) a differenza delle altre non si propone come la ragazza della porta accanto ma è una modella, e le sue origini sono tutt’altro che misteriose, visto che si tratta di un progetto di un ex fotografo di moda londinese Cameron-James Wilson. Stanco delle foto di moda e delle celebrities ritoccate da Photoshop, ha superato l’impasse dedicandosi alla creazione di una bellissima donna che paradossalmente mostra particolarità estetiche vietate alle modelle reali, come una pelle un po’ lucida o una leggera peluria.
Ispirata da famosissime modelle di colore come Alek Wek e Iman, ma anche dalla Barbie sudafricana, Shudu è un perfetto veicolo pubblicitario per abiti straordinari, e questo ha procurato a Wilson diverse accuse di appropriazione culturale: “Un fotografo bianco ha trovato il modo di far soldi con le donne di colore senza doverne pagare nemmeno una”, si è letto su Twitter; l’interessato però ribadisce che si tratta di un progetto più artistico che commerciale, che pubblica poche immagini e che finora ha rifiutato le offerte di parecchi marchi. Ma in un post che non è passato inosservato Shudu è stata vista indossare la nuance 490 del lipgloss di Fenty, la linea beauty di Rihanna: chissà se e quanto ha influito sulle vendite.
Noonoouri
“Who’s the new girl in towm?” si domandava qualche settimana fa Carine Roitfeld, l’ex direttrice di Vogue Paris: la risposta era nel video da lei postato su Instagram e che la vedeva a colazione con Noonoouri (@noonoouri), una newcomer da appena 75mila follower ma in grande ascesa e che vanta già un’importante collaborazione con la Maison Dior. Parigina, 18 anni, alta 1 metro e 50, ama la couture, l’arte, la bellezza e i viaggi ma non dimentica le questioni sociali. È impossibile scambiarla con una ragazza reale perché il suo creatore, Joerg Zuber, le ha dato due occhi giganteschi che la fanno somigliare a un manga (o, a voler essere cattivi, a una bambola Bratz). Ma questo non è un problema per Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica di Dior, che l’ha coinvolta nel lancio della collezione Resort 2019: l’evento è stato raccontato sulla sua pagina Instagram e l’abbiamo vista mescolarsi alle altre celebrità intervenute, o accedere al backstage fra modelle e make up artist.
Mentre le collaborazioni di Noonoouri si moltiplicano, arrivando a includere Riccardo Tisci, Saint Laurent, Nike e la gioielleria Buccellati, possiamo solo chiederci “Who’s Next?”. La moda sembra prontissima ad afferrare le potenzialità delle influencer virtuali e Instagram è la piattaforma giusta per tutte le prossime new entry.
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