Spirito battagliero e grintoso, tanta semplicità e un grande sorriso. Una star autentica, un talento innato ma anche tantissimo impegno e costante allenamento. Un nome ed un cognome che sono già nella storia sportiva: Marc Marquez. Sembra che per questo piccolo grande uomo non esistano missioni impossibili. Le sue vittorie hanno tutte dell’incredibile; può definirsi il protagonista assoluto dell’ultimo decennio motociclistico, tanto da poter parlare di una vera e propria ‘era Marquez’. Il suo primo titolo è arrivato nel 2010 in 125, poi campione in Moto2 nel 2012 e per 5 volte campione MotoGP negli ultimi 6 anni. Dopo il settimo titolo conquistato su Honda a fine ottobre a Motegi in Giappone, oggi è il turno del GP di Valencia, dove lo spagnolo partirà dalla seconda fila guadagnata nelle prove di ieri nonostante una caduta e una spalla malandata.
Ma chi è davvero questo “supereroe contemporaneo”? E quali sono le sue “regole” per il successo? Marquez ha raccontato a Forbes Italia un po’ di sé, offrendoci la possibilità di scoprire anche il lato più umano del più giovane pluricampione del mondo di MotoGp.
Ha gusti comuni a tanti altri ragazzi, Marc Marquez. Ci racconta della sua passione per gli abiti Pull&Bear, per pellicole come American Sniper, o per il metallo pesante di canzoni come Thunderstruck degli AC/DC. Ma gli piacciono anche i maccheroni (soprattutto se fatti dalla mamma o dalla nonna), e gli orologi – “nel mio lavoro il tempo è la cosa più importante” – dice. Ora ad esempio ha al polso un Tissot T-Race MM93, un’edizione speciale a tiratura limitata a lui dedicata e venduta in un packaging a forma di casco.
Quali sono i primi pensieri che passano nella testa dopo un titolo come quello arrivato a Motegi, in Giappone?
Ho pensato a tutte le persone che mi hanno aiutato a raggiungerlo. Alla famiglia e alla squadra. Ho raggiunto questa ennesima vittoria anche grazie a loro. E poi sinceramente ho pensato che volevo festeggiare tanto per celebrare quel difficile traguardo. Perché non è mai facile vincere un campionato del mondo.
Quale reputi sia il fattore o la caratteristica personale più importante per il successo?
Ci sono varie caratteristiche importanti: credere in te stesso, ascoltare la tua squadra e i tuoi cari durante i momenti difficili, perché a volte vedi le cose in un modo e loro possono aiutarti a metterle meglio a fuoco. E, infine, mantenere la concentrazione, sempre.
Con grande dispendio di energia mentale immagino. Come riesci a ricaricare le batterie?
Fuori dalla pista mi piace stare a Cervera, la mia città, con la mia gente. Dopo una gara, so che quando torno lì posso andare a cena con i miei amici, parlare di altre cose e non di motociclismo. Posso finalmente staccare la spina e inoltre lì ho un ottimo contesto per allenarmi. Quindi, la mia vita fuori dai circuiti mi piace molto (sorride, ndr).
La tua vita da 25enne è cambiata molto in pochi anni anche dal punto di vista economico. Come riesci a gestire questa situazione?
Cerco sempre di essere lo stesso Marc. Con la mia squadra siamo in sintonia e c’è una grande fiducia reciproca, dico a loro: “Se in un momento pensi che non sia lo stesso Marc, hai il permesso di riportare i miei piedi per terra”. Cerco anche di mantenere sempre la stessa squadra, il mio ‘dream team’, di avere vicino le persone che sono state con me sin da quando ho iniziato.
Stai già pensando al futuro, ipotizzando di diversificare con attività o investimenti in altri settori – vini, ospitalità o altre attività produttive – come fanno molti sportivi?
Ora sono concentrato solo sulle corse. È la mia passione e anche il mio lavoro. E’ quello che conta di più per me adesso. Al momento posso dirvi che sto costruendo una casa a Cervera, è ora di andare a vivere da solo… o forse con mio fratello.
Sembrerebbe che al momento tutti i tuoi sogni siano a due ruote.
Non so, sono più che contento di tutti i risultati ottenuti in MotoGP e proverò ogni anno a lottare per vincere nuovamente il campionato.
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