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Innovation

Ieri Nokia, oggi Apple: Stm di nuovo alla prova degli intrecci?

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(Shutterstock)

All’inizio del terzo millennio il principale cliente di Stmicroelectronics era Nokia. La crescita del leader mondiale della telefonia mobile aveva fatto da trampolino di lancio per il gruppo italo-francese dei semiconduttori, alla ricerca di uno spazio tra lo strapotere tecnologico Usa e i vantaggi competitivi delle aziende asiatiche. Ma l’abbraccio con Nokia, al momento della crisi del produttore scandinavo, ha rischiato di trascinare all’ingiù il gruppo. Sono poi proseguiti, con esiti negativi, i tentativi di sfruttare il know how accumulato attraverso varie alleanze. Fino alla decisione di chiudere la joint venture al 50/50 con Ericsson nel campo dei circuiti integrati e semiconduttori. Nel frattempo, l’azienda ha dovuto affrontare una lunga e non semplice riconversione per uscire progressivamente da un settore diventato maturo ed inventarsi nuovi mestieri. Mica facile, quando si tratta di sostituire un cliente che, dopo aver assicurato una quota rilevante di commesse, è in pratica svanito nel nulla.

Ma, come è più volte accaduto nella storia di una delle poche centrali tecnologiche del made in Italy, a rendere possibile la ripresa ci ha pensato un colpo di genio: l’ingresso nel settore dei Mems. Pochi sanno che si deve ad un’innovazione italiana la possibilità di far ruotare lo schermo di uno smartphone  grazie a un sistema micro-elettro meccanico messo a punto dall’equipe di Benedetto Vigna, classe 1969, presidente del gruppo sensori e mems di Stm. Non è la sola invenzione di una straordinaria equipe che ha sviluppato un’intera generazione di Mems da usare per tablet o smartphone ma anche per l’auto o per mille applicazioni nell’Internet delle cose, dal fitness alla geolocalizzazione. Un jolly prezioso che ha avuto un ruolo rilevante per consentire alla jv italo-francese di individuare nuovi mercati e diventare, tra l’altro, un importante fornitore  di Apple. Oggi la Mela è un cliente chiave per Stm, che ricava dalle vendite al colosso di Cupertino almeno il 10,5% dei fatturato. Il dato, relativo al 2017, dovrebbe infatti essere cresciuto nel 2018 grazie all’estensione dei sensori 3D a tutta la gamma di nuovi iPhone.

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Basta questo a spiegare perché il warning di Apple per il minor fatturato rispetto alle previsioni dell’iPhone (che rappresenta la grande maggioranza delle relazioni d’affari tra il leader dei chips e la società di Cupertino) ha provocato un forte arretramento di Stm in Piazza Affari: -11,66% a 10,72 euro, sui minimi da due anni.

Banca Akros ed Equita, pur non sottovalutando la notizia, mantengono però il giudizio Buy rispettivamente a 22 e 23 euro che, a questi prezzi, lasciano prevedere un possibile raddoppio  del titolo. “Il warning di Apple può avere – secondo Akros – un impatto superiore ai 100 punti base sulla crescita annua, ma un malessere più ampio potrebbe portare ad ulteriori rettifiche”. “La notizia è negativa per tutta la supply chain, Stm compresa-scrive Equita – Stimiamo che Apple pesi per il 13%dei ricavi , perciò l’impatto per il gruppo  sarà intorno al’1% delle vendite anche se nel trimestre ci potrebbe essere un effetto amplificatore legato al destocking”.

Nel breve medio termine, insomma, ci sarà da soffrire. Ma dal cilindro di Stm possono emergere, come da tradizione, buone sorprese: dall’auto a guida autonoma, ad esempio, dove Stm conta su una lunga collaborazione con Mobileye, la società israeliana entrata nell’orbita di Intel.

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