Un osservatorio che merita attenzione. Mentre Italia e Bruxelles litigano sulla manovra economica, il distretto industriale di Monza e Brianza, uno dei più forti del Paese, conferma la fase calante della nostra economia. Le 800 aziende del territorio, con un fatturato complessivo di 48,2 miliardi di euro e una crescita del 7,1 per cento per quanto riguarda le vendite nel 2017, adesso annunciano la frenata. L’Italia e le sue aree industriali più dinamiche avevano agganciato con ritardo la ripresa e adesso sono tra le prime ad anticipare un rallentamento.
Con i numeri non si gioca. Le prospettive sono faticose, ma l’area di Monza e Brianza è tra le più attrezzate per reggere l’onda d’urto. La ricerca TOP 500+ realizzata dal Centro studi di Assolombarda in collaborazione con la società di consulenza PwC (Pricewaterhouse Cooper) e il sostegno di Banco BPM conferma e fotografa la forza di un distretto cresciuto in fatturato (da 45 a 48,2 miliardi) produzione industriale (più 3 per cento nel 2017 contro il più 1,1 per cento del 2016), in export (l’aumento è dell’11,6) e in utili (la percentuale di aziende in positivo cresce dall’86 all’88 per cento) e che risulta dinamico, fortemente internazionalizzato (nel 2017 sono stati esportati beni per circa 10 miliardi di valore) e a prevalente vocazione industriale manifatturiera (382 imprese totali). Tale forza produttiva si esprime attraverso la presenza di ben 6 aziende oltre il miliardo di euro di fatturato e una classifica che vede il 54 per cento dei ricavi realizzato dalle imprese che si collocano nelle prime 50 posizioni. Non solo. Di queste 50, ben 35 sono aziende manifatturiere, a conferma della solidità del distretto.
La classifica delle aziende Top è il risultato di uno studio condotto su 800 aziende con un fatturato 2017 compreso tra i 3,2 miliardi e gli 8,5 milioni di euro prendendo in esame diversi parametri tra cui il rapporto tra Ebitda e ricavi e l’indice di redditività. A guidare il ranking sono aziende molto diverse per settori di appartenenza, ma di grande solidità. Al primo posto c’é la Esprinet di Vimercate attiva nel commercio all’ingrosso e che fattura 3,217 miliardi. Segue BASF Italia, azienda chimica di Cesano Maderno (1,842 miliardi), quindi STMicroelectronics di Agrate Brianza con ricavi pari a 1,598 miliardi nel settore dell’elettronica, Decathlon (sede a Lissone e ricavi da 1,368 miliardi nel commercio al dettaglio) e ancora Candy Spa e Roche a Monza, l’una che produce elettrodomestici e l’altra prodotti farmaceutici (i rispettivi fatturati sono di 1,149 e di 1,129 miliardi). A chiudere la top ten sono invece, nell’ordine, il gruppo metallurgico Fontana di Veduggio (circa 853 milioni di fatturato) , la SOL di Monza (chimica, 764 milioni) e infine due aziende che lavorano prodotti in metallo: la Vender di Brugherio (726 milioni) e la Agrati di Veduggio (661 milioni).
Guardando la classifica nel suo complesso, risulta evidente, come già detto, che a prevalere è la componente manifatturiera con ricavi totali pari a oltre 28 miliardi e una maggior forza numerica nella produzione di macchinari, nei prodotti in metallo e nella chimica, nella gomma plastica e infine nel legno arredo. Anche se, per quanto riguarda il fatturato, è la chimica ad avere il peso maggiore.
Dopo l’industria, il macro settore più rappresentato è il commercio con 278 aziende attive e 15,2 miliardi di ricavi. I servizi invece, incidono sul totale con 100 aziende e 3,5 miliardi di fatturato.
“I numeri di questa ricerca confermano ancora una volta la forza e il successo dell’intraprendenza brianzola. Un mix molto diversificato che ha quattro caratteristiche comuni e diffuse: MOL, investimenti ed export molto più elevati della media italiana, e posizione finanziaria netta molto solida” commenta il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi “ Sono tutte caratteristiche che consentono di realizzare risultati straordinari. Ma non bastano. Chiediamo a noi tutti di poter operare in un ecosistema favorevole che preveda apertura ai mercati mondiali, fisco, accesso al credito, Industria 4.0, infrastrutture ed Europa. Il governo punti dunque sugli investimenti e non sulla spesa corrente”.
Le grandi imprese con oltre 50 milioni di fatturato in classifica sono 172 e coprono il 77 per cento dei ricavi complessivi, ma sono le medie imprese la realtà numericamente più rappresentata (512) a conferma della particolarità che distingue il tessuto economico nazionale. Risulta interessante anche la lettura dei risultati della classifica in termini di Ebitda in rapporto al totale dei ricavi, un parametro che dà un’idea dei reali risultati di business. Le prime 50 realtà della Top 500+ risultano essere aziende con dimensioni di ricavi molto diverse tra loro, a dimostrazione che l’eccellenza di gestione e di risultati non dipende dalla grandezza dimensionale dell’impresa. Anche le aziende più piccole possono fare molto bene ed avere margini anche superiori a quelli delle grandi imprese.
“Abbiamo dato vita all’iniziativa Top 500+ ormai in 15 città” conclude l’amministratore delegato di PwC Italia Giovanni Andrea Toselli “Valorizzare e sostenere le aziende di grande valore è un dovere e Monza Brianza ci restituisce la fotografia di uno dei territori più dinamici, motore dell’economia italiana e con una importante attenzione alla sostenibilità futura del business”.
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